Anna Camaiti Hostert
Cartolina dall'America

Presidente per caso

All'ultimo dibattito televisivo Trump ha cambiato strategia: non ha insultato Biden ma lo ha accusato di tutto. Come se lo sfidante fosse il presidente in carica e Trump un "outsider della politica" e non l'uomo che ha mandando gli Usa contro il treno del Covid

Ieri sera a Nashville in Tennessee alla Belmont University si è svolto l’ultimo dibattito tra i due contendenti alla presidenza degli Stati Uniti: Joe Biden, lo sfidante, e Donald Trump, l’attuale presidente. Moderatrice è stata Kristen Welker, giornalista della NBC, corrispondente della Casa Bianca e conduttrice, su quel canale assieme a Peter Alexander, del programma del sabato Weekend Today.

Il tono del dibattito, rispetto al precedente, è stato molto più civile, anche se ci sono state frizioni tra i due e momenti di belligeranza non secondari. L’elemento che mi ha sorpreso è stato l’atteggiamento del presidente Trump il quale si è rivolto a Biden come se fosse un outsider e a quest’ ultimo come se fosse stato al governo e avesse preso le decisioni politiche nel paese. Questo a partire dal coronavirus, per arrivare alla politica economica, ambientale a quella dell’emigrazione e infine a quella estera. Dimenticando che non solo Biden non era al governo ma che qualunque decisione proposta al Congresso dai democratici si era fermata in Senato dove la maggioranza repubblicana ha opposto un veto pregiudiziale a tutte le leggi e le riforme, come d’altra parte aveva fatto in precedenza durante i due mandati del presidente Obama.

Trump ha accusato Biden di essere in politica da 47 anni e non avere fatto niente.

Ma vediamo come, partendo da una chance di potere mantenere il dibattito entro un contrasto civile e informativo sui programmi dei due contendenti e dunque poter guadagnare dei voti, Trump abbia commesso errori che dagli exit polls non sembra gli faranno acchiappare i voti degli indecisi. Biden d’altra parte ha fatto meglio del primo incontro, al contrario di come qualcuno ha scritto, mostrandosi più sicuro e rivolgendosi, non come ha fatto Trump ai Blue States o ai Red States, cioè democratici e repubblicani, ma a tutti gli americani e alle loro famiglie che in questo momento difficile dovuto a una pandemia che non accenna a fermarsi, hanno bisogno di unità, riassicurazione ed equilibrio. E di un leader che possa rappresentare tutto ciò.

Prendiamo alcuni temi su cui il dibattito si è soffermato per illustrare come certe affermazioni di Trump siano state sconfessate dai fatti e come dunque questa performance abbia segnato molti punti a favore di Biden.

Sul coronavirus, ad esempio, Trump ha dichiarato, tra le altre cose, che il 99,9 per cento dei giovani e delle persone che si ammalano in generale guarisce, come sa bene perché ne è stato infettato e adesso è immune (?). Cosa smentita da Anthony Fauci nei giorni precedenti, e infatti contro di lui il presidente si è scagliato accusandolo di essere semplicemente un democratico. Non va dimenticato che Trump è quello che aveva suggerito tempo fa che si poteva curare facendosi iniezioni di varechina, senza mai sconfessare questo terribile consiglio. Ieri sera ha inoltre detto che siamo in procinto di sconfiggere il virus perché c’è un vaccino a cui diverse case farmaceutiche stanno lavorando, che presto scomparirà e che comunque bisogna abituarci a vivere con esso al nostro fianco. Biden dopo avere predetto un “dark winter” ha risposto che con la gestione Trump della pandemia non stiamo imparando a convivere con il virus, ma a morire per mano sua. Ha inoltre insistito che bisogna mettere il paese in sicurezza come è stato fatto in Europa e non continuare a dire che bisogna lasciare tutto aperto senza criteri di distanziamento sociale e protezione individuale. Per questo Trump lo ha accusato di volersi nascondere in cantina.

