Roberto Mussapi
Every beat of my heart

Il sonno, la morte

Il mondo senza Dio di Rimbaud è impregnato di amore. In questi versi il poeta descrive con tenerezza un soldato che riposa con «i piedi nei gaggiuoli»… E invoca Madre Natura di scaldarlo come un bambino. Perché il suo dormire è per sempre

Poesia incancellabile e straziante: il giovane soldato dorme, quieto, sull’erba, accanto a un ruscello. Sole, fiori, mormorio dell’acqua, la quiete dolce del sonno. Come un bambino. Ma, nota il poeta, sorride come sorriderebbe un bambino che sta male. In quel sorriso nel dolce incanto della natura il veggente intuisce una sofferenza. Allora si rivolge a quella Natura, deificata auguralmente nel mondo senza Dio di Rimbaud, ma impregnato di amore: scaldalo, come si scalderebbe un bimbo che ha freddo.
Dorme nel sole, ma i due fori rossi rivelano che quel dolce sonno, turbato da un impercettibile dolore, è morte. Ma, sentiamo che prega Rimbaud, Natura, scaldalo ugualmente.

 

Chi dorme nella valle

È una verde radura dove canta un ruscello

Che appende pazzamente agli steli i suoi cenci

D’argento; il sole scende dalla montagna altiera

E luccica nel borro che spumeggia di raggi.

 

A bocca spalancata, a testa nuda, un giovane

Sodato, colla nuca nel nasturzio azzurrino,

Dorme; sotto le nubi è disteso nell’erba,

Bianco nel letto verde in cui piove la luce.

 

Ha i piedi nei gaggiuoli. Dorme. Sorride come

Sorriderebbe un bambino che sta male. Sonnecchia.

Cullalo tu, Natura, col tuo calore: ha freddo.

 

I profumi non fanno fremer le sue narici.

Egli dorme nel sole, con la mano sul petto

Calmo. Ha due fori rossi, a destra, sul costato.

Arthur Rimbaud

Traduzione di Ivos Margoni

 

 

Facebooktwitterlinkedin