Anna Camaiti Hostert
Cartolina dall'America

Per Barbara Walters

Ricordo di Barbara Walters, la grande giornalista statunitense, morta nei giorni scorsi a 93 anni. Era stata la prima a entrare, cinquant'anni fa, in un mondo di maschi: dopo di lei, l'informazione non è stata più la stessa. Non solo quella delle donne

Ci sono stati negli ultimi giorni del 2022 alcune morti eccellenti come quella di Benedetto XVI e quella di Pelé su cui, con grande commozione, ho letto sul nostro giornale gli articoli di Gianni Cerasuolo e di Marco Ferrari, che mi hanno riportato indietro alla mia infanzia facendomi sfilare di fronte tutti i campioni di cui conosco i nomi e le gesta. E di cui ho grande nostalgia. Ma ce n’è una di queste morti di cui mi corre affettuosamente l’obbligo di parlare ed è quella di Barbara Walters, icona del giornalismo americano che nel 1976 divenne la prima donna conduttrice in un programma televisivo di Informazione, entrando in un mondo interamente di uomini. E dove almeno all’inizio non fu affatto la benvenuta. Venne semplicemente tollerata, ma non accettata appieno.

Walters è morta a New York a 93 anni il 30 dicembre. Senza ripetere le numerose informazioni che su di lei sono già apparse sulla stampa, basterà ricordare che è stata una delle giornaliste più pagate nel mondo dell’informazione (si è arrivati a parlare anche di 12 milioni all’anno), durante sua lunga carriera, ha vinto un Emmy Award e ha avuto 12 nomination per l’Oscar della televisione, ha intervistato molti dei potenti del mondo, “più di quanti ne abbiano potuti incontrare i presidenti degli Stati Uniti”, come ella stessa amava ripetere. E a proposito di questi ultimi ha intervistato tutti quelli che hanno seguito Richard Nixon incluso, anche Donald Trump. L’attuale presidente Joe Biden le ha reso onore dicendo in un twitter dove esibiva una sua foto accanto alla giornalista: “Barbara Walters è sempre stata un esempio di coraggio e di verità – ha rotto numerose barriere, guidando il nostro paese in avanti. La sua eredità continuerà ad essere un’ispirazione per il mondo del giornalismo”.

Barbara Walters ha intervistato molti dei personaggi che hanno fatto la storia degli ultimi 60 anni: Fidel Castro, Margaret Thatcher, Saddam Hussein, Boris Yeltsin, Vladimir Putin, Moshe Dayan, Answar Sadat, solo per ricordarne alcuni. Non si contano poi i leggendari personaggi dello spettacolo tra cui Grace Kelly, Elizabeth Taylor e Katharine Hepburn, Clint Eastwood, Sean Connery e molti altri. Essere intervistati da Barbara Walters significava avercela fatta nel proprio campo, essere diventati rilevanti ed eventualmente diventarlo ancora di più.

Era stata anche imitata da diverse comiche a Saturday Night Live, il famoso programma satirico del sabato sera. Cheri Oteri una delle performer che la imitò dalla fine degli anni ’90 ai primi del nuovo millennio ricorda di lei un aneddoto molto divertente. Era riuscita ad avere, durante il programma, una faccia a faccia con la famosa giornalista, abbastanza restia a cose del genere. Insieme erano apparse come in uno specchio di fronte allo schermo. Durante la gag, registrata in precedenza, la giornalista, che era famosa per curare puntigliosamente il proprio look sullo schermo, aveva interrotto la registrazione alcune volte per chiamare la parrucchiera ad aggiustarle i capelli. Infine, guardando lo schermo aveva ancora bloccato tutto dicendo: “Fermi, fermi, ma sto malissimo. Come mai?”. Al che dalla regia le avevano risposto: “Ma lei sta guardando lo schermo di Cheri” e il tutto era finito con una gran risata.

Jimmy Carter con Barbara Walters, Picryl Public Domain Media

Una curiosità riguardo a Barbara Walter era che aveva un difetto di pronuncia e non riusciva bene a scandire le R. Cosi la sua prima imitatrice sempre di Saturday Night Live, la famosa Gilda Radner, ex moglie di Gene Wilder, morta prematuramente, la ridicolizzava, chiamandola “Bawa Wawa”. Walters che all’inizio si era profondamente risentita, una sera guardando la figlia che seguiva religiosamente il programma, ridendo a crepapelle e pregandola di rilassarsi, si era convinta anche per motivi di audience a cui non rinunciava mai, che quello che le consigliava la figlia era giusto e forse valeva la pena di prenderla con ironia. Un’altra delle sue armi più affilate. La sua intelligenza poi l’ha portata addirittura e riprendere parti di quello sketch e introdurle in quello che creò nel 1997, The View, condotto insieme ad altre donne tra cui Whoopi Goldberg, Rosie O’Donnel e Meredith Vieira. La rivista Variety ha scritto di quel programma che “ha rivoluzionato le convenzioni di quelle che vengono definite le chiacchiere femminili con il suo misto di opinioni politiche, intrattenimento e opinioni personali”.

Ma la cosa più importante di Barbara Walters, Bawa Wawa, oltre al suo spiccato senso dell’umorismo, è che ha lasciato alle donne un’eredità importante. Basta vedere cosa dice di lei Diane Sawyer, grande giornalista americana che ha condotto il programma di punta di informazione World News Tonight e insieme a Barbara Walters il famoso programma 20/20 dove la grande giornalista ha registrato la maggior parte delle sue interviste e dove è rimasta per 25 anni dal 1978 al 2005: “Barbara era una pioniera, una forza singolare che ha aperto la porta alle donne nell’informazione televisiva. Ha fatto la storia proprio dalla hall giù in fondo – amica cara, compagna di strada, sempre pronta a parlare del mondo dell’informazione, decadi di lavoro appassionato – rappresenta la curiosità e le risate che ci hanno permesso di andare avanti. Tristezza. Gratitudine. E un saluto da tutte noi che sappiamo quello che de le dobbiamo”

E Oprah Winfrey famosa giornalista nera, anch’essa parte della storia dell’informazione americana ha scritto su Instagram: “Senza Barbara Walters io non ci sarei stata, per esempio – né nessun’altra donna che vedete sul vostro schermo la sera, la mattina e nelle notizie quotidiane. È stata davvero una pioniera. Io ho fatto il mio primo colloquio di lavoro con lei in mente tutto il tempo. Le sono grata perché è stata un modello potente e aggraziato allo stesso tempo. Sono grata di averla conosciuta. Sono grata di avere seguito le sue orme”.

È difficile ottenere quello che questa donna ha raggiunto nella sua vita e onore e merito vanno alla sua tenacia, alla sua professionalità. Era famosa per la sua tecnica nel fare interviste che erano ben costruite e molto intense. La sua strategia consisteva prima nel sedurre i suoi interlocutori, magari blandendoli con poche domande o affermazioni a volte adulatorie e dopo, ma solo dopo sferrava la punch line con una domanda spiazzante. Ne hanno fatto esperienza anche Katharine Hepburn, Elizabeth Taylor e Jimmy Carter.

Facebooktwitterlinkedin