Silvio Perrella
Una poesia inedita

Un punto di luce

«Si ritorna in un Occidente/ macchiato di sangue/ i visi delle vittime/ sui giornali del giorno/ prima, i loro sorrisi». Un diario di viaggio in versi: un punto di luce

Un punto di luce
e tutt’attorno il mondo:
cosa, in che senso, perché?

In aereo in una notte
che non è notte; la rotta,
dice il comandante, ci porterà
a sfiorare Mosca e San Pietroburgo
non sarà lontana.

All’andata ho visto
sopra la Siberia l’aurora
boreale, è possibile, chiedo.

È il periodo, sì, se l’ha
vista sa che è indescrivibile e
scalda il cuore, aggiunge
l’hostess. E adesso l’orizzonte
è turchino e viola e rosato.

Un punto di luce, nelle
cuffie Björk e i suoi vocalizzi:
cosa, in che senso, perché?

I pensieri, le immagini,
la collezione di flashes,
vai a piedi, scopri
com’è fatta Tokyo
grattacieli  e casupole.

In questo ritorno
risalgo il tempo,
rimetto in saccoccia le ore perse.

Si ritorna in un Occidente
macchiato di sangue
i visi delle vittime
sui giornali del giorno
prima, i loro sorrisi.

Un punto di luce e
anche l’aurora boreale
non basta e non quieta.

L’aereo fa una curva
la bellezza del mondo
si capovolge: è così
che succede quando
nell’attimo irrompono gli spari?

Si ritorna in Occidente,
ma in quale, in quello
che trema di paura?

Le bombe, gli aerei
da guerra, le carneficine,
i corpi dispersi, i palpiti
persi, le sottigliezze
andate perdute.

Si ritorna in un Occidente
disperso e perso:
cosa, in che senso, perché?

Questa notte vagante
dentro la quale naviga
una luce violetta, questa
notte pronta a tutto
e sospesa sulle città della Russia.

Un punto di luce, me
a zonzo, il giardino zen
di Kyoto, il silenzio umilissimo della misura.

In questa notte vagante
in cerca di sonno, in bilico
tra le ore a scrutare
dall’oblò i suggerimenti
della terra e a prendere appunti.

Un punto di luce
cade sul taccuino mentre
scrivo nell’attesa dell’arrivo.

Dimmi se è possibile
essere degni, se si
possono attraversare le vie
del mondo senza insozzarle,
se queste domande sono ancora lecite.

Dimmi…

Sull’aereo di ritorno da Tokyo, 20.11.2015

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