Marco Ferrari
Viaggio oltreoceano

Liguria atlantica

Conoscete Piriápolis? È un villaggio sull'Atlantico, in Uruguay, costruito alla fine dell'Ottocento da una ricca famiglia di immigrati liguri: è la copia perfetta di Diano Marina e testimonia lo stretto legame tra quella terra e la Liguria

C’è un pezzo di Liguria, impiantato sulla costa uruguayana, che è diventato in questi giorni Patrimonio del Ministero dell’Educazione e della Cultura: la rambla di Piriápolis. Durante un viaggio nella terra degli avi, l’imprenditore e costruttore Francesco Piria (Montevideo 1847-1933) visitò Diano Marina, scattò delle fotografie, raccolse immagini e cartoline e quando tornò in Uruguay cercò un posto che assomigliasse alla nota località turistica della riviera di ponente. Nacque così a fine Ottocento una cittadina balneare a cui il costruttore, socialista e massone, figlio di Lorenzo Piria e Serafina De Grossi, emigrati da Genova in Uruguay ai primi dell’Ottocento, diede il nome della propria famiglia.

Nel 1890 comprò 2.700 ettari sulla costa, chiamati Puerto del Ingles, a circa 100 chilometri dalla capitale per edificare la copia di una cittadina ligure: nel 1897 innalzò la sua residenza, detta Castello di Piria, su modello rinascimentale, negli anni venti aggiunse un monumentale albergo, battezzato Hotel de los Argentinos, capienza 1.200 ospiti, che era all’avanguardia nel turismo mondiale dell’epoca, quindi costruì pensioni, ristoranti, chiese, parchi, condomini, scuole e un treno a scartamento ridotto per promuovere gli spostamenti della capitale. Funzionavano sei corse al giorno da Montevideo, il viaggio durava quattro ore e un quarto, la compagnia era dotata di sei locomotivo, poi nel 1958 la linea venne chiusa e abbandonata. Alle spalle del Cerro Pan de Azúcar, la località balneare ha ovviamente l’elemento centrale nel lungomare (la “rambla”), completato nel 1915 e inaugurato accanto al porto nel 1916: per edificare questi cinque chilometri di strada a ridosso del mare, Piria utilizzò materiale lapideo estratto dalle proprie cave.

Nel corso degli anni il lungomare ha visto crescere una località abbastanza particolare alle sue spalle, quasi un’anomalia nel paesaggio costiero dell’est uruguaiano dominato dall’oceano Atlantico, ma soprattutto nel tempo è riuscita a conservare la propria fisionomia con un’ottima conservazione e manutenzione. Il riconoscimento dello stato uruguaiano nei confronti della rambla di Piriápolis è considerato anche un omaggio alla Riviera ligure, ispiratrice determinante del sogno del costruttore visionario con la passione per la politica e l’alchimia. Poco più che bambino, dopo la morte del padre, Piria venne mandato alcuni anni in Liguria dallo zio sacerdote gesuita per la sua formazione.

Di ritorno si specializzò in vendita di lotti di terreno, costruì 70 nuovi quartieri nella capitale e in altri centri, cominciando ad accumulare una fortuna da riversare nel suo progetto rivierasco da destinare ai liguri che hanno forgiato l’Uruguay moderno da ogni punto di vista, basta pensare all’origine ligure degli ex presidenti della repubblica Julio María Sanguinetti e José “Pepe” Mujica oppure alla festa nazionale del 27 agosto che si chiama “El dia del fainà”.

Piriápolis è divenuta così una meta di qualità, un po’ demodé, dopo il suo momento magico, negli anni Sessanta, quando venne riscoperta dal jet-set, incluso pittori, artisti, musicisti, tra i quali spiccava Ringo Starr del Beatles. Nel 2016, vista la consonanza urbanistica, Piriápolis si è gemellata con Diano Marina nel ricordo di quel visionario ligure di Piria. Oggi più che Piriápolis in Uruguay va di moda Punta del Este, ma per chi ama i luoghi particolari questo pezzo di Liguria piantato sull’Atlantico conserva un fascino tutto speciale.

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