Pasquale Di Palmo
I deliri del bibliofilo

Frontiera di un magnifico esordio

La prima raccolta di Vittorio Sereni è il libro più ricercato del poeta lombardo. Stampato nel 1941 dalle Edizioni di Corrente, nell’ultima ristampa del ’66 fu definito dall’autore «il mio libro d’anteguerra»

Con il passare del tempo la voce di Vittorio Sereni, invece di perdere il proprio smalto, sembra gradualmente imporsi come una delle più autorevoli del secondo Novecento poetico italiano. Ed è singolare che questo avvenga in un autore che in vita aveva licenziato solo quattro raccolte organiche, nonostante la sua figura non passasse inosservata per il ruolo manageriale che ricopriva all’interno della Mondadori (si veda lo studio di Gian Carlo Ferretti intitolato Poeta e di poeti funzionario. Il lavoro editoriale di Vittorio Sereni, edito dalla Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori in collaborazione con Il Saggiatore nel 1999, oltre a «Se io fossi editore». Vittorio Sereni direttore letterario Mondadori, a cura di Edoardo Esposito e Antonio Loreto, licenziato dalla stessa fondazione nel 2013). Fu lui, tra l’altro, che ideò e fondò la collana dei Meridiani ispirandosi a quella della Pléiade di Gallimard.

Il titolo più ricercato di Sereni – se non si considerano le numerose plaquette a tiratura limitata, spesso accompagnate da grafiche degli amici artisti – è Frontiera, inimitabile libro d’esordio, la cui storia editoriale è piuttosto articolata. Il volumetto, di cm 19,8 x 12,5, venne stampato dalle milanesi Edizioni di Corrente, come terzo numero della Collana di Poesia diretta da Luciano Anceschi e raccoglie ventisei poesie, suddivise in tre sezioni numerate, composte tra il 1935 e il 1940, come indicato nel frontespizio. Nella copertina di color marroncino è presente un piccolo disegno di Renato Birolli che campeggia tra nome dell’autore e titolo, posizionati in alto, e quello della casa editrice con relativa data di pubblicazione, in basso, tutti impressi rigorosamente in nero. La stampa fu effettuata presso la Tipocromo di Milano; nel colophon è riportata la data del 20 febbraio 1941. Vennero tirati 300 esemplari numerati da 1 a 300, più 20 fuori commercio, in edizione di lusso, numerati da I a XX contenenti una pagina autografa dell’autore, oltre a 30 copie destinate alla stampa. Le pagine erano 64 e il costo del libretto era di lire 10, come riportato sul piatto posteriore.

Le Edizioni di Corrente, che facevano capo al pittore Ernesto Treccani, nacquero dalla rivista «Corrente», finanziata dal padre Giovanni, senatore e fondatore dell’Istituto Treccani. Inizialmente nato come «Vita giovanile», a cadenza mensile, il periodico si trasformò poi in mensile con il titolo «Corrente di Vita giovanile», per assestarsi definitivamente in «Corrente» nel 1938. La rivista, di ispirazione antifascista, affiancava il movimento artistico eponimo che, oltre a Treccani, comprendeva figure del calibro di Birolli, Cassinari, Sassu, Guttuso, Morlotti, Vedova e Migneco.

Fin da subito il libretto venne accolto da alcune recensioni favorevoli, tra cui quelle di Bo, Dal Fabbro, Ferrata, Jacobbi, Macrì. Alfonso Gatto scrisse che «la poesia di Sereni è un fatto evidente: si tocca con mano, c’è, basterebbe citarla nei suoi esempi felici, e non per un florilegio di risultati – si badi –, ma per provare la qualità riposta, originaria, della voce». Attualmente le quotazioni per un buon esemplare, sempre più raro a trovarsi, si aggirano intorno ai 1000 euro. Il volumetto venne riproposto da Rosellina Archinto in una bella edizione in facsimile, completa di custodia, nel 1991, accompagnato al Giornale di «Frontiera» di Dante Isella. Nel 1942 Vallecchi pubblicò le Poesie di Sereni che, oltre alle tre sezioni presenti in Frontiera, ne propongono in calce un’ulteriore, senza numerazione e intitolata Ultime poesie, composta di quattro testi risalenti al 1941. Le tre precedenti sezioni vengono integrate da un paio di nuove liriche: A M.L. sorvolando in rapido la sua città, risalente al triennio 1938-40, e Strada di Creva, del 1941, accolte rispettivamente nella seconda e nella terza sezione. Per gli stessi tipi di Vallecchi apparve nel 1947 il Diario d’Algeria, di cui venne stampata una tiratura di testa comprendente 300 esemplari su carta speciale numerati e firmati dall’autore.

Infine nel 1966 Frontiera venne ristampato, con il titolo originario della raccolta, nella collana Acquario di All’Insegna del Pesce d’Oro di Vanni Scheiwiller in un’edizione di 2000 copie numerate, contrassegnata da una copertina di color verde smeraldo. Le 80 pagine presentano in calce una nota esplicativa dell’autore e una notizia bio-bibliografica. Nella nota si legge: «L’odierna ristampa rimette in circolazione un libro da parecchio introvabile. Alcuni versi inediti sono stati inseriti, qualche titolo è cambiato, alquanto diversa è la ripartizione interna che include per la prima volta i Versi a Proserpina e tra questi due poesie già del Diario d’Algeria. […] È dunque il mio libro d’anteguerra, ma con un piede già dentro la guerra – e si vede, credo, non solo dalle date». Le sezioni non risultano più contrassegnate dal numero romano ma acquistano un titolo e diventano quattro. Le prime due parti concernenti la lezione del 1941 vengono accorpate nella sezione Concerto in giardino, mentre la terza diventa Frontiera; a queste si aggiungono Versi a Proserpina e Ecco le voci cadono, contenente un unico testo dal valore programmatico, già presente nel volumetto del 1941. Le poesie sono diventate trentasette, undici in più rispetto alla princeps. Per il complesso studio sulle varianti si rimanda all’ineccepibile lavoro filologico compiuto da Dante Isella nel Meridiano mondadoriano delle Poesie, pubblicato nel 1995, oltre che al succitato Giornale di «Frontiera».

Facebooktwitterlinkedin