Lidia Lombardi
Itinerari per un giorno di festa

Gita al Quirinale

Per festeggiare il nuovo anno, la dimora presidenziale si apre su internet. Un nuovo sito permette di visitare un gioiello dell'architettura: dalla terrazza della Torretta alla feritoia nel vano segreto dell’appartamento di Paolo V Farnese che si apriva sulla Cappella Paolina: cento chilometri di percorsi digitali

Sergio Mattarella consegna agli italiani il suo ultimo messaggio di fine anno e insieme un regalo prezioso: il palazzo nel quale ha vissuto dal febbraio 2015 e che durante il suo mandato ha voluto fosse il più possibile aperto al pubblico. Questa volta l’ingresso nel cortile porticato dove sventola il Tricolore è davvero urbi ed orbi: perché lo sterminato edificio sul colle che accolse nel IV secolo avanti Cristo il tempio del dio Quirino (e che dunque è stato antico romano, papale, napoleonico, sabaudo e repubblicano) si squaderna in ogni suo dettaglio digitando su pc, tablet, smartphone un breve indirizzo: G.co/Quirinale. Con un click si avranno a disposizione mille immagini, tredici capolavori ad altissima definizione e sessanta storie, tutto digitalizzato da Google Arts & Culture, dopo un anno di lavoro. E la visita virtuale non si ferma soltanto al Palazzo “sorvegliato” dai Dioscuri. Si estende alla Tenuta di Castelporziano, per un totale di cento chilometri di percorsi digitali.

Una filosofia ha guidato il progetto: la concisione che coincide con la chiarezza e la estrema duttilità e precisione delle immagini. Prendiamo uno dei must del Palazzo, lo Scalone di Ottaviano Mascarino. Si clicca sul menù ed ecco la voce di Francesco Pannofino che in “capitoletti” della durata media di dieci secondi spiega come l’ideazione appartenga al nucleo più antico, cinquecentesco, della residenza estiva dei Pontefici, quanto siano suggestivi gli effetti chiaroscurali determinati dalle coppie di colonne che salgono con la rampa dal disegno elicoidale, quanto l’ardito progetto abbia influenzato gli architetti, primo tra tutti Borromini che rifece una scala tale e quale per Palazzo Barberini. Le frecce con la tecnologia Streetview ci fanno salire uno ad uno gli scalini, godendo dei diversi punti di vista, come se fossimo proprio lì. Allo stesso modo, si godono decine di altri scorci: ecco, dalla terrazza della Torretta, il labirinto di siepe di bosso dei Giardini; e la feritoia nel vano segreto dell’appartamento di Paolo V Farnese che si apriva sulla Cappella Paolina, permettendo di assistere non visto alla Messa, orientata poi da Alessandro VII al fine di indirizzare lo sguardo direttamente sull’altare.

Il soffitto della cappella Paolina

I miliardi di pixel usati per l’alta definizione di tredici dipinti restituiscono al pari di una lente di ingrandimento dipinti famosi. C’è la Madonna del Cucito di Guido Reni, nella Cappella dell’Annunziata, attigua alla camera da letto che fu di Paolo V: il filo bianco e l’ago tenuto con due dita dalla Vergine sono quasi iperrealistici, tanto ravvicinati, insieme con la cesta dei rocchetti e delle pezze di lino. Ma ci sono anche le sei tele settecentesche di Corrado Giaquinto, “Affetti” di Giacomo Balla, “Aeropittura” di Gauro Ambrosi, due opere contemporanee di Luciano Ventrone, “Coerenza geometrica” e “Bacco”. Fino al virtuosismo dell’arazzo settecentesco “Pescatori”, che regala vibrazioni di colore singolari, e a quello del micromosaico che riproduce la raffaellesca “Madonna della Seggiola”, donato a Vittorio Emanuele III da Pio XI alla stipula dei Patti Lateranensi.

Ci si può perdere, nella vastità delle stanze visitate con il mouse. E vagare nei secoli, guidati dalla voce di Pannofino. Nel Salone dei Corazzieri, il più grande del Quirinale, i papi davano udienza e ricevevano i diplomatici provenienti da tutto il mondo. Lo testimonia il fregio che corre sotto il soffitto. Tra le otto ambascerie accolte da Paolo V, un esponente di colore e un giapponese, che non sfuggirono al pennello degli affrescatori, il Tassi, il Lanfranco, il Saraceni. Ma quando arrivarono i re piemontesi, al centro del soffitto a cassettoni dorati inserirono il loro blasone accanto a quello pontificio. E fecero dipingere gli stemmi di decine di Comuni, a sottolineare l’unità d’Italia dal Nord al Sud. Ma poi non si fecero scrupoli di fronte al carisma del luogo. Lo trasformarono prima in campo da tennis al coperto, poi in pista da pattinaggio per i principini.

Racconta storie e retroscena, battute e “miracoli”, il Palazzo digitalizzato. Nella Vasella, la sala che raccoglie le collezioni di porcellane, cristalli, argenti, si porta in primo piano un piatto con una dedica d’amore: un uccellino sullo sfondo rosa e celeste reca un minuscolo cartiglio dov’è scritto “A Madame du Barry”: era una delle favorite di Luigi XV di Francia e aveva stregato con il suo fascino il pittore Tandart, che le rese omaggio nel manufatto per la tavola reale.

I giardini del Quirinale

La passeggiata nei Giardini fa sosta presso la Fontana dell’Organo (idraulico, e utilizzato nel 2004, dopo il restauro, per un concerto) e davanti alla Fontana Rustica, un cerchio pavimentato a mosaico dal quale, a comando, escono zampilli alti come frecce, che “imprigionano” chi si sia posto al centro. Gregorio XVI se ne serviva per gli scherzi al prelato di turno e, commenta Gioachino Belli, per farlo “abbagnà ccome un purcino”. Il tour nella natura di Castelporziano rammenta il prodigio avvenuto nell’agosto scorso: la nascita, mai registrata prima, di una rara specie di tartarughe, le Caretta Caretta, giunte a popolare la duna a ridosso del mare in una nidiata di sessantuno piccoli.

Si moltiplicano di giorno in giorno le visualizzazioni, segno del successo della visita virtuale, che inevitabilmente lievita durante questo ritorno a uno psicologico lockdown, favorito dalla crescita di positivi che mai un anno fa, all’esordio trionfale dei vaccini, ci saremmo aspettati. Il Palazzo del Quirinale by Google Arts & Culture ha fruttato finora 17.510 visualizzazioni per le Sale di Napoleone e circa 175 mila per l’intervento-show, quattro anni fa, di Roberto Benigni in occasione della cerimonia per i David di Donatello. Lo possono seguire in tutto il mondo perché il Quirinale da remoto si propone in italiano e in inglese. Per la prima volta un palazzo del potere viene scandagliato così a fondo.

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