Angela Di Maso
Ritratto d'artista

Sprofondare e riemergere

«Che cosa vorrei che il pubblico ricordasse di me? Che sono stata capace di farlo sprofondare e riemergere». Il lavoro dell'attore secondo Manuela Mandracchia

Nome e cognome: Manuela Mandracchia.

Professione: Attrice.

Età: 46.

Da bambina sognavi di fare l’attrice? No. L’archeologa.

Cosa significa per te recitare? Sprofondare e riemergere.

Il tuo film preferito? Una donna di John Cassavetes.

Il tuo spettacolo teatrale preferito? (Fatto da te o da altri) Fratelli e sorelle di Lev Dodin.

Qual è l’attrice da cui hai imparato di più? Tutte (o quasi) le colleghe con cui ho condiviso il palco. Mi piace, in scena, creare rapporti e prendere e dare.

Qual è il regista da cui hai imparato di più? Luca Ronconi.

Il libro sul comodino: Eh mi tocca sempre dividermi tra piacere e studio. Ora ora: Fontamara di Silone, Ossessioni, compulsioni, manie di Giorgio Nardone e tutto il teatro di Genet.

La canzone che ti rappresenta: Non ho una canzone che mi rappresenta ma Todo cambia cantata da Mercedes Sosa è un bel punto di vista.

manuela-mandracchia8Descrivi il tuo giorno perfetto. Che sia sempre nuovo.

Il primo bacio: rivelazione o delusione? Rivelazione.

Strategia di conquista: qual è la tua? Mostrarsi e nascondersi.

Categorie umane che non ti piacciono? La furbizia, l’arroganza, la cattiveria,

Classifica per sedurre: bellezza, ricchezza, cervello, humour. Bellezza (che non è una sola) cervello, humour e ricchezza,

Il sesso nobilita l’amore o viceversa? L’amore nobilita il sesso ma il sesso nutre l’amore.

Meglio le affinità elettive o l’elogio degli opposti? Affinità elettive.

Costretta a scegliere: cinema o teatro? Teatro.

C’è qualcosa che rimpiangi di non avere detto a qualcuno? Sì…

Shakespeare, Eduardo o Beckett? Cechov.

Qual è il tuo ricordo più caro? L’infanzia dai nonni.

E il ricordo più terribile? Lasciamo perdere.

L’ultima volta che sei andata a teatro cos’hai visto? Ieri sera: Terra matta di Vincenzo Rabito con Rosario Lisma.

Racconta il tuo ultimo spettacolo: Mare Mater al Teatro festival di Napoli. La storia di una grande maestra, Giulia Civita Franceschi, di una nave asilo, di scugnizzi che non bisogna chiamare scugnizzi ma bambini come tutti gli altri.

Perché il pubblico dovrebbe venire a vederlo? Perché è una storia magnifica di ascolto e accoglienza.

Il mondo del teatro è veramente corrotto come si dice? Hum….un pochetto!

La cosa a cui nella vita non vorresti mai rinunciare: L’affettività.

Quella cosa di te che nessuno ha mai saputo (fino ad ora). Lasciamola dove sta…

manuela-mandracchia6Piatto preferito: Pane, pomodoro, olio e sale. Troppo semplice?

C’è parità di trattamento nel teatro tra uomini e donne? NO!!!

Mai capitato di dover rifiutare un contratto? Se sì, perché. Sì, perché non mi interessava il progetto o perché si sovrapponeva ad un altro spettacolo.

Di lasciarti sfuggire un’occasione di lavoro e di pentirtene subito dopo?  Sì!

Quale ruolo ti sarebbe piaciuto interpretare nel cinema? Sono monotematica: il ruolo di Gena Rowlands in Una donna di Cassavetes.

Quale ruolo ti piacerebbe interpretare in teatro? Tanti, anche se spesso non basta un ruolo ma è più importante il progetto, le persone con cui collabori.

Da chi vorresti essere diretta? Mi piacerebbe lavorare con Binasco e Servillo. E se i desideri potessero diventare realtà Dodin e Ostermeier.

