Chiara D'Andrea
Al Maxxi di Roma

Il suono libero

Dal 16 marzo al 28 ottobre, “When sound becomes form” racconta la storia della sperimentazione sonora e musicale in Italia dal 1950 al 2000. Da Berio a Demetrio Stratos

«Non credo nell’esaurimento definitivo dei mezzi tradizionali, penso però che la ricerca di approcci diversi sia utile per liberare la musica strumentale e innescare nuovi processi strutturali». Con queste parole Luciano Berio definì il senso della sua ricerca musicale. A lui e ad altri protagonisti della rivoluzione sonora che, dagli anni Cinquanta in poi, portò alla nascita di linguaggi artistici innovativi, è dedicata la mostra in scena al Maxxi, When sound becomes form. Un’esposizione curata da Carlo Fatigoni, suddivisa in quattro sezioni che ripercorrono la storia della sperimentazione sonora in Italia dal 1950 al 2000. Una selezione di documenti d’archivio – manifesti storici, fotografie, video, LP originali e contributi sonori – testimonia la nascita e lo sviluppo di un processo culturale incentrato sulla manipolazione del suono.

L’evoluzione del linguaggio sonoro nel secondo dopoguerra italiano è iniziato con le sperimentazioni elettroniche di Luciano Berio e Bruno Maderna, i due compositori che nel 1955 fondarono lo Studio di Fonologia Musicale di Milano. Alla sperimentazione compositiva, si unì la proposta di nuove forme performative: tra queste ottennero un discreto successo, gli happening, nati nella scena artistica newyorkese.

Gli anni Settanta – raccontati nella seconda sezione della mostra – furono quelli delle prime manifestazioni dedicate alla musica sperimentale: il “Festival del Beat” a Roma (1972), e il “Bologna Rock, dalle cantine all’asfalto” (1979). Nel 1970 Vincenzo Agnetti creò NEG (un giradischi che isola il silenzio) e la Galleria Mara Coccia di Roma ospitò l’istallazione sonora “Magic Carpet” di Alvin Curran. Poi, a stravolgere completamente l’uso tradizionale della voce, fu Demetrio Stratos (nella foto sopra) con il suo album Metrodora.

La terza sezione di When Sound becomes form racconta attraverso video, fotografie e documenti, gli echi che il più grave atto terroristico avvenuto in Italia nel secondo dopoguerra – la strage di Bologna – produsse sulla sperimentazione musicale. Un racconto che inizia con la notte in cui Carmelo Bene propose la sua Lectura Dantis dalla Torre degli Asinelli a Bologna e prosegue con lo sviluppo del punk rock in Italia, di cui il capoluogo emiliano fu il primo centro nevralgico. Un video mostra la scena punk di Pordenone, città del movimento artistico e musicale “The Great Complotto”.

La mostra termina all’insegna dell’interazione tra suono e arti visive. Il percorso che muove inizialmente dalla sperimentazione compositiva giunge a maturazione con ricerche che si caratterizzano per l’attenzione rivolta all’intreccio di diversi linguaggi artistici. Tra i protagonisti di questo nuovo sviluppo espressivo ci sono artisti come Roberto Paci Dalò, Alessandro Fogar e Mimmo Paladino.

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