Gianni Cerasuolo
Viaggio a Pozzuoli/2

Il magma di Pozzuoli

Giuseppe Luongo, uno dei massimi esperti del bradisismo di Pozzuoli, contesta i dati di analisi e i piani di prevenzione della situazione: «Non si tiene conto del fatto che sotto al terreno si sta muovendo il magma»

Il professor Giuseppe Luongo, 84 anni, è uno che i Campi Flegrei li conosce bene. La sua tesi di laurea in scienze geologiche nei primi anni Sessanta, ruotava attorno alla «radioattività naturale dei Campi Flegrei». Nel settembre 1983 fu nominato direttore dell’Osservatorio Vesuviano. Ha fatto parte anche, della Commissione Grandi Rischi. E nel 1992 fu eletto anche al Senato tra i Democratici di Sinistra. È uno dei massimi esperti del bradisismo puteolano.

Professore, lei ci ha detto che non ha paura della nuova situazione di crisi sismica che c’è a Pozzuoli ma che rimane vigile, attento…

Quando dico che non ho paura ma sono attento voglio dire che bisogna interpretare correttamente i fenomeni che registriamo. Il sollevamento del suolo produce una deformazione delle rocce che, quando raggiungono un punto di rottura, provocano i terremoti. Risalgono gas e magma. Occorre esaminare attentamente come il sottosuolo si deforma e a quale profondità c’è la spinta del magma. Dai dati in nostro possesso sembra che il magma non migri verso la superficie. E questo è un fatto positivo. Il magma è pigro, non riesce per nostra fortuna a risalire, ha raggiunto l’equilibrio gravitazionale in profondità, fa così da decenni. Inoltre, la sismicità è superficiale, quindi è la parte fragile della crosta che si muove e si frattura. Importante è la velocità del sollevamento del suolo. Più il sollevamento è veloce, più le rocce non sopportano lo sforzo a cui sono sottoposte, perciò si fratturano e la terra trema.

Se la velocità invece è diversa?

Se la velocità è bassa, se è più lenta, le rocce si deformano di meno, si modificano lentamente. Immagini una barra di legno: se la sottoponi ad uno sforzo, prima o poi si spezza. Se invece prendi della plastilina, si deforma ma non si rompe.

Voi scienziati non siete però tutti d’accordo sulle cause della risalita del suolo…

Alcuni ricercatori sostengono che le scosse e la risalita del suolo siano dovuti a fenomeni legati a fluidi, a gas che risalgono in superficie. Non sono d’accordo. Io penso che tutto sia legato alla sorgente magmatica che oggi resta ferma a 3-4 km di profondità, come indicherebbero i dati delle deformazioni. Insomma bisogna localizzare la sorgente della deformazione, ovvero stare attenti a capire dove si trova il magma, seguire i suoi spostamenti. Se è a 8 km come ipotizzano alcuni (e non a 3 o 4 km come indicherebbero i dati delle deformazioni) è possibile non pensare ad una eruzione prossima, ma bisognerebbe comprendere lo stato della sorgente magmatica che trasferisce calore ai fluidi.

Quindi, non bisogna creare inutili allarmi?

Non bisogna fare i catastrofisti ma essere realisti. Vanno adottati modelli interpretativi precisi. Occorre sapere che cosa misurare.

E questo non viene fatto?

Non lo fanno in maniera adeguata in quanto trascurano il ruolo dominante del magma.

Lei non è d’accordo, anzi boccia i piani di una eventuale evacuazione redatti dalla Potezione civile: quelli, ad esempio, che dovrebbero far raggiungere ai cittadini di Pozzuoli, in caso di eventi estremi, la stazione Centrale di Napoli per poi essere indirizzati verso la Lombardia.

Facendo così, significa fare attraversare alla gente tutti i Campi Flegrei. Sarebbe un percorso pericoloso, sotto vento, troppo esposto alla caduta di materiale piroclastico. Bisognerebbe andare invece verso Nord, verso Villa Literno nel Casertano.

2. Continua. Clicca qui per leggere la prima puntata.

Facebooktwitterlinkedin