Roberto Mussapi
Every beat of my heart

Ombra d’Autunno

«Mio eterno Autunno, / tu mia vera stagione mentale» canta Apollinaire… Non è per lui stagione di rimpianti, ma “un brivido di desiderio” legato al ricordo di quelle mani «che amai l’anno passato» e che adesso «sono le foglie sparse al tuo suolo»

Vivo le quattro stagioni naturalmente, come Vivaldi: ognuna ha il fascino non solo di sé ma del passaggio alla prossima, e il brivido di quella appena trascorsa, che ancora in lei ha un’inconscia memoria. L’autunno è ancora estate, svanente, sta incubando l’inverno; l’inverno freme di primavera in modo vitale e angosciante, come nella Terra desolata di Eliot. Sapendo dalla nascita, prima di imparare a leggere, che le stagioni sono parti di un anno, che ognuna ha un senso, conosco e sento le realtà dominanti: sono uomo dell’acqua, dell’aria, del fuoco. Non della terra. Nuotare come un delfino, guardare gli uccelli e parlare con loro e ammirarne la voce irraggiungibile, poi, sempre, ardere: non le fiamme dell’inferno e di chi brucia la propria esistenza, ma di chi vive ardentemente. La terra, con i suoi colori, i marroni, la campagna, pur così generosa, mi deprimono. Le mie stagioni sono l’estate l’inverno, due pienezze, a patto che l’inverno abbia tanta neve, e che l’estate sia dal Mediterraneo in giù, bruciante e luminosa.
Per questo ammiro una poesia come quella di Apollinaire, che state leggendo: questo forse sopravvalutato ma autentico poeta coglie l’autunno privo di lamento, foglie morte alla Édith Piaf, nostalgia, sentimento sinistro. Ma il senso che d’autunno tutto pare andarsene quando prima c’era, il bacio di una donna è già una foglia caduta: c’è un brivido di desiderio nell’autunno: ricordo, non rassegnazione.

Costellazione

Io sono soggetto al Signore
della Costellazione dell’Autunno
per questo amo i frutti, odio i fiori,
e appena dato un bacio lo rimpiango,
come un noce bacchiato dice al vento i suoi dolori.

Mio eterno Autunno, 
tu mia vera stagione mentale,
le mani di quelle che amai l’anno passato
sono le foglie sparse al tuo suolo.
Una sposa mi segue, la mia ombra fatale…
Stasera le colombe fanno il loro ultimo volo.

Guillaume Apollinaire

Traduzione di Angelo De Maria

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