Anna Camaiti Hostert
Cartolina dall'America

Il vaccino di Trump

«Un vaccino prima delle elezioni»: è l'illusione e la menzogna (cancellata da Twitter) di Trump che sta dando una valanga di soldi pubblici all'industria farmaceutica. Così il presidente Usa spera di mettere il Covid nelle urne. Con un annuncio a sorpresa che ribalti - a parole - la sua gestione disastrosa dell'emergenza sanitaria

Fake news: per l’ennesima volta, a sottolineare le menzogne del presidente è dovuto intervenire direttamente Twitter che ha cancellato un tweet di Trump che annunciava «il vaccino anti-Covid entro il 2020», classificato, appunto, come fake news. Mentre Facebook, con la stessa motivazione ha cancellato un post del presidente che affermava la raggiunta immunità dei bambini al Covid. Appare evidente, oramai, che il vaccino è l’ennesima arma che il presidente si presta ad usare per restare alla Casa Bianca.

Come se tutto ciò non bastasse, in una disastrosa intervista di giorni fa con un giornalista del sito news Axios, Jonathan Swan, Donald Trump, oltre ad avere fatto una serie di commenti veramente meschini riguardo al mitico leader dei diritti civili John Lewis, affermando che «nessuno più di lui (Trump) si è battuto per i neri» (cosa che francamente in riferimento ad un’icona dei diritti civili come John Lewis che aveva marciato con Martin Luther King, è semplicemente disgustosa oltre che falsa, ndr), si è misurato con le statistiche del Covid 19. Così ha fatto un paragone percentuale dei morti di coronavirus negli States, non tenendo presente la popolazione del paese, ma quella mondiale e dunque dando dati contraffatti e affermando che le percentuali americane sono inferiori a quelle europee. Cosa assolutamente falsa di contro all’evidenza che mostra invece che gli Stati Uniti, assieme al Brasile e alla Russia, sono i paesi dove ci sono più infettati e più morti in assoluto nel mondo.

Il presidente ha fatto davvero una figuraccia, come se non capisse quello di cui il giornalista stava parlando quando lo accusava di dare percentuali fuorvianti. Così si è limitato a dire: «Lei non può fare questo» riferendosi al fatto che Swan aveva contestato i suoi dati. Il giornalista aveva riportato i dati nei parametri giusti, facendo emergere che il numero dei morti americani era molto alto rispetto a tanti altri paesi e non il contrario, come affermava lui. Ciò, come sappiamo, oltre a essere vero, è dovuto all’inettitudine dell’amministrazione Trump che ha gestito questa pandemia in maniera approssimativa, pericolosa e senza direttive coerenti e restrittive. Chi può dimenticare i consigli del presidente che parlava dell’inutilità della mascherina e del distanziamento sociale o che consigliava di iniettarsi la varichina o che anche adesso, contro il parere dei suoi stessi medici, parla di sicura riapertura delle scuole? Salvo poi dire che ha sempre detto che la mascherina era utile, che la sua gestione della pandemia è stata esemplare nel mondo e che grazie a lui la malattia è assolutamente sotto controllo.

Ogni volta che lo ascoltiamo, non riusciamo a capire se Trump è capace di distinguere tra realtà e finzione. Un po’ come era successo in certe occasioni anche con Berlusconi. Vien fatto di chiedersi se sono i miliardi o le televisioni che annebbiano il cervello. Tuttavia c’è da sperare che a certi livelli riesca a discernere e che sia solo in malafede. Perché se non lo fosse e credesse davvero in tutte le bugie che dice quotidianamente e pensasse davvero di avere fatto un buon lavoro, ci sarebbe da temere per la sua salute mentale.

Forse è proprio per questo che adesso inietta milioni di dollari nella ricerca del vaccino, sperando sia pronto prima delle elezioni. E infatti si parla di tre mesi entro i quali si dovrebbe arrivare a buone probabilità di avere qualche risultato sicuro. Giusto in tempo per le elezioni. Per poi potere dire in campagna elettorale che oltre al fatto che la sua amministrazione è stata esemplare nel gestire l’emergenza del coronavirus, per suo merito è stato trovato il vaccino. Sperando che il suo bacino elettorale gli creda.

Ma vediamo da vicino cosa è successo in questi ultimi giorni.

Politico del 26 luglio informava che la Casa Bianca avrebbe investito 472 milioni di dollari per espandere i test clinici di Moderna per verificare l’efficacia e la sicurezza del vaccino che stava sperimentando. Moderna infatti aveva annunciato pochi giorni prima che la Biomedical Advanced Research e la Development Authority, conosciute come BARDA, stavano investendo molto denaro già prima che l’inizio della fase tre del vaccino fosse prevista. La fase tre è quella finale in cui si determina se il vaccino è sicuro ed efficace. Questo ulteriore pompaggio di denaro da parte dell’amministrazione Trump, secondo Moderna, aiuterà la compagnia biotecnologica a espandere la sperimentazione su 30.000 persone negli Stati Uniti. In particolare si colloca sulla scia di mesi di discussioni tra la FDA (la temutissima Food and Drug Administration) e l’amministrazione Trump sulla Operation Warp Speed uno sforzo tra agenzie diverse per accelerare i tempi per la scoperta del vaccino.

Il governo federale aveva già accresciuto i suoi investimenti per sviluppare, testare e accelerare la produzione nei trattamenti del Covid 19 e dei vaccini. Aveva dunque dato a Novavax 1,6 miliardi di dollari con questo obiettivo. E Moderna aveva già ricevuto 483 milioni di dollari da BARDA portando il totale a 995 milioni di dollari per uno studio in collaborazione con Il National Institute of Allergy and Infectious Diseases diretto da Anthony Fauci.

L’ottimismo di Trump nei confronti della scoperta del vaccino è evidente da uno dei suoi ultimi commenti: «Siamo molto vicini al vaccino. Penso che avremo presto buoni risultati» ha detto due giorni fa. E appare chiaro che i sondaggi su di lui si trovano ad uno dei livelli più bassi della sua amministrazione secondo la Associated Press-NORC-Center of Public Affairs Research. Insomma, Trump ha bisogno del vaccino come dell’aria per respirare. E, si sa, il presidente non si ferma davanti a niente, come gli aveva insegnato uno dei suoi mentori, l’avvocato Roy Cohn che, mentre stava morendo di AIDS in quanto omosessuale, non solo negli ultimi giorni di vita negava la malattia e parlava di tumore al fegato, ma anche di essere gay. Lui che i gay li aveva perseguitati e fatti mettere in galera durante i giorni del maccartismo nei quali era il consigliere più stretto del senatore del Wisconsin responsabile della caccia alle streghe anticomunista più famosa del mondo.

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