Angela Di Maso
Ritratto d'artista

Teatro a orecchio

«Attore, regista e autore? Sono la stessa cosa. Ci vuole un po’ di immaginazione. E l’orecchio, l’altro orecchio». La vocazione teatrale secondo Fausto Paravidino

Nome e cognome: Fausto Paravidino.

Professione: Attore, Regista e scrittore di teatro.

Età: 38.

Da bambino sognavi di fare l’attore? Lo facevo. Lo sognavo anche.

Cosa significa per te recitare? Fare in pubblico un sacco di cose che di solito si fanno in privato.

Il tuo film preferito? I 400 colpi di François Truffaut.

Il tuo spettacolo teatrale preferito? (Fatto da te o da altri) Ta main dans la mienne di Peter Brook.

Qual è l’attore da cui hai imparato di più? Franco Ravera.

Qual è il regista da cui hai imparato di più? Valerio Binasco.

Fausto Paravidino5Il libro sul comò: L’invenzione della Madre di Peano, Musica per organi Caldi di Bukowski

La canzone che ti rappresenta: Smell like teen spirit dei Nirvana.

Prosecco o champagne? Champagne.

Il primo amore, lo ricordi? Sì.

Il primo bacio: rivelazione o delusione? Be’, rivelazione.

Strategia di conquista: qual è la tua? Se la dico poi non funziona più.

Categorie umane che non ti piacciono? Fascisti e altri prepotenti, direi, soprattutto.

Classifica per sedurre: bellezza, ricchezza, cervello, humour? Humour, cervello, bellezza, ricchezza. Ottimisticamente le metto nell’ordine in cui le ho io.

Il sesso nobilita l’amore o viceversa? «Il sesso senza amore è un’esperienza vuota ma tra le esperienze vuote non è niente male» (Woody Allen).

Meglio le affinità elettive o l’elogio degli opposti? Messa così direi affinità elettive. È una risposta di destra? Era una domanda trabocchetto?

Costretto a scegliere: attore, regista, o drammaturgo? Attore, ma credo che siano più o meno la stessa cosa, che non esiste persona o contesto che costringa a scegliere nel mondo reale. Sacrificheresti la mamma o il papà? Capisco il gioco di società, ma mi sembra una domanda assurda. Comunque pare fu la specializzazione ad uccidere i dinosauri.

Casa di bambola o Natale in casa CupielloTutti e due.

Shakespeare o Pirandello? Shakespeare, Shakespeare, Shakespeare.

Fausto ParavidinoSamuel Beckett o Stefano Massini? Domanda posta per far male a Massini, non gioco.

L’ultima volta che sei andato a teatro, cos’ha visto? Morte di un commesso viaggiatore, Miller, De Capitani, Elfo.

Racconta il tuo ultimo lavoro: I Vicini è una commedia sulla paura dei fantasmi, dei vicini, di non essere amati, di non capirsi, della guerra, un po’ fa molto ridere e un po’ fa paura. È una compagnia molto bella e al pubblico direi che sta piacendo molto. Dura un’ora e trentotto, per certi aspetti è molto vicina al mio stile, per certi altri è un esperimento. È la prima volta che cerco di fare paura a teatro e un po’ ci riusciamo. È la prima volta che parlo di fantasmi e credo che continuerò ancora un po’.

Perché il pubblico dovrebbe vederlo? Se gli piace il teatro, per questo. Se non gli piace il teatro proprio non saprei: è solo teatro.

Il mondo del teatro è veramente corrotto come si dice? Dipende molto da chi lo dice e da come lo dice. Assomiglia un po’ a certa Italia. Lo Stato è arrivato ma noi ci siamo sempre arrangiati comunque a modo nostro e continueremo ad arrangiarci così. Tu sei amico di chi? In mezzo a questo bel modo di fare c’è comunque un sacco di gente che lavora molto bene e che vorrebbe lavorare meglio.

Come e dove ti vedi tra cinque anni? Non ne ho la più pallida idea. Spero felice e non troppo invecchiato.

La cosa a cui nella vita non vorresti mai rinunciare. La vita.

Quella cosa di te che nessuno ha mai saputo (fino ad ora). Elena Ferrante sono io.

Piatto preferito: Spaghetti con le vongole.

La morte: paura o liberazione? Paura.

Fausto Paravidino2C’è parità di trattamento nel teatro tra uomini e donne? No. Le donne si suppone debbano essere o belle o brutte, gli uomini possono essere normali. Ci sono più attrici che attori ma più ruoli maschili che femminili, la condizione della donna è cambiata parecchio negli ultimi cinquant’anni ma noi facciamo soprattutto classici, per cui gli uomini interpretano gli uomini, le donne le loro antenate. Ci sono molte registe donne e sono i registi più virili che conosca.

