Roberto Mussapi
Every beat of my heart

Il fuoco di Saffo

La lirica è il combustibile, l’alimento che, pur mutando di voce in voce, fa ardere incessantemente. Così quello che brucia nell’epica di Omero è della stessa sostanza di ciò che brucia in Ovido, Foscolo, Ungaretti. E in Saffo… come in questi versi

Da tempo sostengo che la poesia non sia solo lirica, ma anche epica: racconto, storie di fondazione; e drammatica: il teatro, la messa in scena di un io moltiplicato in personaggi, in cui quello del poeta si distribuisce, in altre voci. Ma ho sempre ribadito che la lirica è il combustibile, l’alimento del fuoco. Che è perenne, muta di voce in voce, ma arde incessantemente. Qui, nel sommo poeta lirico Saffo (per me non ci sono poeti e poetesse, ma il poeta, che può essere di sesso maschile o femminile poeta e basta) noi vediamo come quello che arde in Elena nell’epica di Omero, o in Arianna nei monologhi di Ovidio, è della stessa sostanza del combustibile di Saffo, Catullo, Foscolo, Ungaretti, fuoco che la lira con le sue corde accende. Mistero, ma evidente: brucia e fa vivere facendo tremare e soffrire lo stesso vivere.

 

Ti scorgo un attimo e la voce smuore,

la lingua è franta, un brivido di fuoco

mi divora le carni e buio

negli occhi, un rombo nelle orecchie,

cola sudore e mi possiede un tremito.

Sono più verde dell’erba,

forse muoio.

Saffo

(Traduzione di Roberto Mussapi)

 

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