Anna Camaiti Hostert
Cartolina dall'America

Le donne di Biden

Avril Haines a capo dell’intelligence e Janet Yellen, ex capo della Federal Reserve, al Ministero del Tesoro: mentre Trump continua a osteggiare la transizione occupandosi solo dei propri problemi, Biden ha formato una squadra al femmile

Il paese è furiosamente colpito da una pandemia che non accenna a fermarsi e che proprio in questi giorni registra il più alto numero di morti di sempre (circa 270.000) e da una situazione economica disastrosa. Trump d’altra parte, oltre a non ammettere la vittoria di Biden, ignora il problema e si concentra sul tentativo di “graziare” i figli, il genero e l’avvocato Rudy Giuliani per crimini di cui suppone verranno accusati non appena lasceranno la Casa Bianca, mentre il suo Ministro della Giustizia ammette la vittoria di Biden. Cosa che lo ha fatto imbestialire. Invece di esercitare il suo ruolo di leadership nei confronti di un paese sofferente, se ne disinteressa totalmente.

Hillary Clinton parlando alcuni giorni fa in videoconferenza all’Università europea di Firenze ha fatto notare che il fatto che Trump ancora non abbia ammesso la vittoria del suo contendente e non abbia iniziato quella che viene denominata transizione è “pericoloso e costerà molte vite umane”. E ne ha spiegato il perché. “È una terribile aberrazione nella lunga storia di trasferimenti pacifici di potere tra i presidenti del nostro paese – ha affermato Clinton citando il passaggio di consegne da Bush padre a suo marito e da suo marito a Bush figlio e poi da Obama a Trump –. Sfortunatamente ciò è anche potenzialmente pericoloso. Biden ha messo insieme un team di consiglieri di prima classe specie riguardo al Covid 19 e alla somministrazione del vaccino. Senza le operazioni di transizione non ha accesso al know how degli esperti, ai fondi e alle informazioni governative che gli consentono di preparare un piano per affrontare il virus in modo razionale. Questo impedimento costerà vite umane e viene messo in atto con il solo scopo di fare ostruzionismo e impedire a Biden di assumere le responsabilità della presidenza che ha conquistato con il voto. Trump ha dimostrato un brutale disprezzo per le norme democratiche e le regole della legge che sono alla base della democrazia – ha continuato Clinton – e questo è qualcosa che la minaccia alle sue radici. Non possiamo mai pensare che la democrazia sia data una volta per tutte. È una fragile invenzione umana».

In questa cornice si svolge lentamente, ancora troppo lentamente, il passaggio alla nuova presidenza di Joe Biden e Kamala Harris. I nomi dei componenti del nuovo gabinetto presidenziale sono quelli di persone di grande esperienza a cominciare da Anthony Blinken che da un’alta posizione nel Dipartimento di Stato diventa Segretario di Stato, mentre John Kerry che qualcuno ricorderà come candidato presidenziale nel 2004 contro George W. Bush al secondo mandato, diventerà il capo di una nuova sezione istituita da questa amministrazione riguardante le condizioni climatiche.

Non si pensi tuttavia che ci siano solo personaggi ormai noti dell’establishment come quelli che abbiamo appena nominato, perché la novità di questa amministrazione che porta alla ribalta molti personaggi diversi per competenze professionali e ethnic background, multiculturali come mai prima, sta proprio nel numero di donne che occupano posizioni rilevanti. Oltre infatti ad avere una vicepresidente donna e di colore, il gabinetto Biden è composto da molte donne a cominciare da Avril Haines a capo dell’intelligence e da Janet Yellen, ex capo della Federal Reserve e adesso Ministra del Tesoro: due primati questi che hanno infranto quel glass ceiling che non è riuscita a sfondare Hillary Clinton. Mai fino ad ora c’erano state a capo di questi due essenziali gangli del potere federale americano delle donne.

Il dipartimento di Comunicazione della Casa Bianca infine è composto interamente da donne: Jennifer Psaki, Press Secretary, Kate Bedingfield, Communication Director, Karine Jean-Pierre, Principal deputy press secretary, Symone D. Sanders, Senior adviser and chief spokeswoman della Vice Presidente eletta Kamala Harris.

Elizabeth Warren

Rimangono da capire dentro il partito democratico le dinamiche con l’ala più radicale e con altre componenti moderate. Biden non ha portato con sé, ad esempio, la senatrice Elizabeth Warren la quale si è dichiarata tuttavia entusiasta della scelta di Ron Klain come capo dello staff del presidente. Non compare neanche l’ex sindaco di South Bend Pete Buttigieg del cui nome si è parlato come possibile ambasciatore alle Nazioni Unite. La scelta di avere nominato Kerry a capo di un ministero di nuova creazione, suggerisce The Guardian, può avere soddisfatto una parte dell’ala più radicale del partito che tuttavia non costituisce il maggiore problema per il nuovo presidente eletto.

Biden dovrà infatti affrontare la conferma dei repubblicani al Senato. Lì i democratici o rimarranno in minoranza o avranno una maggioranza risicata, cosa che sarà decisa dalle elezioni in Georgia del prossimo gennaio. Una situazione delicata che vedrà i primi cento giorni di Biden e Harris costellati di enormi difficolta in politica interna con un paese stremato da un’emergenza sanitaria ed economica senza precedenti e in quella estera con una situazione resa più difficile dalle avventate decisioni di Trump sia con l’Europa sia con la Cina e ultimamente con l’Iran dove l’uccisione dello scienziato nucleare ad opera di Israele alcuni giorni fa, (operazione certamente concordata con l’attuale inquilino della Casa Bianca), mette in gravi difficolta il nuovo presidente eletto. Biden infatti dopo l’abbandono da parte di Trump degli accordi di Obama dovrà tentare di riallacciare i rapporti con un paese ferito, impoverito dalle sanzioni e irritato dagli ultimi fatti e in generale dagli atteggiamenti ondivaghi degli States.

Per ora Biden, assumendo quel ruolo di leadership che è mancato al paese per quattro anni, ha dichiarato che comincerà i suoi primi cento giorni di presidenza chiedendo agli americani fin da ora di indossare le mascherine e di osservare il distanziamento sociale, cosa che ha fatto dire ad uno degli scienziati della task force dirigenziale che questa è una boccata di aria fresca, anzi è un “uragano diaria fresca”. Qualcosa di cui c’era un estremo bisogno. Almeno per cominciare.

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