Paola Benadusi Marzocca
Un romanzo per young adult

iBoy, il giustiziere

Storia di un ragazzo a cui cade in testa un iPhone che gli penetra nel cervello, trasmettendogli dei superpoteri che trasformeranno il suo destino. È il plot dell’ultimo libro dello scrittore inglese Kevin Brooks, da cui è stato anche tratto un film

A Tom Harvey sedicenne come tanti, senza nessun problema particolare, «nessun vizio, nessun incubo ricorrente, nessun talento speciale… nessuna storia da raccontare» succede una cosa incredibile: trovarsi impiantato un iPhone in testa e acquisire perciò un potere enorme, tipo Spiderman. Che questa volta però si chiama iBoy, protagonista dell’ultimo e omonimo romanzo di Kevin Brooks (Piemme, trad. Giorgio Salvi, 245 pagine, 16,50 euro), uno dei più famosi scrittori inglesi per ragazzi, vincitore di premi prestigiosi, tra cui il Carnegie Medal, da cui è stato anche tratto un film, visibile su Netflix.

Tutti oggi possiedono un iPhone, padrone incontrastato di innumerevoli funzioni del nostro cervello quali immagazinare numeri, indirizzi, dati. Quando capita che si inceppi è il dramma perché ci sembra di rimanere isolati. Come comunicare? Come essere raggiunti? L’iPhone sostituisce la memoria e accelera i tempi di elaborazione senza che chi lo possiede, faccia un’eccessiva fatica. In effetti semplifica la vita. Ma da qui a divenire la cassa di risonanza dell’intero universo come succede a Tom ce ne corre. Tutto avviene in un attimo: un piccolo oggetto nero cade dal trentesimo piano del palazzone dove abita in un quartiere popolare, degradato e violento, «l’agglomerato grigio di Crow Town», e lo colpisce mentre il ragazzo sta per entrare. «Un lampo improvviso di dolore accecante…», poi più nessuna sensazione e dal quel momento tutto sarà diverso perché alcune parti dell’iPhone sono entrate nel suo cervello e lo hanno cyber-connesso a qualunque angolo del mondo; gli hanno trasmesso la facoltà di apprendere quello che vuole: una nuvola infinita di voci, persone, pensieri, luoghi. Per Tom è decisamente troppo. Anche il suo volto riflette un milione di cose diverse, contemporaneamente, come se la sua pelle fosse viva e ogni lineamento divenisse irriconoscibile, pur restando lui sempre lo stesso ragazzo con i suoi sogni e le sue speranze e tra queste, su tutte, la consapevolezza del suo amore per Lucy Walker, una giovanissima ragazza che conosce fin da bambino e che abita nel suo stesso palazzo.

Lucy è stata violentata da un gruppo di balordi del quartiere e suo fratello picchiato a sangue senza ragione. Tom, ora, nel giro di poche ore è venuto in possesso di immensi vantaggi e incredibili poteri. Ma come dare ordine a questa eccessiva conoscenza, come dominarla e come usarla? Come vendicarsi? Secondo Lev Trockij «il fine può giustificare i mezzi purché ci sia qualcosa che giustifichi il fine». Tom si schiera, pur ponendosi infinite domande, dalla parte del bene e di coloro che lo sostengono. Finché continuano a esistere i cattivi, che siano combattuti e sconfitti senza pietà! Questo è il pensiero dominante, un pensiero scomodo, ma quando non c’è giustizia qualcuno può mettersi a fare giustizia da solo.

Scritta con ritmo serrato e coinvolgente, fin dalla prima pagina la storia di iBoy immerge il lettore in questo mondo squallido e terribile, dove la paura e la violenza frantumano i comuni concetti del vivere civile, dove gang di bulli e gangster esercitano la loro legge fatta di violenza, stupri, furti, spaccio di stupefacenti e spesso omicidi. Alla app nella testa di iBoy non importa che la maggior parte di questi individui «siano poveri, analfabeti, annoiati, strafatti, disturbati o semplicemente incapaci di distinguere il bene dal male». Fa quello per cui è programmata e Tom glielo lascia fare per Lucy, per Nanni, la nonna che lo ha cresciuto con amore e soprattutto per se stesso. È forse diventato «uno di quei cavalieri in sella al loro destriero bianco che si battono per le ingiustizie, salvano la donzella e uccidono il drago cattivo?». Fare finta di niente o agire? Una cosa è certa: il sapore della vendetta è dolce quando si combatte per il bene.

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