A Lugano la mostra “Shomèr Ma Mi-Llailah”
La notte, per la pace
“Sentinella, che ne è della notte?” è il tema ispiratore di “un’Opera di Opere”, composta da 146 formelle di altrettanti artisti. Il ricavato delle vendite sarà devoluto alla Fondazione Magis di Roma, opera missionaria impegnata in progetti per la cultura, i diritti fondamentali, l’educazione
Un momento nel tempo fuori dal tempo, una notte immota, ctonia, immensa. Gusto olfatto tatto si tendono nel buio affamati, afferrando con misurata calma le tracce di un giorno lontano, vagamente sensuale, confuso tra mito e memoria. La vista affonda nella notte senza ombre. L’udito teso nel vuoto del silenzio assoluto attende immobile di adempiere al suo compito: cogliere quel sussurro o tuono che romperà il vuoto investendolo come un’onda. La domanda, l’umana eterna domanda di uno dieci cento, innumeri come la sabbia, in innumerevoli o cento o dieci o una sola voce: Shomèr Ma Mi-Llailah, Sentinella, che ne è della notte? Così Francesco Guccini, nel 1983, rendeva il celebre passo del Profeta Isaia familiare e orecchiabile anche per chi non ha dimestichezza con la Tanakh. Con sonorità mature che assecondano la ritmica cadenza suo marchio di fabbrica, donava, e dona ancora oggi, al suo vasto pubblico una lettura del versetto di Isaia che svela quanto vero sia che il senso religioso dell’uomo non sta nella sua adesione, più o meno dichiarata, a un credo spirituale, quanto nell’apertura e nell’instancabile reiterarsi di quella domanda di senso e di significato, fatta con fede o con rabbia, rivolta a Dio o contro Dio, costitutiva della coscienza di ciascun essere umano.
Ma Shomèr Ma Mi-Llailah, passo tratto dal versetto del Profeta Isaia 21.11, è anche il tema che Mauro e Chiara Valsangiacomo dell’agenzia culturale alla chiara fonte di Lugano, hanno proposto ad artisti, poeti e altri creativi «per rendere percettibili le oscurità e le luci, le nostalgie e le speranze, le visioni e la bellezza profetica immaginate da donne e uomini di passaggio in questo tempo incerto quanto irripetibile del mondo». L’idea nasce da un incontro avvenuto lo scorso settembre tra i coniugi Valsangiacomo e Gianleonardo Latini, critico d’arte e membro della sezione italiana dell’AICA (Association International of Art Critics), e all’epoca curatore di una piccola mostra di Arte Solidale presso la sede della Fondazione Magis a Roma. Il tema è netto e incisivo: Sentinella, a che punto è la notte? Isaia 21.11. La proposta è chiara e trasparente: donare una propria opera a favore della Fondazione Magis di Roma, Movimento e Azione dei Gesuiti Insieme per lo Sviluppo, opera missionaria della Provincia Euro-Mediterranea della Compagnia di Gesù e organizzazione non governativa, che sostiene progetti di cooperazione nei settori cultura, diritti fondamentali, educazione, pace, salute. La risposta al di là delle aspettative degli organizzatori: 146 tra artisti poeti ed altri creativi rispondono donando, in una formella 20×20, le proprie visioni. Ne nasce un’Opera di Opere, una pala di quasi 5metri di lunghezza per quasi 2 di altezza composta di 146 formelle, 146 voci, 146 sguardi, ciascuna con la propria identità, con il proprio messaggio, che si amalgamano e si muovono, come un’unica onda composta di singole irripetibili gocce, verso lo spettatore, all’unisono. Quando esce dall’individualismo, come questa domanda porta a fare, aprendosi senza paura a un confronto, costringendo a riflettere sulla condizione umana, è allora, afferma Gianleonardo Latini, che l’arte informa, contribuendo a far sì che il mondo sia un luogo migliore, di comprensione, speranza e giustizia. Arte, quindi, portatrice di pace.
E proprio WAR è il titolo dell’opera della pittrice, fotografa e performer Gioia Maria Aloisi: «Ho lavorato al mio frammento di opera ponendomi silenziosamente più volte la domanda “Sentinella a che punto è la notte?” È nato un ascolto totale della notte, come realtà di fuga da un momento difficile legato al procedere di una guerra inutile, come quella che si alimenta senza freni alle porte dell’Europa e non solo. WAR. Ho sentito la necessità di lasciare nero il fondo, un po’ come quando ci si sveglia di notte e i pensieri diventano spessi, intensi e a volte la paura provoca un soprassalto al cuore e quasi nega un possibile arrivo del mattino. Una notte in cui si sente all’improvviso una spina nel cuore e si comincia – come un dire che si fa scrittura e preghiera – a desiderare lo spiraglio della luce. Il mio pennello è andato a scrivere in bianco, lasciandomi inerte nei pensieri, con la mano frenetica per una aggrovigliata copertura del nero. Fra un incerto procedere che si fa intenso bianco calligrafico compaiono momenti “ferita” rossi che nascono da visioni di spari e di vittime innocenti, prede di una notte senza tregua, a cui seguono lunghi bianchi totali di speranze da nutrire e idee di pace, mattini nei cuori e nelle azioni, da alimentare insieme costantemente. Sottolineo che il pennello è quasi sempre rimasto sospeso a lasciare gocciolare lo smalto liquido sul foglio, quasi a non toccare nemmeno il nero, creando micro-figure e forme in cammino… sospeso come noi. Siamo tutti nelle mani di Dio».
«Per me la notte del titolo c’è stata, e c’è ancora nella incosciente rabbia e cecità e rimozione del morbo per alcuni miei simili umani. Fortunatamente sulla terra desolata di cenere lava e combustione splende ancora il plenilunio»: così, invece, l’artista Teresa Maresca descrive Plenilunio, la sua visione, il suo lavoro multi materico, concettuale e visionario. Arte, dunque, foriera di luce. L’Opera di Opere non cambierà il mondo ed è solo una minuscola goccia nell’immenso mare dell’arte, ma sicuramente rappresenta una piccola luce nelle tenebre della povertà e dell’ignoranza per la Fondazione Magis, alla quale andrà l’intero ricavato della vendita di ciascuna formella, acquistabili singolarmente al prezzo fisso di 250 chf (251,38€) e visionabili, per una lettura migliore e per chi non potesse andare a Lugano, in un catalogo pubblicato da Edizioni alla chiara fonte, anch’esso acquistabile, al costo di 10 chf (10,06€). Il progetto espositivo, inaugurato il 25 marzo scorso, resterà visibile presso la Sala San Rocco di Lugano, fino al 16 aprile, tutti i giorni dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 18.00. Così il Profeta fa rispondere alla sua sentinella: «È venuto il mattino ed anche la notte; se volete domandate, interrogate, tornate a venire» (Isaia 21.12). Anche se potrebbe non esserci risposta – come scetticamente suggerisce Guccini, sono nella domanda i Segnali di Vitanella notte –, è nella domanda stessa la risposta perché, come ci insegna la tradizione ebraica, vale più una buona domanda che una buona risposta.
Nell’immagine vicino al titolo, particolare della copertina del catalogo della mostra, pubblicato da Edizioni alla chiara fonte