Roberto Mussapi
Every beat of my heart

Dura un istante la nostra fioritura

Mimnermo, qui tradotto da Roberto Mussapi, è un poeta-eroe come lo sono i lirici greci, condannati al presente. Non c’è per loro vita ultraterrena, solo un Oltretomba buio, popolato di ombre. Una condizione che esalta la loro maestria nel dire l’infinito nell’attimo

Forse mai come nei lirici greci la vita è breve: attimica, infinita, ma nell’istante. Poi l’Ade: la loro visione non conosce vita ultraterrena. L’ Oltretomba è popolato di ombre, vacue e vaghe, come quelle che incontrano Ulisse, l’ombra di chi fu Achille, e di sua madre. Non c’è speranza, tutto accade e si svolge qui, per gli eroi vale solo la memoria, per gli altri il nulla. È una condizione che porta arte e poesia ai livelli massimi, al Partenone, a Fidia, poi non c’è altro. Un presente assoluto. Il cristianesimo cambierà del tutto la prospettiva, ma anche il mondo persiano, babilonese, egizio, preesistenti alla stessa età dello splendore greco, hanno visioni in qualche misura metafisiche. Per non parlare dell’Homo religiosus del Paleolitico.
Per i greci tutto è qui, nell’attimo. Per questo sono poeti ed eroi, sanno che tutto si svolge in questo presente: tristezza del mondo classico, scriveva Paolo De Santillana. E quale nobile resistenza al dolore e al nulla.

Come le foglie

Come le foglie che quando tutto è in fiore
nascono in primavera e crescono piene
in tempo brevissimo per dono del sole,
come le foglie noi, simili a loro
per un istante sbocciamo giovani in fiore,
ignari per dono divino di bene e male.
Le cupe Kere ci aspettano: una regge il destino 
della vecchiaia atroce, l’altra è la morte stessa, buia.
Dura un istante la nostra fioritura,
quanto qui sulla terra un raggio di sole.
E quando la stagione volge alla fine,
meglio morire, dire addio alla vita.
Quella è l’età in cui l’anima si ammala,
una casa in rovina, miseria che avvilisce,
fantasmi melanconici e incubosi
– i figli non avuti, cose solo sognate ma perdute –
questo è il tuo vivere nel regno buio di Ade.
Un male ti ammorba e ti consuma,
Zeus a nessuno ha evitato l’orrore.

Mimnermo

Traduzione di Roberto Mussapi, in Lirici greci, Introduzione Giulio Guidorizzi, Ponte alle Grazie, 2021

Nell’immagine: Fidia (e seguaci), “Hestia (o Latona), Dione e Afrodite”, frontone del Partenone. Vicino al titolo un’opera di Teresa Maresca

Facebooktwitterlinkedin