Roberto Mussapi
Every beat of my heart

Il fiore e gli amanti

Salvatore Marradi, il poeta che si cela e che “ruba”, dichiarandolo, i versi altrui, che si fa ispirare dalla voce dei grandi, «compie un furto esemplare»: da “I fiori splendenti” di Ali Al Baghdadi, vissuto al Cairo in un momento travolgente, a metà del 1300

Torna su queste pagine Salvatore Marradi, che come alcuni ricordano certamente, riscrive poesie da lingue che non conosce. Tagore, Rumi… ho pubblicato non pochi dei suoi “falsi” che testimoniano un talento poetico unico, e non naif: non dimentichiamo che il grande Yeats, uno dei massimi poeti del Novecento, Premio Nobel, tradusse versi da tragedie di Sofocle dal greco che non conosceva, che l’altro irlandese (sono tutti un po’ felicemente matti, evidentemente, o come dice Allan Parker, nel bellissimo The commitments, noi irlandesi siamo i neri d’Europa) Seamus Heaney, ha tradotto poesie da Leopardi, e poeti francesi, tedeschi, da lingue che non conosceva. Io sono rigido in materia: una traduzione accade da una lingua che conosci; Bonnefoy traduce, e migliora, Petrarca, da un italiano che possiede, certo. Ma quelle di Yeats e Heaney sono imitazioni, genere che pratico, dichiaratamente. L’imitazione, mia o di un altro poeta, è comunque dichiarata, come il mio Racconto di Natale da Dickens, o ballate da Villon. O come il mio libro dalle Metamorfosi da Ovidio, di cui è esplicita imitazione. Quello che fanno Yeats e Heaney e ora il simpatico Salvatore Marradi (che vorrei prima o poi conoscere anche di persona), è altro, è una specie di simpatico furto da versi che il poeta ritiene irraggiungibili. Byron scrisse che i poeti normali imitano, quelli grandi rubano.
Marradi non è Byron, certo, ma in questi versi ispirati dal poema d’amore I fiori splendenti di Ali Al- Bagdadi, vissuto al Cairo in un momento travolgente – a metà del 1300: la peste, i Mongoli che premono da una parte e i Cristiani dall’altra… un mondo magico – compie un furto esemplare.

 

 

 

 

 

 

 

L’uomo che lei amava sentì i versi della ragazza,
che le vennero spontanei dalle labbra e dal cuore,
baciò una rosa che aveva per lei, in mano,
lei la prese e se la mise tra i capelli, dopo averla baciata
e cantò, con una voce nuova:
«Lui che con il suo sguardo mi fa illanguidire…
la mia vita è nel suo fiore bianco e rosa.
Sembra che sia stata appena colta
sulla guancia di lui che me l’ha offerta.
È lui che le ha dato, aspirandone il profumo,
una vita nuova, come se avesse bevuto
il sorso della sera e lo avesse soffiato nella rosa».
Allora l’uomo amato prese un narciso e disse
«canta, parla, fammi la grazia
di un poema su questo narciso,
la rosa non esiste più, la rosa sei tu».

Salvatore Marradi
Da I fiori splendenti di Ali Al Baghdadi

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