Arturo Belluardo
Quarantaquattro incontri a Roma

Pasquino e il libro

La libreria romana Altroquando organizza una serie di dibattiti e presentazioni di libri proprio davanti alla statua di Pasquino. Un'occasione da non perdere per cogliere il senso del piacere del libro e della lettura

Si può parlare di editoria indipendente ai piedi di un albero secco al centro di Roma, a Piazza Pasquino, mentre un gruppo di avvocati sudati e inamidati ulula sorseggiando vino rosso, taglieri di formaggi inzuppano di caseina tavolini sparsi tra sampietrini ed epigrammi, e-bikers gentrificano barbe squadrate e bermuda CPCompany?

I turisti liquefatti si barcamenano tra orde turrite di guardie in kevlar, coni gelato dalla consistenza improbabile vengono aggrediti dai gabbiani, due spagnole si fanno fotografare a fianco di un carabiniere in alta uniforme, gli invitati alla Fete de la Bastille scivolano diafani e serici tra rifiuti maleolenti verso i Carracci di Palazzo Farnese illuminati a giorno. Splendono gli affreschi e splendono al neon le torri di iperalcolici nei negozi rasenti Campo de’ Fiori, pronti a foraggiare le risse-rave ai piedi di Giordano Bruno.

Il sole decala, malato e indifferente e della Superluna non c’è ancora traccia.

La metafora non sembrerebbe delle migliori, eppure quelle teste dure della Libreria Altroquando, avamposto di letteratura resistente di via del Governo Vecchio, ci credono, ci provano, accettano la sfida di Roma Capitale di riaccendere la città e per l’Estate Romana sfoderano Via del Governo Letto, una rassegna che durerà tutta l’estate e che prevede ben 44 incontri tra presentazioni, laboratori, musica e letture. Tutto gratis, senza obbligo di prenotazione.

“Rifacciamo diventare il Centro Storico centrale per i romani, restituiamo loro la bellezza di una delle strade più ricche di anima dell’intera Capitale, invadendo la strada con la cultura”, questo dichiarano Alessandro Alessandroni e Flavio Paioletti, i librai di Altroquando.

Una street band, i Forty Five, apre i pomeriggi con il suo swing facendo su e giù da piazza di Pasquino a Piazza dell’Orologio, ci sono gli immancabili laboratori per i bambini con il progetto “Scienza divertente”, i giochi magnetici della TIC, c’è persino un gruppo di lettura aperto che si cimenterà per tutta l’estate con le avventure e le vendette di Edmond Dantes, leggendo e commentando Il Conte di Montecristo di Alexandre Dumas.

E ci sono chiaramente gli incontri e le presentazioni.

Il 14 luglio Marco Cassini ha presentato, all’ombra dell’albero secco di Piazza Pasquino, che diventerà un leit-motiv di tutto l’evento, il libro di Sandro Ferri, L’editore presuntuoso, un viaggio nella storia della E/O, la casa editrice di cui Ferri, assieme alla moglie Sandra Orsola e alla figlia Eva, è appassionato animatore.

La E/O è partita da una libreria in via dei Massimi, pubblicando esclusivamente autori dell’Est europeo dai “nomi impronunciabili” – scherza l’editore – per poi virare al giallo mediterraneo di Jean-Claude Izzo (la cui Marsiglia viene rievocata con luminosa nostalgia da un bel libro di Vins Gallico appena uscito), per approdare infine al successo planetario con i romanzi di Elena Ferrante.

Non posso non ricordare la prima intervista rilasciata da Hillary Clinton a David Remnick, mesi dopo la sconfitta elettorale con Trump. «Cosa ha affatto durante tutto questo tempo?», le ha chiesto il direttore del New Yorker. «Ho letto la Neapolitan Quadrilogy di Elena Ferrante» ha risposto la mancata presidente degli USA.

La famiglia Ferri ha aperto una casa editrice negli States, la Europa Editions, per gestire in proprio i libri della Ferrante e non solo. «Ma non mi riesce di proporre autori italiani – si lamenta Ferri – sono stilisticamente perfetti, ma mancano di sangue. Anche l’ultima settina dello Strega è così».

Qual è il segreto di Ferri? Cosa rivela all’interno del suo libro-manuale per un giovane editore? È quello di essere un “editore soggetto”, un’anima che guida, fuori dalle logiche di catena, l’autore e il lettore secondo il proprio gusto, il proprio intuito. È quello che dà un’impronta, per richiamare lo spesso citato, e compianto, Roberto Calasso. Per Calasso l’opera dell’editore è l’insieme di tutti i libri che compongono, in un unicum, il catalogo Adelphi. Per Ferri e per Cassini, l’importante è che la passione e l’idea dell’editore siano riconoscibili, pur con i cambiamenti, pur con gli stravolgimenti. L’editore è presuntuoso in quanto, fa notare uno spettatore, pre-sume, sa prima dove indirizzare il timone, dove portare una nave sanza nocchiere in gran tempesta ad approdi sicuri, a successi insperati. Se la Ferrante è diventata la Ferrante, lo dobbiamo al lavoro sommerso e tenace della famiglia Ferri.

Alla fine, quello che emerge, sotto l’albero secco di Piazza Pasquino, è proprio questo coraggio timido; e scopriamo che anche l’albero, che sembra oscuro presagio di sorte per l’editoria indipendente, non è morto perché il Comune non l’ha annaffiato, ma perché è stato piantato da un’associazione estemporanea che voleva far diventare Roma un bosco durante la pandemia, salvo poi non curarsene più.

I gesti rivoluzionari fini a se stessi sono destinati a morire e a seccarsi, la rivoluzione presuntuosa, costruita da Sandro Ferri, giorno dopo giorno, con pochi soldi e mille difficoltà, ha trovato terreno fertile e ha messo radici in anche in America.

E la piccola rivoluzione presuntuosa di Altroquando, il cercare di sottrarre al pacchianume turistico da tre palle-un soldo via del Governo Vecchio con le pagine e con le storie, si dipanerà per tutta l’estate.

Non mancate di affacciarvi: il programma lo trovate sulle pagine social della Libreria.

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