Lidia Lombardi
Itinerari per un giorno di festa

Nel nome di Petrassi

Ricco programma alla 55esima edizione del Festival Pontino di musica da camera. Appuntamenti lungo tutto il mese di luglio nel Castello Caetani di Sermoneta ma anche in altri luoghi suggestivi come il Chiostro di Sant’Oliva a Cori, l’Abbazia di Valvisciolo, l’Abbazia di Fossanova a Priverno

In abbazia e nel chiostro, nel circolo letterario, nel castello, nella tenuta dei viticoltori. Sono gli sfondi di una kermesse musicale giovane eppure collaudata per le tante edizioni, cinquantacinque: il Festival Pontino di Musica, che sul profilo dei monti Lepini e di fronte al mare di Ponza, di Sabaudia, del Circeo anima tutto il mese di luglio affinché non sia solo mare e spiaggia ma serate dell’anima per suoni e patrimonio artistico. È Goffredo Petrassi il nume tutelare del Festival – passava le estati nella sua villa del Circeo e ne divenne presidente onorario – ricco quest’anno di oltre venti appuntamenti. Concerti che spaziano dal repertorio rinascimentale a quello contemporaneo, al quale la manifestazione è istituzionalmente votata perché si eseguiranno spartiti provenienti proprio dall’archivio dell’Istituto Petrassi di Latina. Si respira un’aria da college – il Campus internazionale di Musica di Latina appunto – qualsiasi siano gli spartiti eseguiti ed è questo una delle particolarità del festival: perché vi si affiancano corsi di perfezionamento per giovani musicisti che arrivano da tutto il mondo.

Il loro quartier generale estivo diventa così il Castello Caetani di Sermoneta, quinta per la maggior parte dei concerti, sia nella piazza d’armi all’ombra dei due maschi medievali che nelle scuderie di questo arcigno complesso militare dominante il borgo. I duchi Caetani informarono di sé tutto il territorio, dal monte alla pianura. Se infatti Sermoneta è “appoggiata” ai Lepini, il Giardino di Ninfa – il paradiso botanico creato nel Novecento dalla blasonata stirpe sulle rovine di una città medievale – è propaggine a valle del loro dominio, un sogno che replica nei viottoli, nelle torrette, nei torrentelli oltre che nella natura lussureggiante e variegata il mondo cavalleresco dei cicli di novelle. È al Castello che questa sera, venerdì 5 luglio, si terrà il concerto conclusivo di composizione elettroacustica, con prime assolute degli allievi eseguite al pianoforte e coordinate registicamente nel suono da Roberto Terelle. Ed è qui che sabato 20 alle 21 si terrà un concerto itinerante, animato dall’ensemble vocale a cappella De Labyrintho e dal racconto del giornalista musicologo Sandro Cappelletto che narrerà la figura di Carlo Gesualdo da Venosa, maestro che segnò il passaggio dalla tradizione del Rinascimento a quella del barocco. Ancora qui si esibiranno sabato 13 luglio la violinista olandese Liza Ferschtman e la violista americana Jennifer Stumm in un programma che va da Bach a Fritz Keisler. Il giorno successivo si sposteranno insieme con il violoncellista Giovanni Gnocchi per eseguire trii di Schubert e Beethoven nell’Abbazia di Fossanova (Priverno), altro scenario suggestivo del Festival, con la trina del suo rosone e lo slancio del tiburio ottagonale. La chiesa cistercense dove lasciò questo mondo Tommaso d’Aquino risuonerà delle note di Haydn e Mozart la domenica successiva, 21 luglio ore 19,30, ancora protagonista il violoncello di Gnocchi.

Entra nel gioco dei suoni anche l’austera Abbazia di Valvisciolo, tra Sermoneta e Ninfa, con una serata intrigante, fissata per il 18 luglio alle 20,30. Il Duo Marsia formato da Gregorio Maria Paone e Mario Piluso, rispettivamente clarinettista e fisarmonicista – un connubio raro da ascoltare – si cimenterà in originali trascrizioni fra Bach, Beethoven e i ritmi del tango argentino. Altro angolo suggestivo è il Chiostro di Sant’Oliva, a Cori, il borgo in collina rinomato per il suo pane, rigorosamente cotto a legna. Ha di speciale questo, Sant’Oliva: la chiesa, medievale, ingloba resti di un tempio del III-I secolo avanti Cristo; la cappella, interamente affrescata, è del Quattrocento; il chiostro all’interno del convento è rinascimentale. Insomma, secoli di storia sono racchiusi nella sua piazza panoramica. Ebbene, l’occasione per visitare il complesso è il pomeriggio del 25 luglio prima che (alle 21) il Duo Mateaux, formato dalla violoncellista Giovanna Buccarella e dal chitarrista Francesco Diodovich eseguano un repertorio dal secondo Novecento ai nostri giorni, che comprenderà la Suite del chitarrista flamenco Faliu Gasull, le Danzas Latinoamericanas di José Elizondo e Free Life on Earth di Giovanni Sollima.

L’Omaggio a Hector Berlioz a 150 anni dalla morte si terrà invece al Circolo Letterario di Latina. Lo farà il 10 luglio Claude Delangle, tra i maggiori sassofonisti odierni, accompagnato al pianoforte da Odile Catelin Delangle. Le composizioni di Berlioz saranno messe a confronto con quelle di altri grandi francesi che lo seguirono: Debussy, Poulenc, Saint-Saens, fino al contemporaneo Philippe Leroux. Chiude la kermesse il 31 luglio una vera e propria festa musicale in una cornice inedita: la tenuta San Pietro a Cori, azienda agricola biologica di Marco Carpineti, che produce vino e olio e ama i cavalli. I filari delle viti, l’ombra degli olivi, il verde del prato sul quale sorge la rustica e bassa casa, mentre severo e funzionale è l’aspetto della cantina, saranno nella loro vitalità non artefatta la quinta significativa per i giovanissimi musicisti – più di cento – della JuniOrchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Diretti da Simone Genuini in un programma di brani celebri che si aprirà con Mozart (l’Ouverture dell’Idomeneo) e proseguirà con Massenet, Grieg, Puccini, fino alla Carmen Suite di Bizet e Un americano a Parigi di Gershwin. Prosit! (Nella foto: una suggestiva immagine del Festival Pontino di Cesare Galanti).

 

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