Ida Meneghello
Il cinema de laMeneghello

L’amore, alla fine

“Spoiler alert”, nuovo film di Michael Showalter, parte come una pellicola sul dolore e invece è una bella parabola sull'amore allegro e vita tra due giovani newyorchesi. Ed è un caso che la malattia ci si metta di mezzo...

Ci avviamo alla pausa estiva, per vedere i film passati a Cannes dovremo attendere settembre e i mesi seguenti. Ma è ancora possibile scovare in sala qualche pellicola interessante. È il caso di Spoiler alert, il film del pirotecnico Michael Showalter (attore comico, sceneggiatore, produttore, regista di serie tv e cinema, tra i suoi titoli The big sick), basato sul libro autobiografico del giornalista statunitense esperto di televisione Michael Ausiello. Quale sia il finale della storia, ciò che il titolo annuncia esplicitamente, lo si vede nella prima scena: Michael è disteso accanto all’amore della sua vita, Kit, in un letto d’ospedale a Manhattan. Kit sta morendo per una rara forma di cancro aggressiva e incurabile, entrambi sono giovani e belli, avrebbero avuto tutta la vita davanti, avrebbero voluto invecchiare insieme, è insomma una morte ingiusta e inaccettabile. Le carte sono in tavola e lo spettatore si prepara a vedere l’ennesimo film dolente e strappalacrime, magari pentendosi della scelta fatta.

E invece no, fin dalla seconda scena la pellicola cambia completamente registro e con leggerezza racconta una storia d’amore che durerà 14 anni e porterà alla ribalta, oltre ai protagonisti Michael Ausiello (Jim Parsons) e Kit Cowan (Ben Aldridge), un gruppo scoppiettante di amici newyorkesi degni di Woody Allen e soprattutto i genitori di Kit, Marilyn e Bob (Sally Field e Bill Irwin) che non si scandalizzano minimamente quando il figlio presenta loro il suo fidanzato. La storia decolla, Natale dopo Natale, cena dopo cena, punteggiata dai siparietti divertenti in cui Michael rivive la sua infanzia di bambino obeso immaginando la sua famiglia dentro una tipica sit-com.

Insomma nessuna concessione al voyeurismo del dolore, ma la grazia di un racconto dolcemente partecipe e insieme distaccato che purtroppo non prevede l’happy end. Del resto per Michael e Kit, come per tutti noi, all you need is love. E che il finale venga spoilerato fin dall’inizio in fondo è liberatorio.

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