Roberto Mussapi
Every beat of my heart

Nessun brusio fanno le stelle in cielo…

Bisognoso di Cristo e nostalgico di Pan, Lucian Blaga, uno dei grandi poeti del nostro tempo, «esprime una poesia potentemente tesa alla ricerca del senso ultimo… impregnata di nulla leopardiano». Come in questi versi tratti da “I poemi della luce”

Nato alla fine dell’Ottocento, morto poco più che sessantenne nel 1961, il rumeno Lucian Blaga è uno dei grandi poeti del nostro tempo. In una vertiginosa ma lucidissima mistica cristiana e pagana, bisogno di Cristo e nostalgia di Pan, Blaga esprime una poesia potentemente tesa alla ricerca del senso ultimo, senza nulla cedere alle insidie, in lui vivide e stimolanti, del Nulla.
Non nichilismo, anzi, appassionata ricerca della realtà ultima, ma impregnata di nulla leopardiano, autocancellazione vocante, abbandono all’incanto dell’universo.
Un originale, strano, fascinoso taoismo pienamente occidentale.
Sapienza poetica.

Quiete tra cose antiche

Prossimo è il monte, il mio monte diletto.
Tra cose antiche sulle quali il muschio
cresce dai giorni della creazione,
a sera, con quei sette soli neri
che recano le buone tenebre,
dovrei essere pago.

C’è giusta quiete dentro il cerchio
che sorregge le doghe della volta.
Ma mi ricordo il tempo in cui non ero,
come remota infanzia,
mi rattrista non essere rimasto
nel mondo senza nome.
Perciò mi dico:
nessun brusio fanno le stelle in cielo.
Sì, dovrei essere pago.

Lucian Blaga

In Lucian Blaga, I poemi della luce, Garzanti, 1989, traduzione di Sauro Albisani

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