Pasquale Di Palmo
I deliri del bibliofilo

Morante: favole e incubi della Storia

Da “Le bellissime avventure di Cateri dalla trecciolina” (1942) alla prima edizione del suo best-seller negli “Struzzi” Einaudi (1974)... Il talento precoce, ma tardivo nella «rivelazione di sé a sé stessa» e nella «conquista della personalità e dello stile», della scrittrice romana

«Carissimi Lettori, l’Autrice, che potete vedere qui sopra in un ritratto dell’epoca, magnificamente incorniciato, era una ragazza di circa tredici anni quando scrisse le storie del presente libro, e ne disegnò le figure. A quel tempo, essa non aveva nessun Editore. Aveva due gatti di diversa grandezza, ma di uguale importanza, e un certo numero di fratelli e sorelle minori di lei. Costoro erano gli unici lettori suoi, a quel tempo: e fra quei lettori, pochi ma scelti, le presenti storie ebbero un vero successo».

Così cominciano le Straordinarie avventure di Caterina di Elsa Morante. Il libro è il secondo dell’autrice e comparve dopo la raccolta di racconti Il gioco segreto, edito da Garzanti nel 1941, che inaugurava la collana “Il delfino” diretta da Orio Vergani. Quest’ultimo titolo, molto ricercato dai collezionisti, contiene venti racconti scritti tra il 1936 e il 1941, in parte apparsi nel «Meridiano di Roma». In realtà il titolo originario dell’opera era Le bellissime avventure di Caterì dalla trecciolina, contenente la rielaborazione della fiaba intitolata Caterina della trecciolina con la quale l’autrice aveva vinto nel 1924 un concorso del «Corrierino dei Piccoli». Elsa Morante collaborò a svariate riviste per l’infanzia, tra cui il «Corriere dei Piccoli», in cui pubblicò alcune anticipazioni della fiaba.

Il volumetto uscì nel 1942 come titolo inaugurale della collana “Libri per l’infanzia e la gioventù” di Einaudi, con in copertina un disegno a colori dell’autrice. Nella stessa collana videro la luce, nel medesimo anno, altri tre titoli: Caccia grossa fra le erbe di Mario Sturani, l’Abecedario e Le macchine di Munari, entrambi di Bruno Munari. «L’educazione del bambino ammesso tra i grandi su un piede di parità» era l’intento dichiarato di una collana che, presumibilmente a causa dei problemi bellici, non proseguì le pubblicazioni. Le bellissime avventure di Caterì dalla trecciolina, corredato da disegni in bianco e nero n.t. e da quattro tavole a colori f.t. dell’autrice, ha 68 pagine e misura cm 28,5 x 21,3, con legatura in tela e cartone. Considerata la rarità della princepsle quotazioni attuali superano abbondantemente i 1000 euro.

Nel 1959 il libro fu riproposto da Einaudi come titolo inaugurale della collana “Libri per ragazzi” in un’edizione riveduta e arricchita e il titolo variato in Le straordinarie avventure di Caterina. Nell’appendice figurano tre favole più brevi, intitolate Un negro disoccupato, Piuma mette K.O. l’amico Massimo e Il soldato del Re, dove la scrittrice ha l’opportunità di manifestare il proprio estro creativo, indirizzato al pubblico dei bambini dai tre ai dieci anni. Il testo delle avventure di Caterina e dell’amico Tit, che si mettono alla ricerca della bambola perduta, è cadenzato da divertenti disegni e filastrocche. Scrisse Cesare Garboli: «La Morante è stata uno scrittore precoce, ma di originalità tardiva. Precoci e irresistibili i primi passi, il bisogno di raccontare favole e storie; ma tardiva la rivelazione di sé a sé stessa, la conquista della personalità e dello stile». Idealmente le favole scritte in gioventù sembrano ricollegarsi allo spirito adolescenziale con cui l’autrice concepirà quell’anomala raccolta poetica che è Il mondo salvato dai ragazzini.

Per rimanere in ambito editoriale bisognerà ricordare lo straordinario successo ottenuto con il romanzo La Storia che la scrittrice volle pubblicare nella collana einaudiana “Gli Struzzi” nel 1974 al modico prezzo di 2000 lire, preferendola a quella più elegante e raffinata dei “Supercoralli” in cui aveva stampato i precedenti titoli. Tra questi si rammenta Menzogna e sortilegio, primo libro della collana, caratterizzato dal particolare tratto da un dipinto di Chagall in copertina. La scelta dei tascabili per La Storia si rivelò quanto mai felice. Il libro, che presentava in copertina una celebre foto di guerra di Robert Capa, stampata in rosso, vendette infatti 600 mila copie in cinque mesi, diventando uno dei più importanti best-seller italiani. Elena De Angelis, redattrice einaudiana che seguì in prima persona le vicende della pubblicazione, precisa: «Per la copertina della Storia aveva pensato sin dall’inizio al celebre Miliziano caduto di Robert Capa, trattato così come appare; ma il suo cuore era altrove, e volle provare fino all’ultimo i quadri di Bill Morrow, esposti in un momento di tragica tenerezza alle pareti del suo soggiorno. Li fece fotografare, fece eseguire delle prove: e rinunciò, con lucidità lancinante». Un paio d’anni più tardi, La Storia sarà accolto nella collana “I Millenni” con la stessa immagine di Capa riprodotta sui piatti della custodia.

Oltre alla raccolta Alibi, pubblicata nel 1958 da Longanesi nella “Collana di poesie” di Longanesi curata da Nico Naldini, uno dei titoli più rari è l’estratto dalla rivista «Nuovi Argomenti» intitolato La canzone degli F.P. e degli I.M., licenziato dalla Tipografia Artigiana Sguera di Roma nel 1967 (le iniziali del titolo stanno per «Felici Pochi» e «Infelici Molti»). Il testo confluirà nella raccolta einaudiana Il mondo salvato dai ragazzini che vedrà la luce nei “Supercoralli” l’anno successivo, con un dipinto in copertina di Bill Morrow, scomparso prematuramente nel 1962. Dallo stesso pittore americano era tratta anche la copertina della raccolta di racconti Lo scialle andaluso, accolto nella medesima collana nel 1963. Il racconto eponimo era stato originariamente anticipato in un estratto, piuttosto raro, ricavato da un numero di «Botteghe Oscure» del 1953.

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