Giuliana Bonanni
Finestra sul mondo

Bolloré contro Macron

Dopo essere stato bloccato nella conquista di Mediaset, Vincent Bolloré si è lanciato al controllo di Europe1, una emittente radiofonica generalista molto seguita, che vorrebbe schierare a fianco di Marine Le Pen. E la stampa francese lancia l'allarme

Il mondo degli affari è impietoso e l’ascesa di Vincent Bolloré (nella foto), da semplice erede di una cartiera di famiglia (da lui trasformata in holding globale di trasporti, logistica ed energia), divenuto editore e 17mo nella classifica dei paperoni in Francia, ne è la dimostrazione. Comincia così l’editoriale di Libération (https://www.liberation.fr/economie/bollore-objectif-2022-20210202_T3E47CWQFFB6NMOYRFH5NRCQF4/) che la scorsa settimana ha dedicato un’inchiesta alle ultime battaglie del magnate bretone, 69 anni, ribattezzato Gengis Khan dalla stampa d’Oltralpe e noto in Italia per il tentativo di scalata ostile a Mediaset nel 2016.  

In Francia, tramite il gruppo editoriale e televisivo Vivendi, Bolloré controlla non solo il numero uno mondiale della musica Universal Music, il cui 10% ora è in mano alla holding cinese Tencent ma anche la casa editrice Editis, l’agenzia media Havas, il polo televisivo Canal+ ed è il primo socio del leader mondiale della produzione di contenuti tv (reality show) Banijay. Da tempo l’industriale – quattro figli già operativi nelle varie aziende – ha annunciato la data del proprio ritiro dagli affari, il 17 febbraio 2022, giorno del suo 70esimo compleanno e dei 200 anni dell’azienda di famiglia. Per questo – scrive Libération – “ha preso l’abitudine di accogliere ospiti e giornalisti, mostrando una app sul suo cellulare con il count down dei giorni che restano”. Ma le cose stanno andando diversamente e il suo attivismo invece di scemare, aumenta.

Bolloré sta lottando per ottenere il controllo dell’altro colosso dell’editoria francese, il gruppo Lagardère, indebolito dalla crisi pandemica e da un azionariato conflittuale, nel quale è entrato la primavera scorsa in modo “amichevole”, per dare una mano ad Arnaud, l’erede della potente famiglia Lagardère, gravato da pesanti perdite finanziarie. A fargli da contrappeso nella società in difficoltà, è entrato anche Bernard Arnault, proprietario del polo del lusso Lvmh, di giornali (Le Parisien, Les Echos e una quota nel settimanale Challenges), uomo più ricco del paese e sostenitore della prima ora di Macron, che ha investito quasi cento milioni di euro nella holding personale di Arnaud Lagardère. “Nel mirino di Bolloré ci sono due asset prestigiosi di Lagardère: radio Europe1, che potrebbe entrare in sinergia con la sua CNews (gruppo Canal+) e la casa editrice Hachette, che andrebbe a rinforzare Editis” scrive Alexandra Schwarzbrot, condirettore del quotidiano fondato da Jean Paul Sartre.

In particolare, il vero oggetto del desiderio di Bolloré – secondo Libération e altri commentatori – è Europe1, una delle radio più ascoltate in Francia, che potrebbe diventare il centro di un grande polo editoriale fortemente ancorato a destra – una sorta di Fox News alla francese – in grado di tirare la volata a Marine Le Pen per le elezioni presidenziali del 2022. Sullo sfondo della saga, che vede contrapposti i due maggiori azionisti del gruppo Lagardère, Vincent Bolloré (26,7%) e Bernard Arnault (27%), le preoccupazioni di Emmanuel Macron, unico vero avversario della presidente del Rassemblement National, che teme di veder passare la radio generalista nell’area della destra radicale già presidiata da CNews. Per non parlare della fusione delle attività editoriali di Vivendi, in particolare Canal+, e quelle di Lagardère, proprietaria, tra gli altri, del settimanale Paris Match e del Journal du dimanche. Libération non esita a definire questa ipotesi una cattiva notizia per la libertà di stampa e per la stessa democrazia francese. Per sapere come andrà a finire non resta che aspettare l’assemblea generale di Lagardère di fine maggio, quando verrà decisa la nuova composizione del consiglio di sorveglianza del gruppo.

Intanto, a fine gennaio, Vivendi è salito al 9,9% in Prisa, il gruppo spagnolo che detiene in particolare il quotidiano El Pais ma anche il quotidiano sportivo As, la radio nazionale Cadena Ser, il gruppo editoriale Santillana e una quota del 20% nel capitale di Monde Libre, la società che controlla il quotidiano francese Le Monde. Bolloré guarda con interesse anche al gruppo francese dei media M6 (i canali tv M6 W9, 6ter, Gulli, Téva, Paris Première e Canal J ma anche le radio Rtl, Fun Radio et Rtl 2) che il gruppo tedesco Bertelsmann è intenzionato a cedere. Vivendi tra l’altro sta già perfezionando dal gruppo Bertelsmann l’acquisizione di Prisma Media che possiede magazine francesi come Femme Actuelle, Geo, Capital, Gala e Télé-Loisir. Niente male per un aspirante pensionato.

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