Roberto Mussapi
Every beat of my heart

Sognando Pound

A cinquant’anni dalla morte del grande poeta, una mirabile traduzione di Patrizia Valduga dei “Canti I-VII”. Che realizza l’ambizione di ogni poeta che traduce: dare voce a una grande voce, sottomettendosi ma creando nel contempo la propria voce

In questi versi iniziali, nave, chiglia, flutti, mare divino, atra nave, corpi gravi di pianto, già si vede come la lingua poetica di Pound sia salpare, sia avventura, periglio, sfida, tremore. 
L’inizio strepitoso dei Cantos, poema di Ezra Pound, tra i massimi poeti del Novecento. Ispirandosi al capolavoro dantesco, scrive un’opera moderna in cui la poesia, pur nel suo lampeggiamento visionario e lirico, torna a essere narrazione, calderone, magia, cronaca di secoli e paesi lontani e diversi. Il poema è grondante, sapienza dell’antica Cina, canti di trovatori, viaggi… 
Pound moriva cinquant’anni fa, il 1° novembre. E l’Italia lo celebra con più libri usciti per l’occasione, tra cui Pound. Canti I-VII tradotti da Patrizia Valduga per Mondadori Lo Specchio. 
Traduzione mirabile come a volte riesce ai poeti di razza, e Valduga, che è certamente tale, coglie e ritma un possente e segreto moto animico del verso poundiano. Dà nuova voce a una grande voce, e senza volersi sovrapporre, anzi sottomettendosi alla prima voce, crea anche un libro della voce sua: che è il rischio, il compito, il sogno del poeta traduttore. Realizzato. 

Canto I

E poi venni alla via della nave,
Dar chiglia ai flutti, in sul mare divino, e
Alberi e vele demmo all’atra nave,
Portammo pecore in lei, e i nostri corpi
Gravi di pianto, e dei venti di poppa
Ci portavano via con vele gonfie,
Maestria di Circe, dea brevichiomata.
Poi ci sedemmo al mezzo, vento alla barra
Con vele stese si corse il mare in fine al giorno.
Sole al suo sonno, ombre sopra l’oceano,
Si fu ai confini poi d’acqua più fonda,
Alle cimmerie terre, e città abitate
Chiuse in bruma cucita, mai forata
Da un brillio di sole
Né a stelle steso né di spalle al cielo
Notte più atra era stesa sui tristi.
L’oceano indietro scorrendo, si fu poi al luogo
Già abitato da Circe.
Qui riti fecero, Perimede e Euriloco,
E presa dall’anca la spada
Scavai la buca di due braccia, 
Versammo libagioni a ciascun morto…

Erzra Pound

Da Ezra Pound, Canti I-VII, traduzione di Patrizia Valduga, Mondadori Lo Specchio

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