Alice Bellucci
Da dove, da quanto/12

Guardare, raccontare

Con una riflessione di una studentessa sul senso del guardare, capire e raccontare, si conclude l'esperimento del Liceo Montale di Roma che Succedeoggi ha seguito passo passo

Quanto è difficile conoscere davvero la città in cui si vive? E quanto si complicano le cose se quella città è Roma?

Sembra impossibile dire di non conoscere Roma: nominata su tutti i libri di scuola, capitale della storia, dell’arte e della cultura, la sua fama è innegabile. Ma chi, non solo delle frotte di turisti che di continuo vengono da ogni parte del mondo per ammirarne le meraviglie, ma anche dei suoi infiniti abitanti che ne attraversano ogni giorno le vie, le strade, le piazze, può dire con assoluta certezza di conoscerla in tutto? Sicuramente non noi.

No, perché ognuno di noi vive la propria quotidianità legata sempre ai soliti posti: c’è il tragitto che la mattina da casa ci porta a scuola e che, dopo ore interminabili, da scuola ci riporta a casa, il punto in cui ci incontriamo con gli amici per uscire (ormai non c’è nemmeno più bisogno di darsi appuntamento), poi lì ci ho dato il primo bacio, ah, ma se andiamo in centro oggi, per cambiare?

Forse non saremo mai in grado di scoprirne ogni aspetto, però possiamo dire che il progetto “Da dove, da quando” ci ha permesso di entrare in contatto con realtà, esperienze ed epoche che non facevano parte della “nostra” Roma. Come turisti nella città che ci ha cresciuti, abbiamo vagabondato per le strade della Magliana, un quartiere tormentato da un passato non semplice e afflitto dai pregiudizi. Abbiamo ascoltato le storie di coloro che in quel quartiere ci sono cresciuti o ci si sono trasferiti per necessità o ne sono fuggiti alla prima occasione; ricordi felici e angosciati, di guerra e di pace, di libertà e di oppressione. Abbiamo cambiato punto di vista, osservando i palazzi, le strade, le scuole, le persone tramite l’obiettivo di una fotocamera. Abbiamo cercato, analizzato, selezionato gli elementi che, secondo noi, meglio riuscissero a raccontare tutte quelle vite che non abbiamo vissuto.

Non è stata un’impresa facile: ci siamo ritrovati ad esporci, a sperimentare strumenti nuovi, ad entrare in contatto e in relazione con estranei per interrogarli sul loro passato; è stato un po’ come partecipare ad un gioco della fiducia, ma abbiamo deciso di buttarci. Ciò che ne abbiamo ricavato è stata la presa di coscienza della complessità della realtà che ci circonda.

Forse, anche se solo per un breve istante, ognuno di noi ha realizzato che per capire e conoscere davvero Roma non basta visitare i suoi grandi monumenti o studiare i suoi secoli di storia: servirebbe incontrare ad una ad una le anime che l’hanno resa, la rendono e la renderanno la città meravigliosa e, allo stesso tempo, tremenda che è.


La fotografia accanto al titolo è di Roberto Cavallini che, con Arturo Belluardo, ha curato il laboratorio del Liceo Montale sul tema “Da dove, da quanto”.

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