Ida Meneghello
Diario di una spettatrice

Il gioco del destino

"Past lives", il film di Celine Song, è un ricamo su tutto quello che nella vita di qualunque individuo sarebbe potuto succedere se... se il destino non l'avesse fatta da padrone

Questa è una storia di vite passate e di vite presenti com’è la nostra, di ciò che avrebbe potuto essere e non è stato, di ciò che un giorno forse sarà, è la storia di un amore più forte delle circostanze che ci fanno incontrare e vivere insieme oppure no, magari non ci succede.

Il fil rouge di Past lives, il film che segna il debutto alla regia della drammaturga e sceneggiatrice sudcoreana Celine Song, è una parola coreana: 인연, in yun, ovvero la provvidenza, il destino. Il destino dei tre protagonisti che vediamo nella prima scena seduti sugli sgabelli alti di un bar newyorkese a notte fonda, lei col caschetto nero e l’ovale perfetto di una giovane donna coreana che ride e parla a due uomini, uno che pare suo fratello grande, l’altro barba e capelli americani. Due voci fuori campo si chiedono: chi saranno quei tre? Cosa li lega? Perché è evidente che c’è un legame profondo al di là delle chiacchiere e della bevuta notturna. La giovane donna sposta lentamente lo sguardo dai suoi compagni verso l’obiettivo e fissando per un attimo lo spettatore sorride, è tutto chiaro. Il legame c’è, è 인연, in yun, ma perché il destino si avveri servono ottomila vite precedenti di incontri e mancate coincidenze, di corpi che si sfiorano, di strade che divergono e si incrociano e finalmente il miracolo accade. A lei il miracolo accade a metà e perciò lei sa che tornerà in un’altra vita, per ritrovare quell’amore nato a dodici anni sui banchi di scuola.

Celine Song ci racconta con questo film ciò che è le accaduto davvero: come la protagonista Nora Moon lei è nata in Corea, ha seguito da bambina i genitori in Canada, è naturalizzata canadese e ora vive a New York sposata a uno scrittore americano.

Il gioco del destino e della fantasia, per citare l’omonimo film di Hamaguchi, si dipana attraverso 24 anni: l’incontro sui banchi di scuola tra Na Young (ovvero Nora Moon) e Hae Sung, l’inizio di un amore, la partenza della famiglia di lei per il Canada, i due che dodici anni dopo si ritrovano su Facebook e si raccontano su Skype, il mancato appuntamento che allontana le loro vite verso altre strade, dopo dodici anni si ritrovano a New York, lei sposata con Arthur, lui che arriva per rivederla.

Cosa sarebbe successo se lei non avesse lasciato la Corea, si sarebbero sposati oppure no? E quei brevi giorni newyorkesi sono il loro presente o sono già una vita passata? Avranno mai un’altra chance per ritrovarsi? Ovviamente non lo sanno.

Past lives è un film struggente perché è totalmente privo di qualsiasi compiacimento o lagna romantica, è un film che regala una visione non stereotipata di Seoul e di New York, è infine un film che consola tutti i nostri “cosa sarebbe successo se”. Perciò è imperdibile, perché oggi più che mai abbiamo bisogno della tenerezza di Celine Song, del suo sguardo leggero che ci rassicura e ci ripete: nonostante tutto va tutto bene.

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