Nicola Fano
L'Italia di Salvini, Di Maio e Marco Revelli

Josefa e il piccione

Dallo smalto di Josefa al popolo della sinistra, dai razzisti che sparano agli immigrati a chi confonde diritti e dignità: di qua i maestri che guardano solo i propri diplomi, di là i guru che trasformano l'ignoranza in un diploma. Che cosa siamo diventati?

Un individuo di cinquant’anni, romano, è indagato per aver sparato dalla finestra della sua casa, con un fucile ad aria compressa, a una bambina di 13 mesi, una bambina rom in braccio alla mamma. Il piombino ha rotto la scapola della bambina e si è fermato accanto al suo cuore. L’uomo si è premurato di spiegare: «Avevo appena comprato il fucile ad aria compressa, volevo provarlo». Un quarantenne del vicentino ha sparato a un immigrato che stava lavorando su una piattaforma a sette metri di altezza: «Sparavo a un piccione», ha spiegato l’uomo che è stato denunciato. Un individuo senza nome (sui social network è di moda esprimersi nell’anonimato) a proposito di Josefa, la camerunense salvata per miracolo la settimana scorsa in mezzo al mare, accanto a un’altra donna e a una bambina morta, ha annotato: «Scappa dalla guerra, ma si è pitturata le unghie? Inoltre le mani non hanno l’aspetto spugnoso, tipico di quelle mani che restano in acqua per ore. Scusate, ma io non ci credo al 100%». Una donna che era accanto ai soccorritori di Josefa, firmandosi con nome e cognome, ha spiegato: «Josefa ha le unghie laccate perché nei quattro giorni di navigazione per raggiungere la Spagna le volontarie di Open Arms le hanno messo lo smalto per distrarla e farla parlare. Non aveva smalto quando è stata soccorsa. Serve dirlo?».

Un tale, che di cognome fa Casaleggio e ha ereditato dal padre (oltre a una fortuna societaria della net-economy) la qualifica di “guru” (come si farà a diventare guru?, basterà sparare cazzate?) ha spiegato che tra «qualche lustro» non sarà più necessario il Parlamento per esercitare la democrazia. Nel frattempo, per «qualche lustro», il tale Casaleggio in questione s’avvantaggia delle quote in denaro (si parla di 300 euro al mese a persona, ma su queste cose non c’è trasparenza…) che tutti i deputati e senatori del cosiddetto Movimento 5 stelle devono necessariamente versare alla sua società.

Tal Marco Revelli, storico di professione, guru (anche lui!) della sinistra-sinistra (quelli sempre con il dito alzato a indicare la retta via agli altri), intervistato da La Repubblica a proposito di un irriguardoso titolo del Manifesto (giornale per il quale Revelli scrive) su Sergio Marchionne, alla domanda “Marchionne viene criticato dalla sinistra radicale per aver rilanciato la Fiat sulle spalle dei lavoratori”, risponde: «Anche questo è un fatto. E sa perché è successo? Perché ha trovato la maggioranza del sindacato arrendevole, con la sola Fiom a opporsi. Si aggiunga l’arrendevolezza della sinistra di governo. Ricordo che Fassino disse che avrebbe votato sì al referendum di Mirafiori e Pomigliano, come il padrone. Lì la sinistra ha cominciato a perdere il suo popolo che ora si è rifugiato nel populismo». Viene da chiedersi se Revelli ritienga il romano che ha sparato alla bambina rom per provare la sua arma, l’individuo che non crede che Josefa sia fuggita da una situazione di disagio perché aveva le unghie smaltate, il “guru” che preconizza una democrazia senza rappresentanza siano ex popolo della sinistra passato al populismo. Ma, se devo essere sincero, la domanda mi si spegne rapidamente nel cervello: l’opinione di Revelli sul popolo della sinistra mi interessa assai poco. Semmai, mi coinvolge molto di più la sostanza di un provvedimento governativo, chiamato “decreto dignità” che si propone di regolarizzare i contratti di tutti quei ragazzi che campano consegnando pizze nelle case. Credo che il problema, nel nostro Paese, sia creare lavoro dignitoso, cioè fare in modo che quei ragazzi possano campare facendo il mestiere che desiderano e per il quale, magari, hanno studiato, non consegnando le pizze nelle case. Chissà se i (pochi) Marco Revelli d’Italia hanno un’opinione in proposito? E pensare che c’è chi, nella sinistra-sinistra, si propone di votare a favore di questo provvedimento, nel momento in cui il Parlamento dovrà convertire in legge il decreto!

Questa è l’Italia di un qualunque giorno di luglio del 2018. L’Italia di Salvini, Di Maio e di Marco Revelli. Un’Italia che da un lato si è scoperta felicemente razzista, rancorosa e violenta dalla sera alla mattina (in fin dei conti, gli italiani che hanno votato Salvini e Di Maio sono addirittura peggio di chi li rappresenta; aspettavano solo il via libera per dare la stura alla loro idiozia) e dall’altro un’Italia (quella dei Revelli) che a forza di pontificare sui diritti e sul lavoro ha perso di vista il fatto che in Italia lavoro e diritti non ci sono più. Da anni. E che i nostri figli (chi ne ha: ne ha Revelli?, ne hanno gli altri guru della sinistra-sinistra?) hanno come unica opportunità futura quella di consegnare dignitosamente le pizze nelle case. O di andare a fare i camerieri in Inghilterra. Finché gli inglesi glielo permetteranno; nel mentre la sinistra sinistra starà qui a dibattere dei diritti trasformati in privilegi dei pochi che in Italia hanno un lavoro stabile. In mezzo ci siamo noi, allibiti dalla pochezza degli uni e degli altri: di qua dei maestri capaci di guardare solo il proprio diploma, di là individui ignoranti che finalmente possono ostentare la propria ignoranza come un diploma. Due facce della stessa medaglia.

Che cosa ci resta da fare? Ognuno segua la propria coscienza, se ce l’ha. Noi di Succedeoggi cercheremo da un lato di denunciare l’ignominia di quel che ormai giorno dopo giorno ci capita attorno, dall’altro di favorire riflessioni il più possibile lucide sulla rivoluzione che stiamo vivendo. E lo faremo qui, usando la Rete, questa stessa Rete che ha imbarbarito l’umanità fino al punto in cui siamo: lo faremo misurando le parole ma puntando sulla complessità dei ragionamenti, piuttosto che non sulla brevità, sulla casualità sulla semplicità dei guru che sparano piombini e cazzate.

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