Loretto Rafanelli
Presto alla Biennale Arte

La poesia del vetro

L'artista Marco Nereo Rotelli è al lavoro per la Biennale Arte di Venezia 2019 con un progetto che fonde arte e artigianato, arte e poesia: libri di vetro in "Poetry: a Glass Garden"

Le fiamme che fondono il vetro sono volute fantastiche di mille colori che si inseguono e incantano. Le fiamme rendono malleabile il pesante materiale che lavorato lentamente dai maestri vetrai prende la forma di un libro. E io guardo rapito questo mutarsi della materia. La mia è una partecipazione sentita e piena di ammirazione verso questi ultimi artigiani di una secolare tradizione. Con me c’è Massimiliano Schiavon, il titolare di questa vetreria artistica di Murano,  l’unica rimasta, che segue le operazioni con partecipazione e passione, come stesse per giungere alla soglia di un miracolo. Un miracolo che si ripete quotidianamente con tanti oggetti realizzati con amore e pazienza. E Víctor Rodríguez Núñez il grande poeta cubano guarda il libro a lui dedicato e si commuove con il suo infantile semplice sguardo che ha attraversato mille eventi e mille terre, ma pare che mai sia volato così alto e sia stato così intensamente emozionato.

L’artigianato artistico vetrario di Murano fa sì che fra arte, creazione poetica e ‘mestiere’ vi sia una straordinaria simbiosi. E non poteva che essere dell’artista Marco Nereo Rotelli il progetto che unisce l’arte vetraia veneziana con i versi di grandi poeti del mondo (Adonis, Yang Lian, Núñez, Pinsky, Mussapi), i quali partecipano a questa operazione di condivisione seguendo direttamente le fasi della lavorazione in fornace e dando luogo a un evento che diviene un insieme di ispirazioni, di gesti, di sensibilità, di lavoro sulla materia, di slancio ideativo, di comunanza, di felice fatica comune. L’opera di Rotelli prende il nome Poetry: a Glass Garden e sarà presentata alla Biennale d’Arte 2019, dove oltre a questi libri di vetro, l’artista realizzerà fiori di vetro ispirati ai versi di 100 poeti internazionali, sempre realizzati nella fornace di Massimiliano Schiavon, il quale, conquistato dal progetto di Rotelli, afferma che questa è l’occasione per «tributare un omaggio al potere del vetro e rendere tattile la luce e materializzare il pensiero». Lui, che è l’erede di cinque generazioni di maestri vetrai, si tramuta in una sorta di felice interprete della creazione artistica e della ricerca compositiva di un artista di grande fama come Rotelli. Qui a Murano abbiamo rivisto la illustre tradizione italiana delle lavorazioni artigianali, che nel ferro, nel legno, nel tessuto, nella ceramica, e in altre mille cose, ha dato all’Italia quel riconosciuto primato che sappiamo. E tremiamo all’idea che quell’immensa ricchezza disgraziatamente si affievolisca giorno dopo giorno, ma qui non ci rimane che sperare che non tutto sia finito, che alcune ‘resistenze’ come questa, nelle varie attività in giro per il paese, possano ridare forza e slancio a un certo tipo di artigianato.

La Venezia di Rotelli e di Schiavon è anche la Venezia di Ca’ Sagredo, una antica residenza nobiliare (costruita a partire dal 1382), con affreschi di Tiepolo, Ricci, Longhi, dove la nobile famiglia veneziana ospitò numerosi scrittori, artisti, scienziati (anche pare Galileo Galilei). Storia secolare quella del patrizio palazzo Ca’ Sagredo, dotato anche di una biblioteca tra le più importanti di Venezia, che oggi, tramutato in hotel, rappresenta forse il meglio che possa offrire la città, e non solo per gli occhi rivolti al magnifico palazzo, piuttosto perché oggi Ca’ Sagredo è impegnata nel difficile tentativo di unire cultura e turismo. Lorenza Lain, manager della struttura, ha voluto portare a compimento Poetry: a Glass Garden di Rotelli, ed è animatrice e attrice di un percorso prezioso, che la vede attiva in numerosi, straordinari, progetti artistici, come l’opera geniale, e di grandissimo impatto come l’installazione Support di Lorenzo Quinn, il famoso scultore (sì figlio del grande  Anthony), che nel 2017 ha creato un’opera sorprendente, ma direi anche angosciante, per le implicazioni visive e ‘civili’ che suscita, con la gigantesca mano che esce dall’acqua del Canal Grande e si appoggia a (o meglio sostiene) palazzo Sagredo. Un impegno che non è cosa da poco considerata la normale attività riposta sul semplice dato commerciale, peraltro non sempre all’altezza, di quasi tutti gli imprenditori turistici veneziani.

Rotelli, l’artista delle grandi installazioni luminose realizzate in tutto il mondo, è anche l’unico artista legato ai poeti, con collaborazioni straordinarie (da Luzi a Sanguineti, da Zanzotto alla Merini, da Walcott a Bonnefoy, da Bigongiari a Heaney, da Conte a Magrelli, da Mussapi a Cucchi, ecc), e a Venezia riesce ancora una volta a unire le diverse arti, rendendo il percorso creativo della poesia e dell’arte una scena distinta ma comunicante e articolata in un fare comune, in questo caso un percorso ancor più virtuoso perché arricchito dalla sapienza artigianale dell’antica tradizione vetraria di Murano. Poeti internazionali, tra i più grandi dell’attuale panorama poetico, come lo stesso Adonis a un passo dal Nobel nella edizione recente, sono lì a portare il loro straordinario contributo poetico. Un sodalizio virtuoso che fa dire all’artista veneziano: «voglio sempre confrontarmi con l’ambito delle parole, con i poeti, con la loro immaginazione e raggiungere così quasi uno stato di sospensione mentale, lontano dai meccanismi inerziali della quotidianità, e immersi nel fascino profondo di una visione e del fare poetico e artigianale».

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