Alessandro Boschi
Visioni contromano

Venezia rosa shocking

Domani si apre la Mostra del cinema di Venezia. Che cosa dobbiamo aspettarci? Un un tappeto rosa più che rosso causa sciopero di Hollywood. Il direttore Alberto Barbera è corso ai ripari sostenendo il cinema italiano. Ma davvero è un problema?

Dopo tre anni di assenza la curiosità di tornare al Lido di Venezia per l’80^ edizione della Mostra internazionale d’arte Cinematografica confligge con la complicata procedura, complicata per chi scrive, indispensabile per ottenere i biglietti per le proiezioni. Molto meglio le lunghe file e magari il rischio, il brivido, di rimanere fuori per esaurimento posti. Adesso no, adesso si rischia solo l’esaurimento. Va detto che le resistenze psicologiche fanno la loro parte, ma se la metà delle cose che si leggono sui social in proposito corrisponde al vero, allora sono davvero molti a pensarla come noi, che poi in fondo ci lamentiamo solo da quest’anno.

La sensazione è che sarà una bella mostra, un po’ per la fiducia che da sempre riponiamo nel direttore Alberto Barbera, padre e soprattutto saggio padrone della manifestazione, un po’ per l’atmosfera che si sta respirando, anche lontani dal Lido. Atmosfera che trova la sua giustificazione in un programma ricco e variegato nonostante il rischio concreto, causa sciopero, di un tappeto rosa più che rosso. D’altra parte proprio il rosa è il colore cinematografico al momento più di moda.

Per quello che riguarda il nostro cinema, se ne leggono invece di tutti i colori. C’è chi se la prende con gli sceneggiatori, con i registi, con gli attori e soprattutto con chi a questi film permette di vedere la luce. Ovvero i produttori tutti, privati e non. Considerazioni legittime, se non fossero fatte, anche le più eleganti, con il proposito di sostenere la propria parrocchia o il proprio referente, perché di questo poi si tratta. Vedremo. Gli italiani che troveremo sono numerosi, ma quantità non sempre fa rima con qualità. Una brevissima considerazione sul nostro cinema e su come lo trattiamo potremmo farla prendendo in considerazione l’ultima edizione del festival di Cannes: il film che ha vinto, Anatomie d’une chute, è un bellissimo film che ha come pregio maggiore il fatto di essere francese. Il cinema italiano, quindi, ha due problemi: il primo dei quali è quello di non proteggere abbastanza i propri prodotti.

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