Roberto Mussapi
Every beat of my heart, la poesia

La fine e il principio

Ai vertici dell’esperienza spirituale con Rumi, il più potentemente lirico dei poeti Sufi, vissuto nel tredicesimo secolo. Rapito dalla luna e trasportato nell’alto dei cieli, viaggiò nella sua anima ed ebbe accesso al segreto dell’eterna teofania...

La grande poesia dei Sufi fonde mistica islamica e antica sapienza persiana. Siamo ai vertici dell’esperienza spirituale, in una fioritura poetica centrata sull’amore divino, l’estasi, il canto dell’universo. Al Ghazali, Attar, l’autore del vertiginoso poema La lingua degli uccelli, sono alcuni dei grandi esponenti di questa prodigiosa fioritura poetica, simile, per potenza e ricchezza, all’età dei lirici greci e poi romani, al Dolce stil novo, al Rinascimento, al Romanticismo. Qui, grazie al più potentemente lirico di quei poeti, Rumi (vissuto, come la maggior parte di loro, nel tredicesimo secolo), entriamo nella sua visione: quando viaggiò nella sua anima si disvelò l’Aldilà, le nove sfere del cielo in una luna, il mare che diviene schiuma, tutto si incarna dalle sue falde. È il trionfo compiuto dello spirito creante originario.
“In my end is my beginning”, scriverà Thomas Eliot. L’Aldilà è questa coincidenza poetica di fine e principio.

 

Rumi

Teofania

Una luna apparve in cielo, la mattina:

dal cielo discese, e gettò su di me uno sguardo;

come un falcone che ghermisca un uccello nella caccia,

quella luna mi rapì e mi trasportò nell’alto dei cieli.

Quando guardai me stesso, non mi vidi più,

poiché in quella luna il mio corpo, per grazia, all’anima s’era fatto eguale.

Quando viaggiai nella mia anima, nient’altro vidi che la luna,

sinché intero fu rivelato il segreto dell’eterna teofania.

Le nove sfere del cielo erano tutte immerse in quella luna,

e in quel mare era nascosta la navicella del mio essere.

Il mare si ruppe in onde, e di nuovo l’intelligenza apparve;

essa lanciò un appello. Così accadde.

Il mare divenne schiuma, e a ciascuna delle sue falde

qualcosa prendeva forma, qualcosa s’incarnava.

Ogni falda di schiuma corporale, che ricevette un segno da quel mare,

subito si fuse, e spirito si fece in quell’Oceano.

Rumi
(Traduzione di Stefano Tubino, da I mistici dell’Islam. Antologia del sufismo, a cura di Eva de Vitrai-Meyerovich, Guanda, 1991)

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