Marco Ferrari
Un libro tra storia e fotografia

Passione Stromboli

Tornano in libreria le foto che Federico Patellani realizzò a Stromboli nel 1949 in margine alle riprese del film che consacrò l'amore tra Rossellini e la Bergman. Oltre alla vita del set, colpiscono i particolari di vita isolana da cui nacque il mito delle Eolie

«Caro Signor Rossellini, ho visto i suoi film Roma città aperta e Paisà e li ho apprezzati moltissimo. Se ha bisogno di un’attrice svedese che parla inglese molto bene, che non ha dimenticato il suo tedesco, non si fa quasi capire in francese, e in italiano sa dire solo “ti amo”, sono pronta a venire in Italia per lavorare con lei». Con questa missiva che Ingrid Bergman inviò a Roberto Rossellini iniziò la collaborazione fra il regista italiano e la celebre attrice di origini svedesi. Rossellini, dopo aver ricevuto questa lettera da Ingrid Bergman, allora una delle massime stelle hollywoodiane, la coinvolse nel progetto che diventerà il film Stromboli, terra di Dio del 1950. Ma, oltre la significativa pellicola, quella che andò in scena nella isola delle Eolie fu una storia d’amore tra il regista romano e l’attrice svedese che fece sognare gli italiani. Insomma, quella fu una missiva destinata a cambiare il destino di entrambi, portandoli a condividere il set del film ma anche i sentimenti tra i due grandi protagonisti del cinema del dopoguerra.

A seguire passo dopo passo la realizzazione della pellicola fu Federico Patellani, tra i migliori fotografi dell’epoca e a lungo collaboratore del settimanale Tempo: sull’isola eoliana, in Sicilia, documentò le fasi di realizzazione dell’opera, riuscendo a cogliere con acutezza di sguardo e precisione anche le condizioni di vita degli abitanti, alcuni dei quali coinvolti nelle riprese. Più di settant’anni dopo, a ripercorrere quell’esperienza e a riaccendere i riflettori sulla quotidianità dell’isola di Stromboli, che improvvisamente balzò agli onori della cronaca sulla scia del film, è un volume pubblicato da Humboldt Books. Intitolato Federico Patellani, Stromboli 1949, che raccoglie un’accurata selezione di immagini provenienti dall’archivio del fotografo, conservato presso il Museo di Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo. Il libro è corredato dai saggi di Alberto Bougleux, Goffredo Fofi, Kitti Bolognesi e Giovanna Calvenzi.

Le immagini ricostruiscono nella sua integrità quella straordinaria vicenda, cinematografica e umana e l’affascinante e incontaminata bellezza della Stromboli di metà Novecento. Prima di ospitare la troupe hollywoodiana, l’isola di Stromboli, stretta fra la solitudine del mare e la minaccia del suo vulcano, ancora attivo, era un angolo dimenticato del Mediterraneo con i suoi riti uguali e le abitudini secolari, prima che fosse scoperta dal turismo. Il fotoreporter era giunto sullo scoglio eolico per immortalare non tanto i retroscena del film, quanto la discussa relazione tra Bergman e Rossellini. Patellani ne approfitta per catturare le condizioni di vita degli abitanti e la forza degli elementi naturali dell’isola, trasformandola in quel luogo mitico che è oggi nell’immaginario comune. I testi, quindi, accompagnano il viaggio fotografico realizzato nell’aprile del ’49 che inizia con lo sbarco sulle nere spiagge dell’isola dell’iconica attrice svedese e del regista italiano e prosegue con gli scatti rubati durante le riprese di quel film che consacrerà l’incontro-scontro tra il mondo di Hollywood e il cinema neorealista italiano.

A distanza di settant’anni, Humboldt Books ripropone quegli scatti realizzati per i fototesti, gli ampi servizi fotografici corredati da lunghe didascalie scritte dallo stesso fotografo per il Tempo, il settimanale di Alberto Mondadori. Su iniziativa del Museo del Cinema di Stromboli e in collaborazione con il Museo di Fotografia Contemporanea di Milano-Cinisello Balsamo, la casa editrice milanese ha riunito 65 scatti, rigorosamente in bianco e nero, che raccontano tre diverse storie unite da quella natura vulcanica che le fa da sfondo: le riprese di Stromboli si mischiano alla consacrazione di un amore che, a sua volta, cattura l’attenzione dei volti degli isolani, non abituati al veder nascere sotto i loro occhi storie degne di rotocalchi.

Quella stessa natura selvaggia delle Eolie, dopo l’uscita del film di Rossellini, diventerà il soggetto privilegiato di numerosi registi: prima Antonioni con L’avventura, nel 1960, poi i Fratelli Taviani, che ambienteranno il loro Kaos del 1984, poi Nanni Moretti con Caro Diario nel 1993 e l’anno successivo Massimo Troisi con il famoso Il Postino.

Il libro di Patellani ha il merito di restituirci il sapore della terra ancora da scoprire. Il volume fa infatti parte della collana “Time Travel” di Humboldt Books, unendosi ai racconti fotografici scattati nel XX secolo da grandi fotografi, architetti e artisti. Insieme a Patellani, trovano spazio, tra gli altri, i viaggi di Gabriele Basilico a Glasgow nel 1969 ed in Iran nel 1970; l’avventura in Danimarca di Ugo Mulas; il Giappone visto da Carlo Mollino; l’America degli anni Settanta catturata da Mario Bellini.

Federico Patellani (Monza, 1º dicembre 1911 – Milano, 10 febbraio 1977) è stato un fotografo e regista italiano, fotoreporter di guerra e caposcuola del fotogiornalismo in Italia. Noto per i suoi reportage tematici sulla ripresa della società italiana nel dopoguerra, divenne ben presto un punto di riferimento di un fotogiornalismo raffinato che riprende lo stile dei servizi pubblicati dalla prestigiosa rivista Life. Patellani è considerato uno dei più importanti fotografi italiani del XX secolo, esponente della fotografia neorealista. Con lo pseudonimo Pat Monterosso, inoltre, fu fotografo di guerra documentando la Russia nella seconda guerra mondiale. Il fondo delle sue fotografie, considerato di impronta socio-antropologica e consistente in più di 700.000 scatti, è conservato presso il Museo di Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo. Il quel periodo fotografò molti divi del cinema italiano grazie alla amicizia di lunga data con diversi importanti registi e produttori, come Dino De Laurentis, Alberto Lattuada, Carlo Ponti e Federico Fellini.

Il suo archivio fotografico si arricchisce di scatti riservati a Sophia Loren, a Ingrid Bergman, a Silvana Mangano durante la ripresa del film Mambo, a Anna Magnani con il solo volto e gli occhi semichiusi che emerge dall’acqua, a Lucia Bosè a un concorso di Miss Italia e a Gina Lollobrigida in costume regionale da ciociara che mostra le gambe senza imbarazzo. Tra i suoi ritratti spiccano quelli di Totò, Luchino Visconti, Vittorio De Sica con Cesare Zavattini, Carla Del Poggio con Jean Gabin, Federico Fellini e Giulietta Masina travestita da Gelsomina in una pausa del film La strada, Kirk Douglas durante le riprese di Ulisse e tanti altri volti dl cinema.

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