Roberto Mussapi
Every beat of my life

Un soffio in nulla

L’anelito del poeta che brama poesia, la lira di Orfeo e la lira di Apollo, «il conseguimento della pienezza nel mondo»… In questi versi di Rilke, a cui in italiano ha dato grandiosamente voce Giame Pintor, il canto dell’uomo fragile

Nella splendida traduzione di Giaime Pintor, morto ventiquattrenne combattendo per la Resistenza, dopo anni giovanili di adesione al fascismo, dopo una presa di coscienza strenua e coraggiosa, Rainer Maria Rilke, il massimo poeta moderno, vive tremando nella lingua italiana.
Orfeo in uno dei sonetti a lui dedicati: per te, Orfeo, che riuscisti a commuovere con il tuo canto le crudeli divinità dell’Ade, scendere al buio oltretomba greco per riportare alla luce l’ombra dell’amata sposa Euridice… Per te che ti voltasti, perdendola, il canto fu l’attributo supremo: Orfeo è il padre dei poeti, da cui tutto discende.
Ma eri un uomo: Apollo suonava la cetra naturalmente, per un dio cantare è naturale, è esistere.
Per te, quindi per me, umano, cantare è una brama, il sogno tormentoso di una meta, la vita di una donna amata, il conseguimento della pienezza nel mondo.
Ma quello di Orfeo è solo il canto di un uomo, fragile, quando anche altissimo.
Il canto di Apollo, il canto che il poeta, ammira e imita, è altro: è un soffio in nulla, un calmo alito, un vento.

Un dio lo può. Ma un uomo, dimmi, come

potrà seguirlo sulla lira impari?

Discorde è il senso. Apollo non ha altari

all’incrociarsi delle vie del cuore.

*

Il canto che tu insegui non è brama,

non è speranza che conduci a segno.

Cantare è per te esistere. Un impegno

facile al dio. Ma noi, noi quando siamo?

*

Quando astri e terra il nostro essere tocca?

O giovane, non basta, se la bocca

anche ti trema di parole, ardire

*

nell’impeto d’amore. Ecco, si è spento.

In verità cantare è un altro respiro.

È un soffio in nulla. Un calmo alito. Un vento.

Rainer Maria Rilke

(Dai Sonetti a Orfeo, traduzione di Giaime Pintor, Einaudi)

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