Lidia Lombardi
Lo scaffale degli editori

Sua maestà il giallo

Tutt’altro che minore (se Simenon, Gadda e Umberto Eco vi sembran poco!), il genere poliziesco nella stagione estiva si offre nel suo massimo splendore per la ricchezza di proposte. Ecco alcuni titoli freschi di stampa per i tipi di Fazi, NNEdirice, Piemme

Nemmeno sotto tortura affermeremmo che il giallo è genere letterario minore. Il sommo Simenon ne è il paradigma, per non dire del Gadda del Pasticciaccio o dell’Eco de Il nome della rosa. E però è un fatto che gli editori mandino in libreria specie d’estate polizieschi, thriller, noir, avventure di commissari e di vittime. Ma mettiamola così: sotto l’ombrellone o in vetta il relax giova alla concentrazione, dunque alla lettura di plot ingarbugliati e polisemantici. Che poi siano capolavori lo dirà il tempo. Intanto è prolifica nel settore la casa editrice Fazi, che ha una collana ad hoc, “Darkside”. Appena rimpolpata da un titolo intrigante nella trama e nella scrittura asciutta e insieme allusiva. È La vendetta di Oreste (221 pagine, 16 euro) che vede impegnato a risolvere un enigma il commissario Ponzetti, uscito dalla penna di Giovanni Ricciardi, professore di greco e latino in un liceo di Roma e ormai saldamente nelle simpatie dei lettori che si riconoscono nell’investigatore capitolino.

Stavolta si trova a indagare sul segreto che un anziano suo amico, l’istriano Oreste, non ha fatto in tempo a confidargli prima di morire. Abitava al quartiere giuliano-dalmata, popolato a partire dagli anni Quaranta da quelli che sfuggirono al terrore delle foibe dei titini. Da qui i personaggi si irraggiano su una Roma talvolta metafisica (per quelle «grandi strade dell’Eur così bianche e sfuggenti»), talvolta modaiola (i Parioli coi tavolini all’aperto per il rito dello spritz), talvolta umorale, come su quel tram 14 che da piazza Vittorio conduce a Centocelle. Se ne va in giro a rimestare nei punti interrogativi, Ottavio Ponzetti, meditando anche, alla fermata del filobus, su chi fosse l’uomo e chi la donna tra Titone ed Eos. E spingendosi fino a Trieste e in Slovenia interrogandosi non solo sull’enigma dell’anziano amico ma sul dramma, a lungo messo da parte, dell’esodo istriano. Parigi e un detective privato al centro di un altro titolo Darkside-Fazi: è il Nestor Burma di Léo Malet, scomparso nel 1996, autore di una trentina di matasse sbrogliate dal suo personaggio. Dopo altri titoli, l’editrice romana pubblica ora Nestor Burma e la bambola (175 pagine, 15 euro), inedito in Italia. Qui il protagonista, lasciata una Senna piovosa ancorché primaverile, assiste involontariamente a una strage in una villa di Boulogne. Losco l’autore, losca una delle vittime, un medico radiato dall’Ordine. Un aborto mal praticato ha mandato all’altro mondo una ragazza, accusano i nonni. Sta a Burma, col piglio irriverente che lo caratterizza, svelare per intero, tra sicari prezzolati e locali a luci rosse, i chiaroscuri della faccenda.

NN Editrice è una casa-rivelazione. Nata nel 2014, indipendente, ha per mission lanciare autori contemporanei inspiegabilmente rimasti sconosciuti: da qui il nome che si è data, le due enne di “nomen nescio”, con cui all’anagrafe si designavano i figli di padre ignoto. A essa si deve l’exploit in Italia di Kent Haruf, tra i maggior romanzieri americani ma ignorato da noi. La pubblicazione della sua trilogia, ottimamente tradotta, ha fatto balzare da due anni NN in vetta alla classifica dei più venduti. In questa estate 2019 fa uscire un thriller da pugno allo stomaco, La volontà del male (484 pagine, 20 euro) di Dan Chaon, best seller oltreoceano e nei Paesi europei. Il protagonista è Dustin, psicologo, sposato, padre di due figli, che vede tornare le angosce di trent’anni prima, quando i genitori e gli zii furono uccisi da Rusty, il fratello adottivo, condannato all’ergastolo dopo la sua testimonianza e ora rilasciato perché sono cadute le accuse. Altre morti si intrecciano nell’ansia di Dustin, ragazzi annegati a opera pare di un serial killer. Affiorano con la memoria fantasmi e vizi da autoinganno, in un presente che si fa tanto più liquido quanto più è cristallina la penna di Chaon.

Brividi promettono due thriller Piemme di autrici italiane. In Sangue del mio sangue (279 pagine, 17,90 euro) Roberta De Falco, pseudonimo della autrice cinematografica Roberta Mazzoni, mette in pista l’allieva del commissario Benussi, della Mobile di Trieste. Si chiama Elettra Morin, è alla sua prima indagine, su un incidente d’auto che nasconde un crimine efferato. Il punto di partenza, l’unico di fronte a un cadavere carbonizzato, è un piccolo diamante all’orecchio della vittima e una targa d’auto che conduce a un’antica villa patrizia circondata da rovi. Ce n’è in abbondanza per attirare il lettore… Zoo (438 pagine, 18,50 euro) di Paola Barbato – tra l’altro sceneggiatrice di fumetti come Dylan Dog – è la distesa di gabbie da incubo perché rinchiudono persone, segregate da un Lui anonimo e folle. Rubata alla propria vita e messa dietro le sbarre senza un apparente motivo anche Anna, che vi si ritrova nuda, in un capannone chissà dove. Punture letali, mandibole di un coccodrillo e tutto un armamentario di altri tormenti fanno procedere la trama verso un amaro “lieto fine” con l’inevitabile colpo di scena, secondo collaudate ricette.

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