Roberto Mussapi
Every beat of my heart

La pace e il dolore

Il grande poeta Rabindranath Tagore, «fusione perfetta di semplicità e visionarietà sapienziale», brilla nelle traduzioni che ce lo rendono accessibile. Come in questi versi in cui la visione cosmica accoglie uomini e astri in meravigliosa sintonia

La realtà stupefacente della poesia di Rabindranath Tagore è la fusione perfetta di semplicità e visionarietà sapienziale. Immediata e profonda, naturale e misteriosa come un fiore, non a caso ammirata da Yeats, poeta di visione e rapimento sapienziali.
Purtroppo quasi nessuno di noi può leggere nella lingua originale, il bengalese, la poesia di Tagore, che però brilla nelle traduzioni, prova di forza assoluta dei versi e di acutezza e sensibilità del traduttore.
Visione cosmica immediata, elementare, ove la realtà del corpo dell’uomo respira all’unisono con quella degli astri, in una sintonia e musica che sono l’elisir del grande poeta indiano.
Il vento, elemento esterno, spegne la luce accesa dall’uomo. Ma, sempre nel mondo esterno dell’aria, quello stesso da cui è sorto il vento, appaiono le stelle.
Così l’uomo, a occhi chiusi o nell’oscurità, individua il suo sentiero.
Consumata la piena felicità dell’amore sentiamo i suoi limiti, la sua pienezza effimera. Ma questo neonato dolore reca una nuova, sconosciuta pace.

 

 

 

 

 

 

 

 

Se il vento spegne la luce,

le stelle appaiono:

nell’oscurità troviamo allora

le tracce del sentiero.

Consumata la felicità

si sperimentano i limiti del piacere,

il dolore allora porta

la grandezza della pace.

Rabindranath Tagore

(Traduzione di Marino Rigon)

 

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