Fabio Orso
La Mostra del Cinema

Venezia e i cannibali

“Bones and All”, il nuovo film di Luca Guadagnino, sbarca al Lido. Una storia nera di amori e cannibali con un risvolto psicologico cruciale: se nasci così, e non puoi farci nulla, che cosa fai?

Venezia è una città unica. Peccato che la sua unicità sia ciò che la stia uccidendo. Il motivo? Ignora ciò che è. Si comporta come tutte le altre città. Fa finta di niente. E così se la stanno divorando. Tutta, fino all’osso. Come cannibali.

Bones and All è il nuovo film di Luca Guadagnino. Appena uscito dal Palabiennale non ho potuto che pensare: «You did it, you crazy son of a bitch, you did it!». Sei riuscito a farci empatizzare con gli Hannibal.

Questi non sono integralisti, sia chiaro. Possono mangiare tutto. Anche il latte con i cereali. Solo che se non mangiano qualcuno, dopo po’ rischiano di stare male. Malissimo.

Un horror quindi. Non proprio. Più una love story. Un Boy meets girl dei più classici. Se mi ami allora non mi basta nient’altro. Come due moderni Bonnie e Clyde, Taylor Russel e Mr-Prezzemolino-Thimotée Chalamet girano il Mid-West (in cui i film di Guadagnino hanno sempre faticato a farsi apprezzare) su di un’auto rubata. Eppure questi due non sono mai inseguiti dalla giustizia. Da chi scappano, allora? Da se stessi.

Questo capolavoro è così potente ed angosciante perché ci mette davanti ad un dilemma nella quale nessuno, nessuno nel 2022, vorrebbe mai imbattersi: se nasci così, e non puoi farci nulla, che fai? Puoi accettare chi sei e metterti il cuore in pace. Oppure puoi fingere di essere qualcosa che non sei. Solo che un cannibale, se tenuto a digiuno, prima o poi viene a divorarti. Tutto.

Fino all’osso. Venezia è avvisata.

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