Roberto Mussapi
Every beat of my life

L’occhioprofondo Omero

Immergersi nei versi dell’Iliade e dell’Odissea, respirarne «l’aria pura», è come se, osservando il cielo, d’improvviso ci apparisse un nuovo pianeta.Così John Keats nel leggere per la prima volta questi testi nella traduzione inglese di George Chapman

George Chapman, drammaturgo e poeta coetaneo di Shakespeare e Marlowe (con cui collaborò), luminosa figura di elisabettiano in cui classicità e romanticismo in nuce si fondono, è famoso soprattutto per le sue traduzioni dall’Iliade e dall’Odissea di Omero.
Il giovanissimo poeta inglese John Keats, il grande Keats dell’Ode a un’urna greca, o dell’Ode a un usignolo, non conosce il greco, apre l’Omero in inglese cinquecentesco di Chapman (straordinariamente vitale e drammatico), e descrive in questi celebri versi l’impressione che un uomo dotato di spiritualità prova aprendo un libro fondamentale. Il brivido di chi scruta il cielo vedendo apparire e nuotare un nuovo pianeta, quello del navigatore Cortez che sta scrutando nell’Oceano le ancora invisibili rive di un altro mondo.
Sì, aprire i libri di Omero, come di Dante, o Shakespeare, significa vedere un nuovo astro nel cielo, sentire l’imminente approdo a un continente sconosciuto e meraviglioso.

 

Appena letto l’Omero di Chapman

Molto ho viaggiato nei reami dell’oro,

e ho visto tanti solidi regni e stati,

ho raggiunto tante isole a Occidente

governate da poeti fedeli di Apollo

e spesso mi fu detto di una vasta terra

su cui regna l’occhioprofondo Omero…

Ma non ne ho mai respirato l’aria pura,

finché non udii Chapman parlare forte e ardito:

allora mi sentii come uno che osserva il cielo

quando appare nuotando un nuovo pianeta;

o come il tenace Cortez con gli occhi d’aquila

fissava il Pacifico, e i suoi uomini

si guardavano l’un l’altro con circospezione

a Darien, in silenzio, in cima a un picco.

John Keats

(Traduzione di Roberto Mussapi

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