Nino Petreni
La Pira letto da Silvano Nistri

Con il fuoco di Dio

Testimonianze sulla Chiesa fiorentina a partire dallo straordinario carisma di Giorgio La Pira, interprete singolare del messaggio evangelico. In un prezioso volumetto del pievano emerito di Sesto Fiorentino che riflette sulle origini della conversione del celebre sindaco di Firenze

Come scrive Piero Pananti, gallerista e raffinato editore, nell’introduzione a Giorgio La Pira e le Conferenze Vincenziane di Silvano Nistri, da lui stampato nella collana delle preziose “panantine”, il volume nasce grazie alla fraterna amicizia con Don Silvano Nistri, allo scopo di pubblicare alcune delle sue suggestive testimonianze sulla Chiesa fiorentina, (anzi, dice Pananti, vorrei dire, sulla grandezza della Chiesa fiorentina), in occasione della venuta a Firenze di Papa Francesco, nel marzo di quest’anno, e per tener desta la nostra fiduciosa attesa del compimento della causa di Beatificazione del “nostro” Sindaco, Giorgio La Pira, definito da Francesco, una figura esemplare per la Chiesa e per il mondo contemporaneo. Il “volumetto” è una buona occasione per far conoscere al lettore di oggi, come un buon numero di religiosi, nonché di laici, di intellettuali, a vario titolo, si sentirono di aderire con generosa dedizione all’impegno di testimonianza cristiana cui erano spinti dallo straordinario carisma di quell’uomo, interprete singolare, ma tenace e inflessibile, del messaggio evangelico. 

Don Silvano Nistri (che nel 2017 aveva già pubblicato, sempre da Pananti, Il Cristiano e il Prete – don Lorenzo Milani), parte dalle Conferenze Vincenziane, dove La Pira parla di Federico Ozanam (fondatore dell’organizzazioni di carità cattolica San Vincenzo de’ Paoli, ndr), un giovane in crisi di fede che ventenne, all’alba del XIX secolo, in un’epoca di materialismo e razionalità trionfante, si interessa al valore e al significato del Cristianesimo – in che cosa consiste la fede cristianacome può inserirsi nel tempo che stiamo vivendo? – trovando la risposta in San Tommaso che gliene fa scoprire i pilastri, i segreti: la Grazia, Cristo, la sua forza attrattiva, il Corpo mistico, che abbraccia tutti gli uomini, per tutto lo spazio del mondo e per tutto il tempo dell’uomo. Dunque, si chiede Nistri, dove arrivi Ozanam e dove arrivi La Pira. Infatti, dice, c’è molto di Ozanam in La Pira e nella sua giovanile conversione.

Giorgio La Pira conclude a Messina, nella Pasqua del 1924, la sua formazione intellettuale. In quella straordinaria comunità umana che è la Messina baraccata di quegli anni, la gente si ritrova in strada, si organizza per sopravvivere, conosce la povertà ma anche la voglia di riscatto, l’attenzione agli altri, la solidarietà e la curiosità intellettuale. Tra quei giovani, che si ritrovano insieme – insieme a La Pira, il più giovane, c’è il poeta Salvatore Quasimodo, anche lui studente e lavoratore – si compie il miracolo. Lo stesso La Pira, in una lettera a Puglitatti nel settembre 1933, scrive: «Io non dimenticherò mai quella Pasqua 1924, in cui ricevei Gesù Eucaristico; risentii nelle vene circolare una innocenza così piena da non trattenere il canto e la fede smisurata». La Pasqua ’24, per il giovane La Pira, è uno spartiacque, cambia tutto, anche il linguaggio. Il Maestro lo ha chiamato per nome e lui lo ha riconosciuto. E a Messina La Pira svolge la sua attività creativa nell’ambiente della San Vincenzo de’ Paoli. La Pira sa che le opere di carità sono un segno dell’amore di Dio, nascono dall’amore di Dio, lo alimentano, lo rendono visibile e riconosciuto. A Messina negli anni dal 1924 al 1926, La Pira è un giovane di eccezionale impegno: in due anni arriva alla laurea con campo di studio, il Diritto Romano, e compie le scelte di consacrazione e apostolato. Il Signore lo chiama alla santità: una scelta laicale, di unione piena con Dio, ma da realizzare nel mondo. Rimarrà sempre un convertito con il fuoco di Dio, tanto che nel 1925, entra nel Terz’ordine domenicano. Nel ’26 si congeda dall’Università di Messina e si iscrive a Firenze, dove in due mesi riesce a finire gli esami e si laurea nel mese di luglio. Firenze per Giorgio la Pira è un amore a prima vista; inizia la sua vita pubblica che lo porterà a guidare la città dandole un indirizzo ecumenico e profetico.

Nistri prosegue il suo attento racconto su La Pira fiorentino, la sua azione a tutto campo con la massima attenzione ai problemi umani, sociali, politici, le relazioni internazionali. Scelte coraggiose sempre basate sul Vangelo. La sua guida illuminata sarà di aiuto anche alla Chiesa fiorentina, una grande Chiesa, che ha avuto figure di primo piano: il Cardinale Elia Dalla Costa, il Padre, don Giulio Facibeni, David Maria Turoldo, don Lorenzo Milani, Ernesto Balducci, e tanti altri. Proprio un piccolo grande “volumetto” per il lettore fortunato (come il sottoscritto) che vorrà trovarlo. (info@pananti.com)

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