Every beat of my life
Angelo e sfinge
Una delle apparizioni parigine «nel non tempo del mito e del fato», che Baudelaire incontra sempre nelle sue flânerie e che canta nei suoi versi. In questo caso una donna – forse un’emblematica Elena moderna? – «incantatoria e irraggiungibile»
Stupefacente apparizione di donna… Parigi e le sue strade, di giorno e di notte, al crepuscolo, il grande Baudelaire subisce, suscita, e meravigliosamente canta le sue metropolitane apparizioni. Nel tempo e senza temo, questa donna esotica, in cui si fondono un angelo e una sfinge, oro che splende eternamente ma anche acciaio, duro e inossidabile. È, a mio parere, un’ennesima, ora moderna, apparizione di Elena, così donna che è troppo per essere donna mortale: ma non angelica, semplicemente incantatoria e irraggiungibile. Siamo nel non tempo del mito e del fato, che Baudelaire incontra camminando, sempre, quotidianamente.
Con le sue vesti ondeggianti e madreperla
anche quando cammina la diresti danzare,
come quei lunghi serpenti che i giocolieri sacri
agitano in cadenza sui loro bastoni.
Come la sabbia smorta e l’azzurro dei deserti
entrambi indifferenti all’umano soffrire,
come le lunghe reti dell’onda che mareggia,
lei si snoda con indifferenza.
I suoi occhi tersi son fatti di minerali magici,
e in questa natura strana e simbolica,
dove un angelo inviolato sfinge si fondono,
dove è tutto oro, acciaio, luce e diamanti,
risplende eternamente, come un astro inutile,
la maestà fredda della donna sterile.
Charles Baudelaire
Traduzione di Roberto Mussapi