Mai capitato di dover rifiutare un contratto? Dovere perché? Di scegliere di rifiutare un contratto sì, spesso. «Dovere» rifiutare non credo.

Di lasciarti sfuggire un’occasione di lavoro e di pentirtene subito dopo? Sì, per fare un altro lavoro a cui tenevo di più che poi invece non si fece, a volte.

Quale ruolo ti sarebbe piaciuto interpretare in teatro? Che non posso più interpretare? Non so, a me sembra di potere fare tutto. Romeo? Peter Pan?

Chi vorresti dirigere? Mi trovo molto bene con gli attori con i quali lavoro e con molti degli attori con i quali ho lavorato. Mi piacerebbe continuare a farlo e tornare a farlo. Iris Fusetti, Monica Samassa, Davide Lorino, Nicola Pannelli, Angelica Leo, Sara Bertelà, Sara Putignano, Giuseppe Battiston, Ariella Reggio, Filippo Dini, Emanuele Aita, Vito Saccinto, Barbara Moselli, Barbara Ronchi, Aram Kian, Federico Brugnone, Valentina Cenni, Paolo Zuccari, Pierluigi Pasino, Ippolita Baldini così, per dirne alcuni coi quali ho lavorato di recente o quasi. Ne dimentico sicuro e con tanti altri con i quali non c’è ancora stata occasione mi piacerebbe lavorare e spero che ci saranno occasioni.

Da chi vorresti essere diretto? Sicuramente da Valerio Binasco, mi sono trovato molto bene ultimamente con Andrea Collavino e anche con Cristina Pezzoli, non mi chiamano molto credo anche perché i registi, per qualche pregiudizio, fanno forse un po’ paura ai registi ma a me sembra di essermi sempre trovato bene con gli altri registi. Mi piace il lavoro di Cecchi, di Servillo, mi ero trovato molto bene con Filippo Dini, con Iris Fusetti, con Giampiero Rappa… comunque si possono avere anche gusti molto diversi ma tra persone oneste e appassionate del proprio lavoro alla fine ci si capisce sempre.

Tre doti che bisogna assolutamente possedere per poter fare l’attore. Un po’ di immaginazione, l’orecchio, l’altro orecchio.

Fausto Paravidino3Tre difetti che non bisogna assolutamente avere per poter fare il regista. Ma i registi sono il difetto per eccellenza, proprio perché in quanto comandanti della nave dovrebbero essere perfetti! Non c’è difetto capitale che mi venga in mente che non sia di ornamento a qualcuno dei miei registi preferiti!

Cosa accadrebbe all’umanità se il teatro scomparisse? L’umanità lo reinventerebbe subito. Mi spiacerebbe per la perdita ma inventarlo sarebbe per l’umanità un momento molto stimolante.

Gli alieni ti rapiscono e tu può esprimere un solo ultimo desiderio. Quale? Rapite anche gli altri.

La frase più romantica che ti sia capitato di dire in scena. «Ti amo».

La frase più triste che ti sia toccato di dire in scena. «Mamma dammi il sole» e «Ciao».

Mai capitato di dimenticare una battuta? Che succede in questi casi? A volte aspetti, a volte aspetti molto, a volte poi arriva e la dici, a volte poi arriva la trama ma non la battuta e cominci ad inventare fino a che non ritrovi la via.

Fausto Paravidino8Cosa vorresti che la gente ricordasse di te? Ci ho pensato quando è morto mio padre. Era il medico del paese e ai suoi funerali c’era tutto il paese ed erano veramente disperati, ognuno credeva di essere stato salvato da lui e non sapevano proprio come sarebbero potuti andare avanti. Io non ho salvato molta gente, mi sa che dovrò accontentarmi di: «Qualche volta ci ha fatto proprio ridere».

Hai mai litigato con un attore/trice per una questione di interpretazione del personaggio? Litigato non è esatto perché non mi è mai successo fuori dal contesto protetto delle prove, lì si fa conflitto, a volte in maniera strategica, a volte semplicemente si perde la pazienza, ma fa parte del lavoro tanto del regista quanto dell’attore, non la chiamerei lite.

Hai mai litigato con un produttore per una questione di soldi? No, le liti le fanno fare agli assistenti.

Progetti futuri? Le riprese di due commedie: Il Macello di Giobbe, prodotto dal Teatro Valle Occupato, che ha debuttato a Bruxelles e che dovremmo fare a Parigi e, si spera, anche in Italia e de I Vicini che ha appena finito la tournée e che speriamo di riprendere. Per le cose nuove sto studiando.

Un consiglio a un giovane che voglia fare questo mestiere. Nessuno ti può impedire di farlo, per cui studia, studia, studia e fallo e basta.

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