Roberto Mussapi
Every beat of my heart, la poesia

Monologo estatico

Tra prosa e verso, un brano tratto da “Rita degli impossibili” di Laura Marinoni (di scena in questi giorni a Milano), autrice e “attrice totale”. Ispirato all’esperienza mistica di una santa, con improvvise ascesi dalla semplice potenza mistica

«Il superamento del dolore assoluto, della paura, lo stato mistico dell’abbandono»: Laura Marinoni riassume con efficacia e potenza scenica il senso del suo monologo Rita degli impossibili. Ispirato all’esperienza mistica di una santa, in un Medio Evo toscano di carne e sangue, improvvise ascesi, fonde prosa e verso con una naturalezza che molti giovani aspiranti poeti italiani dovrebbero apprendere. Lasciandosi anche meravigliare dalla semplice potenza mistica delle brevi parti in versi, che sento consonanti con la poesia di Francesca Merloni, simile temperatura, lucida visionarietà.
Laura Marinoni è una delle grandi presenza nel teatro italiano. Attrice totale, occhi, voce, corpo non portatore di occhi e voce ma da essi animato. Attrice di livello superiore, (il teatro italiano di oggi è ricco di talenti, la crisi non è certo degli attori), coltiva lo studio della voce anche in senso musicale, e si intuisce nel suo recitare una pratica spirituale. Certo è una spinta spirituale forte quella che porta a questo monologo, di cui presentiamo versi di immediato abbandono estatico.

 

Rita degli impossibili

Così Ti ho visto ti ho visto finalmente

nella caduta nel precipizio

spaccato ogni confine

precipitata la mia fede rinnegata ogni speranza

Nel grumo ti ho visto

nel vortice nel buio risuccchiata di nuovo a Te

destinata al risveglio

richiamata alla resurrezione

votata già morta alla vita

perduta e perdonata

Signore pietà Cristo pietà Signore pietà

mio solo salvatore

mio unico amato

summa di ogni amore

specchio di ogni desiderio

vanto dell’anima mia

sapienza incorruttibile

conforto inestinguibie

amico imperscutabile

amante irraggiungibile

così hai parlato senza voce

hai risanato il mio delirio

hai benedetto il mio calvario

pietà Signore Cristo pietà Signore

battimi il petto frustami la schiena sbranami la carne

risucchiami le lacrime accetta il mio dolore purifica il mio cuore

prendimi con Te strumento della tua pace

portami con Te radice di ogni bene

fammi strumento della Tua volontà

amami di un Amore insperato

baciami con le labbra del tuo Spirito inviolato

che io sia una con Te

che io sia parte di Te

che io ti possa conoscere

che io mi possa congiungere all’unico Essere

inglobami di voluttà

carezzami col Tuo alito

inondami di Verità

spalancami di Eterno.

Laura Marinoni

(Da Rita degli impossibili – Incredibile storia di una donna, fino a domani di scena al “Festival tra Sacro e Sacro Monte”, a Milano, in Largo Corsia dei Servi 4, presso il Centro Culturale di Milano)

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