Tre doti e tre difetti che bisogna avere e non avere per poter fare questo mestiere. Malleabilità, la capacità di fare squadra, attenzione. Sicumera, troppa sicurezza in se stessi, compiacimento.

Cosa accadrebbe all’umanità se il teatro scomparisse? Forse all’inizio il non mondo non se ne accorgerebbe nemmeno. Ma a lungo andare perderemmo il luogo dove ci ricordiamo che siamo esseri umani.

Gli alieni ti rapiscono e tu puoi esprimere un solo ultimo desiderio. Quale? Fatemi tornare!

La frase più romantica che ti sia capitato di dire in scena. “Senza te io non vivrei, e se pur paresse altrui che io vivessi, quel vivere mi sarebbe un continuo e tormentoso morire”.

manuela-mandracchia4La frase più triste che ti sia toccato di dire in scena. La stessa…

Cosa vorresti che il pubblico ricordasse di te? Che sono stata capace di farlo sprofondare e riemergere.

Hai mai litigato con un regista per una questione di interpretazione del personaggio? Litigato no, discusso animatamente sì.

Se potessi svegliarti domani con una nuova dote quale sceglieresti? La leggerezza.

Che cosa è troppo serio per scherzarci su? L’umanità umiliata.

Se potessi conoscere il tuo futuro cosa vorresti sapere? Niente!

Come costruisci i personaggi che interpreti? Eh ogni volta è un viaggio diverso! Studio il testo, l’autore, immagino e creo immagini, cerco relazioni con i compagni e i loro personaggi.

Parallelamente al tuo percorso artistico, trovi che in questi anni ci sia stata un’evoluzione o un deterioramento del teatro? Forse, purtroppo, un deterioramento.

Il rapporto con la parola. La interroghi, la ricerchi, la domini o ti fai dominare? La interrogo.

Cosa pensi delle nuove generazioni di attori che, a volte, passano direttamente dai talent al palcoscenico? Tra i giovani ci sono bellissimi talenti. Io non mi fido dei talent. È fondamentale studiare e non improvvisarsi.

La morte: paura o liberazione? Paura.

Ti viene data la possibilità di presentare tre proposte di legge in materia spettacolo. Cosa proponi? La definizione e la riconoscibilità della figura professionale dell’attore. Maggiori finanziamenti alla cultura e al teatro. Via i partiti dalla gestione dei teatri.

manuela-mandracchia3Cosa è necessario per un’attrice: memoria storica o physique du rôle? Ahahah entrambi!

Hai un sogno nel cassetto che oggi può aprire. Cosa viene fuori? Equità… difficile… ma sarebbe bello.

I soldi fanno la felicità? No, non di per se stessi. Forse aiutano.

Qual è il tuo rapporto con i social network? Navigo surfando.

Il tuo rapporto con la critica. Quale quella che più ti ha ferita in questi anni. Più che con la Critica desidererei riuscire a fare i conti solo con il lavoro. Per lo spazio che ha, ha perso molta della sua funzione.

Poco prima dell’inizio e poi della fine di un tuo spettacolo, a cosa, o a chi, pensi? Non penso sempre alla stessa persona o alla stessa cosa.

Il teatro riesce ancora a catalizzare la passione civile del pubblico in modo attivo? Non credo ma sarebbe fantastico.

Nella tua valigia dell’attrice cosa non manca mai (metaforicamente o materialmente)? Una tovaglietta da camerino e la memoria.

Con i tagli economici alla cultura, il teatro diventerà un’arte di nicchia oppure ci sarà una prevalenza di teatro di medio-basso livello o amatoriale? Temo che ci sarà un livellamento verso il basso.

C’è un autore teatrale che credi sia poco considerato e che andrebbe rivalutato e rappresentato? Sarebbe bello riscoprire un po’ di autori italiani del Novecento travolti e uccisi da Pirandello.

Meglio essere sereni, contenti o felici? Felici.

Progetti futuri? Come si fa a bloccare la testa?

Un consiglio a una giovane che voglia fare l’attrice. Studia e sii curiosa.

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Le foto sono di Marco Giraldi, Tommaso Le Pera.

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