Gianni Cerasuolo
Viaggio a Pozzuoli/5

Sicurezza a Pozzuoli

Italo Giulivo, il direttore generale dei Lavori Pubblici e della Protezione Civile della Regione Campania, risponde alle critiche espresse da Giuseppe De Natale su Succedeoggi: «La situazione bradisismo è sotto controllo. E tutti i piani sono pronti in caso di emergenza»

Il dottor Italo Giulivo, 62 anni, è il direttore generale dei Lavori Pubblici e della Protezione Civile della Regione Campania.

Dottor Giulivo, la crisi sismica dei Campi Flegrei vi mette in allarme?

Questa crisi per noi è una fase dello stato del vulcano che va avanti dal 2012. I Campi Flegrei sono stati messi in una fase di attenzione da diversi anni. Questo significa che il monitoraggio è aumentato. Ogni sei mesi la situazione viene esaminata dalla Commissione Grandi Rischi per verificare i parametri del monitoraggio e se esistono motivi di preoccupazione. Se volessimo fare dei paragoni, si potrebbe dire che questo ammalato viene auscultato molto bene. Solo che, mentre i vulcani siciliani, ad esempio, sono a condotto aperto, questo è un vulcano a condotto chiuso. L’Etna o lo Stromboli hanno anche 10 o 15 emissioni all’ora, qui le manifestazioni sono diverse. Bisogna continuamente interrogarsi su quello che succede.

I piani di evacuazione sono stati aggiornati o sono quelli del 1984?

Sono i Comuni che fanno i piani di aggiornamento. La Regione Campania ha fornito risorse a tutti i Comuni per poterlo fare. Pozzuoli ha un piano aggiornato che si incastra in quello regionale che, a sua volta, si incastra in quello nazionale. Sono soltanto una quindicina i Comuni che non hanno apportato modifiche.

Non mancano critiche alla ipotesi, in caso di evacuazione, di raggruppare la popolazione presso la stazione ferroviaria di Napoli Centrale…

 Succede come per la nazionale di calcio: in Italia siamo tutti allenatori, tutti devono dire la loro. Si è giunti a questa ipotesi sulla base di studi di trasportabilità fatti con la Protezione Civile nazionale e con l’Agenzia regionale di mobilità (ACAMIR). Questa soluzione non è frutto di improvvisazione. Alla stazione Centrale ci sono i treni dell’Alta Velocità che porterebbero i cittadini verso il Nord in poche ore. O dovremmo mettere la gente sui treni regionali o Intercity a Villa Literno?

La viabilità, cioè le vie di fuga, sono però un punto dolente…

In fase di preallarme, verrebbero chiusi gli accessi ai centri abitati a chi viene da fuori. Le strade sarebbero presidiate per favorire il deflusso. Nella cosiddetta fase arancione della evacuazione, tutti coloro che vogliono allontanarsi spontaneamente, possono farlo. Se si dovesse passare alla evacuazione obbligata, alla fase rossa, i cittadini potranno muoversi in modo autonomo o assistito. Ogni cosa è stata studiata per evitare di ingolfare la rete stradale. Negli studi trasportistici abbiamo calcolato di dover allontanare 485 mila persone circa nei 7 Comuni della Zona Rossa. Nella realtà saranno attorno le 275 mila persone. Questi piani hanno una alta possibilità di riuscita se ognuno seguirà ciò che gli viene detto di fare. Stiamo divulgando i piani, facciamo campagne sulle misure preventive. Ma i cittadini devono fare la loro parte. Accertandosi ad esempio dello stato della propria abitazione e sfruttando gli strumenti economici a favore per mettere in sicurezza le case. C’è bisogno di una partecipazione attiva e non passiva. Anche questo significa convivere con il rischio in un’area vulcanica come i Campi Flegrei. Non si può aspettare che qualcuno spenga il vulcano.

È vero che avete a disposizione pochi soldi e pochi uomini?

C’è un problema di carenza di risorse umane in tutta la Pubblica Amministrazione, non solo nella Protezione Civile. Ma sui problemi della sicurezza non credo proprio che manchino i fondi.

5. Fine. Clicca qui per leggere la prima, la seconda, la terza e la quarta puntata.

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