Luigi Saitta
Gli atti di un convegno dell’Aipi

La colonna sonora della globalizzazione

La musica italiana, in tutte le sue espressioni, costituisce un vero e proprio ponte polifonico transculturale. È la tesi degli interventi tenuti all’Università per stranieri di Siena, che approfondiscono temi poco trattati a livello accademico

Qual è il ruolo culturale che la musica, in tutte le sue varie espressioni artistiche, svolge in un mondo come quello attuale, in continuo, frenetico cambiamento? In che senso possiamo attribuire alla musica una funzione chiave nel contesto delle sfide transculturali che ci impongono le società industrializzate, tecnologicamente avanzate e globalizzate?

Risponde a queste domande Polifonia musicale. Le tante vie delle melodie italiane in un mondo transculturale (Franco Cesati Editore, Firenze 2020), a cura di Dagmar Reichardt, Domenica Elisa Cicala, Donatella Brioschi, Mariella Martini-Merschmann, un volume che raccoglie le relazioni tenute nell’ambito del convegno Aipi svoltosi presso l’Università per stranieri di Siena nel settembre del 2018.

La musica, in generale, è universale, lo è il suo linguaggio, il suo messaggio, non ha confini, non conosce frontiere, le melodie superano i limiti imposti dallo spazio e dal tempo per creare un mondo di sogni, di reminiscenze, di fantasie. E la musica italiana, in tutte le sue espressioni, dalla lirica alla sinfonica, alla musica leggera, alla musica da film, costituisce un vero e proprio ponte polifonico tra la cultura italofona e le culture trasnazionali.

Una raccolta di saggi di alto livello, estremamente ricca e interessante per approfondire argomenti e temi in genere poco trattati a livello accademico (l’influenza e l’eredità dell’opera lirica italiana, le ballate di una polifonica cinenarrazione italiana migratoria, la musica da film come modello italiano in un mondo transculturale, l’italofonia multietnica, non più opera ma cinema: la Carmendi Francesco Rosi).

Sì che si può dedurre che la musica – questa la sintesi – equivale non solo a un linguaggio non verbale particolarmente potente, ma anche a un veicolo transculturale per promuovere la comunicazione cross-culturale ricca di immagini. «Aspetti – rileva Dagmar Reichardt nell’introduzione – così descritti da Antonio Gramsci nei suoi Quaderni del carcere: “Un brano musicale di Verdi, un balletto russo possono essere capiti immediatamente da qualsiasi cittadino del mondo”».

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