Roberto Mussapi
Every beat of my heart

Leggendo cieli

Quella di Daniele Piccini è «una poesia duramente metafisica, lingua tesa e forgiata lucidamente, ispirata da dolorosa passione per la vita». Come in questi versi, così commentati da Roberto Mussapi

Poesia forte, drammatica, complessa, di uno dei pochi poeti italiani rilevanti della sua generazione. Piccini è nato nel 1972, critico subito importante, spicca presto anche come autore di poesia. 
Il primo verso ci porta subito nel dilemma essenziale – la morte, la vita dopo la morte – intrecciato con l’“essere o non essere”, “la vita è sogno”: siamo nel cuore acceso della domanda prima.
La domanda del filosofo e del tragico greco, dell’uomo preistorico che dipinge cavalli e bisonti sulle rocce, nel rito del fuoco e delle danze nella caverna… L’immenso geroglifico sarebbe la vita dopo la morte, quella che per i greci è il buio regno di Ade, per i cristiani vita definitiva ultraterrena, per tanti, dagli egizi a Platone, un realtà ulteriore comunque vivente? O il poeta qui si riferisce alla vita di chi resta, alla vita di chi subisce la morte di una persona amata, o, addirittura, soffre di ogni morte, secondo John Donne e Ernest Hemingway, per chi suona campana?
In poesia una cosa non nega l’altra: la vita dopo la morte del morto e la vita del vivente, che gli sopravvive. Ho sempre pensato, e anche scritto, che la memoria non tiene solo vivo il morto, ma tiene vivo il vivente, nella memoria salvante del trapassato.
Una poesia duramente metafisica, lingua tesa e forgiata lucidamente, ispirata da dolorosa passione per la vita.

Dopo la morte la vita è un immenso

geroglifico opaco traversato

da segni incomprensibili: eloquenti

sussurri, ticchettii in risposta, fili.

La mente balla e vi si mette dietro,

leggendo cieli, arrivi e figurine

del tempo che diventano tenaci

più della vita stessa, del suo onore.

Che luminoso niente nella testa

si apre, squarciando il cielo qualche faglia,

e non si è più di questo luogo patrio:

forse la morta vita dei bambini,

l’insania di chi perde la memoria

per tornar dietro – è la terra promessa.

Daniele Piccini

da Inizio fine, Crocetti editore

Nella foto: Daniele Piccini © Leonardo Cendamo

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