Alberto Crespi
Zattere agli Incurabili

I nostri Leoni

Il film di Ai Weiwei è per il Palazzo di Vetro, quello di Aronofsky è per il suo salotto (o per quello di Jennifer Lawrence): per il resto, è stata una buona Mostra. Va bene il premio a Guillermo Del Toro, ma il nostro Leone resta Martin McDonagh

Non è stata una brutta Mostra. Diciamo che neanche la metà dei film italiani visti meritava di esserci, e questo è un difetto grave. Ma si sa come vanno queste cose. A volte è difficile dire di no. E poi, forse, Alberto Barbera e i suoi selezionatori sono convinti che Una famiglia e Hannah siano bei film, e de gustibus… con quel che segue. I problemi erano altrove. E si nascondevano dentro due film che, come in un ologramma, lasciano intravvedere scenari molto più vasti.

Human Flow di Ai Weiwei, ad esempio, non è un film: è un pamphlet politico mascherato da reportage turistico. L’Onu prende un artista internazionalmente riconosciuto, con uno status di perseguitato, e lo spedisce a girare immagini “poetiche” in tutte le zone del mondo dove sia in corso un’emergenza umanitaria. Ne viene fuori un filmino patinato e pornografico all’insegna del politicamente corretto. Una “cosa” del genere non deve stare in concorso a Venezia perché una Mostra di “arte” cinematografica non deve accettare ricatti politici. Se lo proiettassero al Palazzo di Vetro, per sentirsi più buoni.

Mother! di Darren Aronofsky è l’esempio di come la “politica degli autori” faccia danni anche a distanza di mezzo secolo. Il regista si è conquistato lo status di “autore” essendo regolarmente invitato a Venezia manco fosse il discendente di qualche Doge. Con il suo film meno sgradevole e sgangherato (The Wrestler) ha persino vinto un Leone d’oro, assolutamente esagerato. Ma non è scontato che lo si debba mettere in concorso qualunque cosa faccia. Mother! è un film presuntuoso e irrisolto, costruito su una metafora banale, girato con i piedi, interpretato da Javier Bardem in modo catatonico, con un copione asimmetrico e un compiacimento splatter che dà vita a immagini ripugnanti. Anche una “cosa” del genere non deve stare in concorso a Venezia. Se la proiettassero Aronofsky e Jennifer Lawrence nel salotto di casa, invitando gli amici a loro rischio e pericolo.

Ecco, ci siamo capiti: se il Leone d’oro fosse andato a una di queste due “cose”, sarebbe stata la fine. E invece è andato a Guillermo Del Toro, ce ne andiamo da Venezia contenti.

Comunque il Leone di chi scrive è Three Billboards Outside Ebbing, Missouri di Martin McDonagh con Frances McDormand (nella foto sopra). In subordine Paul Schrader o i Manetti bros. Buona serata.

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