Michela Leonardi
Cartolina dall'Inghilterra

Isole (che non ci sono)

Al museo Fitzwilliam di Cambridge una bella mostra racconta la preistoria di tre grandi isole del Mediterraneo: Cipro, Creta e la Sardegna. E alla fine del percorso si scopre che erano luoghi per niente isolati, ma strettamente legati tra loro

Al museo Fitzwilliam di Cambridge è in corso una bella mostra chiamata Islanders (Isolani). Il sottotitolo è “La creazione del Mediterraneo”, e racconta la (prei)storia di tre grandi isole mediterranee, Creta, Cipro e la Sardegna, dall’inizio dell’Età del Bronzo (circa 5000 anni fa) al periodo tardoromano (fino al 300 d.C.).

Le sale sono chiare e luminose, circondate da grandi foto di paesaggi costieri, e ci trasportano in un mondo apparentemente molto lontano dall’Inghilterra nevosa di questi giorni. Invece di suddividere la mostra in senso geografico (Cipro da una parte, la Sardegna da un’altra, Creta da un’altra ancora) l’esposizione ruota (letteralmente, presto si capirà perché) intorno a grandi temi come risorse e tecnologie, cibo e rituali, connessioni e migrazioni, oggetti e comunità. Questi vengono raccontati in grandi vetrine tondeggianti che contengono oggetti provenienti dalle tre aree, senza sottolinearne l’origine. Una persona curiosa troverà nelle didascalie tutte le informazioni che può desiderare, ma chi volesse immergersi nella mostra senza passare troppo tempo a leggere noterà in questi grandi temi un interessante intreccio fra differenze e continuità.

Procedendo nel percorso, diventa sempre più evidente come queste tre comunità abbiano sviluppato nel tempo delle identità personali e distinte, ma all’interno di una fittissima rete di scambi culturali e commerciali per cui nessuna isola era veramente “isolata”.

Nell’ultima sala il messaggio si fa più potente. Nella riscoperta del ruolo delle attività comunitarie nella vita sociale, lo sguardo di chi osserva non può non trascendere il passato per riscoprire i legami con un presente in cui l’isolamento viene sempre più spesso proposto come una soluzione.  “No man is an island”, nessun essere umano è un’isola, scriveva il poeta inglese John Donne nel 1600. Lo sapevano già gli isolani e i mediterranei di migliaia di anni fa, forse è il caso che lo riscoprano anche quelli di oggi. 

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