A questo proposito, la differenza tra i due sulla riforma sanitaria esistente, la cosiddetta Obamacare, che adesso sembra messa in pericolo dalla recente nomina da parte di Trump della giudice della Corte Suprema Amy Coney Barrett, è evidente. Trump ha accusato Biden di volere, se vince, quella che viene definita “socialized medicine” una medicina socializzata che eliminerebbe la sanità privata, come, secondo lui vorrebbe Bernie Sanders. Tra parentesi neanche Sanders vuole abolire la sanità privata, la vorrebbe basata su criteri diversi. Ma basta vedere la campagna elettorale e gli scontri nel partito democratico per capire che anche questa è una bugia. Biden si è fatto sempre portatore del permanere del settore privato. C’è stato un tentativo di Trump di abbinare ogni posizione democratica con quelle della estrema sinistra, quella che “mangia i bambini” e ti porta via la casa o i sobborghi.

Non mi dilungo sulle affermazioni di Trump in politica estera su Cina, Russia e Nord Corea, perché ci porterebbero lontano. Dico solo che le sue accuse a Biden sono da un lato risibili e dall’altro pericolose perché è come sentire, come proverbialmente si dice, ascoltare il bue che dà del cornuto all’asino. Tutte le accuse contro Biden sono quelle che sono state fatte a Trump. Di avere ricevuto soldi dalla Russia e dalla Cina, di fare gli interessi della Russia che vuole un’Europa indebolita. Trump, si sa, ha interessi in Russia e Cina che egli stesso ha incoraggiato a mantenere i campi di lavoro per i prigionieri politici e ha intessuto relazioni bilaterali con la nord Corea che continua ad intensificare i suoi armamenti.

Inoltre sul problema dell’emigrazione ci sono differenze enormi e strategie diverse. È stato fatto notare a Trump che la sua politica in materia permette che ci siano bambini separati dai propri genitori e altri che vengono rimandati nei paesi di origine che non conoscono perché sono nati negli Stati uniti e quello è il loro paese. Il presidente ha ribadito che questi bambini vengono trattati molto bene, cosa assurda in quando vivono senza ai loro genitori, e inoltre che quelle gabbie dove sono stati fatti vedere sono state costruite dalla precedente amministrazione senza specificare il contesto e le ragioni. Quando Biden ha risposto che erano state progettate per altri fini e che comunque è una cosa inumana tenere i figli lontani dalle loro madri Trump ha risposto “Good” senza specificare cosa volesse intendere. A voi la scelta!

E sul problema razziale Trump ha dichiarato che ha fatto moltissimo per le minoranze specie quella nera più di tuti gli altri presidenti da Lincoln in poi, suscitando perfino un sorriso di Biden. E parlando di Black Lives Matter ha detto che sono semplicemente estremisti contro la polizia estrapolando alcune frasi ad effetto contro i poliziotti e negando che ci sia un problema nel paese e un gap da riaggiustare nell’addestramento delle forze dell’ordine. Anzi ha accusato Biden di avere chiamato i neri superpredators e di avere varato nel 1994 un provvedimento di legge che ne prevedeva l’incarcerazione anche per reati minori legati alla droga. Cosa di cui Biden ha fatto ammenda anche se la legge fu proposta di Hillary Clinton che usò questo termine e non da lui. Un provvedimento che oggettivamente fece diminuire il crimine, ma riempì le carceri e, secondo alcuni determinò una persecuzione non necessaria nei confronti della comunità nera.

Infine sui problemi economici e ambientali Trump si è arrampicato sugli specchi per accusare Biden, in primo luogo dicendo che se eletto affosserà Wall Street, mentre come risposta, riportata da NBC news, Ruchir Sharma stratega globale dei Morgan Stanley ha affermato proprio il contrario, basandosi sulla maggiore moderazione e minore volatilità del personaggio. Sulle politiche ambientali Trump ha attaccato Biden sulla sua volontà di marciare verso energie pulite diminuendo progressivamente i fondi alle compagnie petrolifere e invece aumentando il budget per la green economy e energie pulite.

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