Lidia Lombardi
Itinerari per un giorno di festa

Domus Artium in musica per l’Ucraina

Riprendono i concerti nelle antiche dimore patrizie capitoline. Sulle note di de Falla o Debussy, tra arte e storia, si apriranno il Castello Chigi a Castel Fusano (il 12 marzo) e Palazzo Colonna a Roma (il 14 marzo e il 2 aprile). Il ricavato dei biglietti alla popolazione aggredita dalla guerra di Putin

Nell’arco di due giorni si aprono al pubblico due dimore nobiliari romane. Dietro i battenti, i rappresentanti di blasonate famiglie, che ancora vi risiedono. Daranno il la ad altrettanti concerti, in un’atmosfera rarefatta e insieme colloquiale. Sarà insomma un modo per rivivere inusitate pietre miliari della storia monumentale capitolina e di aggirarsi in sale regali come si fosse gli ospiti di una serata d’altri tempi. È il concept di Domus Artium, la serie di appuntamenti ideata da Barrett Wissman per coniugare musica e arte in scenari d’eccezione. La pandemia le ha imposto uno stop lo scorso gennaio, dopo la prima tappa al Castello Ruspoli di Vignanello. Ora si riprende, con due date ravvicinate, per recuperare il tempo forzatamente perduto. Ecco allora, il 12 marzo, l’apertura del Castello Chigi di Castel Fusano, inserito sullo sfondo di un paesaggio suggestivo, fatto di dune, pineta e mare. Il lunedì successivo, 14 marzo, toccherà alla dimora patrizia più grande di Roma, i tre ettari del Palazzo Colonna, esteso dal Quirinale a piazza Santi Apostoli. In questa seconda sede poi, Domus Artium ha attuato una sinergia più duratura, grazie alla collaborazione con la Galleria Colonna. I concerti saranno cinque, tutti sullo sfondo della Sala Grande, gioiello del barocco romano nei suoi settantasei metri di soffitto affrescato, specchi, cornici dorate, marmi e dipinti (Annibale Carracci, Tintoretto, Guercino Veronese e quel Guido Reni celebrato nella mostra appena inaugurata alla Galleria Borghese). Sottolinea Patrizia Piergiovanni, direttrice della pinacoteca di Palazzo Colonna: «Per la prima volta con Domus Artium ospitiamo concerti accessibili al grande pubblico mediante l’acquisto di biglietti e non esclusivamente su inviti, come è stato in passato. Ciò permette di dar vita a quella vocazione plurisecolare di accoglienza della cultura e dell’arte». 

E già perché nella vicenda di Palazzo Colonna – il cui primo nucleo è datato al X secolo, intorno alle rovine del Tempio di Serapide, e che arrivò a estendersi in sei dimore, estese fino a Montecitorio e alla galleria di via del Corso oggi intitolata ad Alberto Sordi – c’è un susseguirsi di intellettuali, di papi, di condottieri, di regnanti. Ospitò Francesco Petrarca, vi abitò papa Martino V che ricondusse a Roma la sede pontificia e vide ricomporsi lo Scisma d’Occidente, vi passò Castruccio Castracani, fu ricostruito da Bonifacio VIII, vide appeso il cadavere del tribuno Cola di Rienzo, ospitò duemila romani e la marchesa Isabella d’Este durante il Sacco dei Lanzichenecchi, fu nel 1802 la sede dell’abdicazione di Carlo Emanuele IV, re di Sardegna, a favore di Vittorio Emanuele I. E possiede al suo interno anche un teatro, ideato nel 1610 da Girolamo Rainaldi, architetto per i Farnese e tra i creatori delle scenografie barocche di Villa Borghese. Tanta storia e tanta gloria, dunque. E un’altalena tra interni scintillanti e prestigiosa quadreria – nella Galleria ho assistito alcuni anni fa a una divertente quanto dotta disputa tra Vittorio Sgarbi e Claudio Strinati sulla attribuzione di un dipinto catalogato di seicentesco “autore ignoto” – ed esterni organizzati a giardini all’italiana o a parco lussureggiante fino all’apice del colle Quirinale, verso il quale conducono i due camminatoi-archi su via della Pilotta.

L’occasione della visita, il 14 marzo alle 18,30, si unisce all’ascolto del pianoforte suonato da Hélène Grimaud (prenotazione e acquisto https:// shop.domusartium.org per ciascuna delle serate), in un concerto con musiche di Debussy, Satie, Chopin, Schumann, Silvestrov. E si ripeterà il 2 aprile allorché Luca Pisaroni eseguirà una antologia di arie d’opera.

Più articolato l’evento del 12 marzo nella dimora dei Chigi a Castel Fusano. Ad accogliere i partecipanti, alle 17,30, e poi al convivio di fine serata orchestrato dal cuoco di famiglia con ricette tramandate negli anni, sarà il padrone di casa, il principe Flavio Chigi: illustrerà la storia e gli aneddoti della sua villa fortificata, costruita nella secolare pineta a inizio Seicento e passata nel Settecento dalla proprietà dei Sacchetti a quella appunto dei Chigi. Deliziosa e leggiadra, uscita dal progetto e dalle decorazioni pittoriche di Pietro da Cortona, svetta in vista del mare con l’altana ancora più slanciata per le torrette ai quattro lati. Ma nello stesso tempo è legata a un episodio predatorio: Sigismondo Chigi lastricò il viale che attraversando il giardino conduceva al mare con i basoli della via attigua via Severiana, l’arteria imperiale estesa dalla foce del Tevere a Terracina. Rodolfo Lanciani, a inizio Novecento, riparò al misfatto, ricollocando le pietre antico romane al loro posto. Ma nel frattempo ci aveva camminato sopra il re Umberto I, che nel 1888 aveva affittato il castello.

Alla visita delle antiche stanze affrescate con soggetti tra il sacro e il profano – dai miti greci agli episodi del Vecchio e Nuovo Testamento sullo sfondo di un paesaggio lussureggiante quale doveva essere il litorale laziale nel Seicento – e alla “esplorazione” nella Galleria delle Carte Geografiche, seguirà un concerto all’insegna della Spagna: il chitarrista Angel Romero, un virtuoso dalla carriera brillante nelle maggiori orchestre statunitensi e ascoltato anche nella colonna sonora del film Milagro, suonerà musiche di de Falla, Albeniz, Tarrega e Garcia Lorca, negli anni giovanili alle prese con gli spartiti. Lo affiancherà la violoncellista Nina Kotova, americana di origine russa. Non mancherà la riflessione sulla guerra di Putin contro l’Ucraina. Né il sostegno concreto alla gente del Paese martire. Il ricavato dei tre concerti andrà alla popolazione in fuga e in armi per difendersi da Mosca.

Facebooktwitterlinkedin