Every beat of my heart

Sorella Stella, Sorella Luna, Fratello Vento

«La vita è manifestazione di un’anima, universale». Così Shelley anticipa l’“Anima mundi” di Yeats e parla alla stella lucente, all’inquieta luna e all’«esule» vento con sollecitudine, come ci si rivolge a un congiunto, interrogandosi sul loro “sentire”

Shelley è il poeta che parla al Vento Occidentale, gli dà del tu, come alla Nuvola, all’Allodola, maestro inimitabile e irraggiungibile da ogni poeta. La vita è manifestazione di un’anima, universale, Shelley anticipa, seguendo Plotino (con Platone, Vico e Bergson uno dei filosofi inscindibili dalla poesia), l’Anima mundi di Yeats, un altro maestro spesso presente in questi battiti che sentite pulsare il sabato, ma che pulsano ogni istante, da sempre e per sempre.
Qual è il luogo segreto, stella lucente? E tu, dove trovi riposo e quiete, argentea Luna? Un poeta non si appaga della quiete diffusa dall’astro pallido e misterioso, ne percepisce l’affanno. La Luna non è un sogno, vive drammaticamente come noi, nel cosmo. Avrà un riparo, un letto ove riposare? E il vento, il fratello di Shelley e di chi vi sta scrivendo ora (fratello minore, il maggiore è il mare), e il vento avrà, in un luogo segreto, la meritatissima quiete? Anche lui, anche il vento, ha bisogno di pace, come il cuore tumultuoso e lottante e animante del poeta.

Alla stella, alla luna, al vento, questa notte

Dimmi tu, Stella, le cui ali di luce
ti portano rapida nel tuo volo di fiamma,
dentro quale caverna della notte
si chiuderanno le tue penne, ora?

E tu, pallida e grigia Luna,
che vaghi per le disabitate vie del cielo,
in quali abissi del giorno e della notte
stai ora cercando il tuo riposo?

Vento spossato, che ora passi vagando
come l’ospite esule del mondo,
hai tu ancora un tuo nido segreto,
in cima a un albero, o in mezzo alle onde?

Percy B. Shelley

Traduzione di Roberto Mussapi

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