Luca Zipoli
In scena a Roma

Abba all’italiana

Per la riapertura dopo i due anni di fermo per il covid, il Teatro Sistina di Roma ha scelto il suo musical di maggior successo degli ultimi anni: quel "Mamma mia” che Massimo Romeo Piparo ha tratto dall'opera che ha riportato alla celebrità gli Abba. E stavolta anche le canzoni sono in italiano

Quest’anno il 7 dicembre non sarà ricordato soltanto per la Prima alla Scala di Milano, andata in scena, come ogni anno, nel giorno di Sant’Ambrogio. Nella stessa data, infatti, si è tenuta un’altra serata inaugurale molto attesa, quella del Teatro Sistina di Roma, che ha festeggiato la ripresa delle sue attività dopo quasi due anni di interruzione, a causa della pandemia. A celebrare questo nuovo inizio è stato chiamato Mamma mia! di Massimo Romeo Piparo, uno dei musical di maggior successo degli ultimi anni, che dal suo debutto, nel 2017, ha raccolto più di 500mila spettatori e si è aggiudicato il Premio Flaiano 2018. Richiamando un pubblico variegato di fan vecchi e nuovi, di autorità e semplici cittadini, l’opening night ha rappresentato uno straordinario successo per questo storico teatro della capitale, che dopo aver celebrato 70 anni di attività, nel 2019, si appresta ora a ripartire, recuperando quel rapporto speciale che da sempre lo lega alla città di Roma.

Ambientata in un’isoletta greca del Mediterraneo nell’aprile del 2000, la trama di Mamma mia! ruota attorno a Sofia, giovane di vent’anni che, in procinto di sposarsi con il coetaneo Sky, decide di realizzare il desiderio di una vita: scoprire finalmente chi è suo padre, che non ha mai conosciuto, così da chiedergli di accompagnarla all’altare. Non avendo ricevuto notizie certe da sua madre, Donna Sheridan, ex cantante ora proprietaria di una locanda per turisti, la giovane decide, a insaputa di lei, di convocare sull’isola i tre uomini che la madre aveva frequentato nell’estate del concepimento, così da capire quale sia il vero genitore. Si ritrovano così sull’isola i tre fidanzati di allora, il banchiere Harry Bright, l’esploratore Bill Anderson e l’architetto Sam Carmichael, che si trovano a fare i conti con il loro amore giovanile e con la possibilità di scoprire una figlia inaspettata. Ideato da Judy Craymer e andato in scena per la prima volta a Londra, nel 1999, il musical, arricchito dalle celebri canzoni degli ABBA, è una commedia romantica con una buona dose di divertimento e autoironia, e che a più di vent’anni mostra ancora quella freschezza che riscosse fin da subito un grande successo di pubblico.

L’allestimento di Piparo, in scena a Roma fino al 9 gennaio, annovera nel cast gli stessi interpreti già apprezzati nelle prime due stagioni, ossia Luca Ward, Paolo Conticini e Sergio Muniz, nelle parti dei tre protagonisti maschili, e le acclamate Sabrina Marciano ed Eleonora Facchini, che indossano i panni rispettivamente di madre e figlia. Il libretto originale di Catherine Johnson è stato tradotto in italiano, per rendere la storia pienamente godibile da parte del pubblico nostrano, e così anche i 24 brani degli ABBA, che includono alcune celebri hits come Mamma Mia!, Dancing Queen, The winner takes it all e Super Trouper, tutte tradotte per marcare ancora di più il loro legame narrativo con le vicende rappresentate. Non mancano, infine, alcuni cambiamenti per adattare l’opera al nuovo contesto, tra tutti quello che riguarda il personaggio di Bill Anderson, che in questa versione si chiama Romolo Desideri e viene da Ostia (un irresistibile Luca Ward con accento romanesco).

Oltre che dalla grande efficacia vocale e attoriale dei protagonisti, il punto di forza di questa produzione è rappresentato dalla presenza della musica dal vivo, che è affidata a un ensemble di tastiere, batteria, basso e chitarra diretto dal Maestro Emanuele Friello, e che rende lo spettacolo particolarmente coinvolgente. Di grande impatto risultano anche le scene di Teresa Caruso, che comprendono un pontile sospeso su un vero specchio d’acqua e pedane girevoli, in grado di consentire rapidi cambi di scena a vista, in questa commedia che si svolge in 24 ore e procede con un ritmo frizzante. Una menzione meritano, infine, le coreografie di Roberto Croce, che contribuiscono non poco al successo dello spettacolo, riuscendo a coordinare il nutrito corpo di ballo in numeri trascinanti.

Dopo gli applausi, la serata inaugurale si è chiusa con un karaoke, in cui gli interpreti hanno chiamato il pubblico a ballare e a cantare sui bis di alcune delle canzoni originali degli ABBA. Questa ripresa di Mamma mia! si trasforma così in una grande festa collettiva, utile per ritrovare quell’entusiasmo e quella gioia condivisa che solo il teatro sa trasmettere, e che questi ultimi difficili anni ci hanno fatto un po’ dimenticare.

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Le foto sono di Antonio Agostini

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