Alessandro Boschi
Il nostro inviato al Lido

In bocca al Leone

Continua a suscitare polemiche il Leone a "Joker" di Todd Phillips: secondo i cinefili integralisti, la sua confezione da major sarebbe inadeguata a un festival. E invece, è un vero film d'autore. Vediamo perché...

Che bello il Leone d’oro a Todd Phillips e al suo Joker, bello perché, come ha sottolineato il regista statunitense è sempre eccitante riscrivere i parametri del cinema d’autore, specialmente in una manifestazione importante come quella di Venezia. Noi, che avevamo già omaggiato la sagacia del direttore Alberto Barbera per avere inserito il film tra quelli in concorso, lo avevamo già definito un grande film d’autore. Per i contenuti e per la possanza della produzione, che non è indirettamente proporzionale allo sforzo creativo. Un film d’autore, ci sia consentita la battuta, molto “fuori norma”, ma potente, ironico e disperato. Tra aggettivi che ricadono in maniera automatica sul suo straordinario protagonista, Joaquin Phoenix. Quando la Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile è stata con nostra grande gioia assegnata a Luca Marinelli per il Martin Eden di Pietro Marcello, abbiamo intuito che poteva scapparci la sorpresa. La vittoria di Luca Marinelli è straordinaria e sorprendente, tenuto anche conto della concorrenza in campo: oltre al “fuori norma” Joaquin Phoenix, anche Jean Dujardin protagonista di J’accuse e Adam Driver di Marriage story avrebbero meritato altrettanto.

Il film di Roman Polanski sarebbe stato probabilmente il Leone d’oro più corretto e per questo il Gran Premio della Giuria va un po’ stretto al regista polacco. Sarebbero serviti due Leoni, ma a noi va benissimo così. Siamo di fronte ad una svolta a nostro parere. E viene facile la battuta, da Una notte da leoni a un Leone per sempre. Curiosa la scelta di Ariane Ascaride interprete di Gloria Mundi di Robert Guédiguian come migliore attrice femminile. Al di là dei meriti non sarebbe stato un delitto assegnare la Coppa Volpi a Scarlett Johansson, in modo tale da non lasciare a bocca asciutta il Marriage Story di Noah Baumbach. Anche perché facciamo fatica a capire il premio per la sceneggiatura a Yonfan per il film JI yuan tai qi hao (no.7 cherry lane). Corretto il Premio Marcello Mastroianni per l’attore emergente a Toby Wallace, protagonista di  Babyteeth di Shannon Murphy del quale segnaliamo la bellissima colonna sonora. Infine il Premio Speciale della Giuria al film di Franco Maresco (insieme a Letizia Battaglia) La mafia non è più quella di una volta. Che termina con un sasso gettato nello stagno che, al momento, non sembra in grado di provocare nessuna onda né sussulto. Da vedere, comunque. Alla prossima.

P.S. Lascio volutamente in esergo il Leone d’Argento per la migliore regia a Roy Andersson per il film Om Det Oandliga (About Endlessness). Dopo il piccione sul ramo altri 78 minuti eterni. Continuiamo così, facciamoci del male. Speriamo che Joker spazzi via questi fenomeni del nulla.

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